Nas – Life Is Good

Voto: 4,5

Life is good. Nas la pensa così anche dopo aver passato gli anni più tribolati della sua vita, la pubblicizzata separazione da Kelis mentre la stessa era al settimo mese di attesa del figlio Knight, nonché la nota disavventura col fisco, che dal rapper avanzava più di sei milioni di dollari, poi recuperati attraverso le sue royalties. Tale periodo è equiparabile a un tornado che si è portato via tutto, l’immagine di copertina ritrae il rapper seduto, pensieroso, ma soprattutto solo, con a fianco l’unica cosa lasciata da Kelis nel loro ex nido d’amore: il suo vestito da sposa verde. Spesso, quando si tratta di esorcizzare i propri demoni, scrivere può essere la cura migliore, tanti musicisti lo sanno e il fattore che maggiormente colpisce ascoltando la nuova opera di Nas è, non a caso, la capacità di raccogliere i cocci, mettere il dolore da una parte e azzerare la negatività del momento, esercizi che ne sortiscono l’effetto di far riemergere il proprio meglio a livello lirico, l’ideale per comporre un lavoro molto maturo e consapevole.

Negli anni, l’Hip-Hop ha ingurgitato tanti dei suoi pezzi da novanta per la loro incapacità di adattarsi alle nuove epoche, oppure perché la nuova vita agiata di chi ha scalato la montagna non offre ulteriori motivazioni e non si ha semplicemente più nulla da dire. La grandezza di Nas sta nell’essere riuscito a frantumare quel muro dove in tanti si sono schiantati con violenza, dimostrando che un rapper possa evolversi a livello artistico e tematico restando longevo e accessibile a tutti, sia ai fan di vecchia data che ai ragazzini che ha inevitabilmente catturato nel suo passaggio da artista underground a rapper acclamato (anche) dal mainstream. Mettiamoci, poi, che la selezione dei suoni è a una spanna abbondante rispetto alle ultime uscite e il gioco è fatto.

“No Introduction” prepara l’ascoltatore al meglio, liriche e musica fanno trasparire dramma e malinconia per lasciare il passo a “Loco-Motive” che, tenendo fede al titolo, traina dietro di sé tutta la potenza dei suoni provenienti dagli anni novanta riproponendo l’abbinata con Large Pro, la cui presenza si limita tuttavia a un paio di frasi messe là. Già da questi due episodi la voglia di apertura verso l’esterno di Nas viene letteralmente scatenata, poco importa dell’idea che ci si fa di lui perché l’apparenza talvolta inganna (<<I know you think my life is good ‘cause my diamond piece/but my life been good since I started finding peace>>), anche se in fondo, come si sorprende lui stesso di scoprire, ha passato più anni da ricco che non da povero. Ci viene poi raccontato come sia difficile avere una figlia adolescente ed essere una superstar del Rap nello stesso tempo, Nas fa autocritica riempiendo se stesso di quesiti, costruendo strofe di altissimo livello metrico che galleggiano tra considerazioni profonde e sensi di colpa, evocando divertenti luoghi comuni che lo trovano pronto ad accogliere gli spasimanti con un fucile a doppia canna.

Dopo aver gustato “Reach Out” con una splendida Mary J. Blige cantare sopra il drum beat di “Public Enemy N. 1” e sentito Nas svolgere strofe sul medesimo sample di piano usato quasi vent’anni fa per “Grand Groove” (omaggio indiretto a Tragedy?), è tempo di “World’s An Addiction”, traccia arrangiata in maniera orchestrale nella quale Nas offre il testo più creativo dell’album e brano che riconduce a una costruzione del beat utilizzata pure per “A Queen’s Story”, letteralmente fatta a pezzi in particolar modo durante il solo di piano, anche se troppo intrisa di sviolinate che sembrano andare per conto proprio rispetto alla batteria. Kelis è il tema portante, ma in parecchi episodi emerge la voglia di riprendersi una congrua dose di street credibility, pur trovandosi a dover contrapporre il tutto agli agi di questa nuova vita; e dunque gli omaggi al Queensbridge non mancano sostanzialmente mai, sia che si parli del luogo (“Back When”) che dei personaggi leggendari che l’hanno abitato e ancora ne fanno indissolubilmente parte.

La chiusura, che nella versione base del disco arriva al quattordicesimo brano, è addirittura sontuosa, con una “Stay” spogliata da percussioni che scava ancora nel dolore e una doppietta che propone un duetto postumo con Amy Winehouse, bravissima nel trasformare la sua voce in quanto di più vicino vi sia a uno strumento musicale in “Cherry Wine”, che descrive la compagna ideale, quindi “Bye Baby”, l’estremo saluto, il lasciar andare definitivo, un collage di bei ricordi rievocato solo brevemente prima di girare definitivamente pagina. La deluxe edition contiene poi cinque tracce aggiuntive, degne di nota al punto che avrebbero ben figurato nella scaletta ufficiale; in particolar modo “Nasty” riporta in vita la ruvidità del Nas degli inizi su un beat dal sapore vintage, “The Black Bond” propone invece atmosfere alla 007 e “Where’s The Love” combina benissimo i suoni moderni al beat della “Brooklyn-Queens” dei 3rd Bass.

Complessivamente, la prestazione lirica è così evidentemente superiore che sembra addirittura inutile commentarla, l’abbinamento alle composizioni offerte da No I.D. e Salaam Remi, i maggiori contribuenti ai suoni, rappresenta infine uno sposalizio ideale. I due campionano, suonano e dirigono in maniera omogenea, creando un filo conduttore che permette all’album di funzionare costantemente e di incidere a livello emozionale, sensazione interrotta solo dal superficiale e vetusto contributo di Buckwild in “You Wouldn’t Understand” e dall’ennesima porcheria propinata da Swizz Beatz, “Summer On Smash”, che qui dentro non ha alcun diritto di cittadinanza.

Ciò che più importa, alla fine dei conti, è che “Life Is Good” rispecchi finalmente le altissime aspettative che l’ex ragazzino del Queen’s si è da sempre trovato addosso. Ed è il miglior disco che ci si potesse aspettare da Nas a questo punto della sua carriera: un ritorno in grande stile.

Tracklist

Nas – Life Is Good (Def Jam Recordings 2012)

  1. No Introduction
  2. Loco-Motive [Feat. Large Professor]
  3. A Queens Story
  4. Accident Murderers [Feat. Rick Ross]
  5. Daughters
  6. Reach Out [Feat. Mary J. Blige]
  7. World’s An Addiction [Feat. Anthony Hamilton]
  8. Summer On Smash [Feat. Miguel and Swizz Beatz]
  9. You Wouldn’t Understand [Feat. Victoria Monet]
  10. Back When
  11. The Don
  12. Stay
  13. Cherry Wine [Feat. Amy Winehouse]
  14. Bye Baby
  15. Nasty (Bonus Track)
  16. The Black Bond (Bonus Track)
  17. Roses (Bonus Track)
  18. Where’s The Love (Bonus Track) [Feat. Cocaine 80s]
  19. Trust (Bonus Track)

Beatz

  • J.U.S.T.I.C.E. League: 1
  • No I.D.: 2, 4, 5, 10, 12, 18
  • SALAAMREMI.COM: 3, 7, 13, 15, 16
  • SALAAMREMI.COM, Rodney “Darkchild” Jerkins and Dj Hot Day: 6
  • Swizz Beatz: 8
  • Buckwild: 9
  • Heavy D, SALAAMREMI.COM and Da Internz: 11
  • SALAAMREMI.COM and Noah “40” Shebib: 14
  • Al Shux and Dan Wilson: 17
  • Boi 1da: 19

Scratch

  • SALAAMREMI.COM: 3
  • Dj Hot Day: 6
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