Seven G.E.M.S. (Purpose, Estee Nack, Code Nine and Tragedy Khadafi) – Golden Era Music Sciences
“Seven G.E.M.S.” è il moniker sotto il quale si cela la nuova proposta targata Ill Adrenaline Records, un assembramento di forze che coinvolge il trio dei Tragic Allies, composto da Purpose (reduce dall’ottimo “Purpose & Confidence”), Estee Nack e Code Nine, cui si aggiunge un veterano di grande esperienza quale Tragedy Khadafi, la leggenda vivente del Queensbridge. I presupposti del disco sono ben evidenti ed è possibile evincerli dal titolo dell’opera: “Golden Era Music Sciences” è un viaggio a ritroso atto a chiarire ancora una volta – di certo i Seven G.E.M.S. non sono né i primi né gli ultimi che perseguono certi scopi – che l’Hip-Hop è anzitutto una Cultura, qualcosa da preservare e tramandare con la dovuta sapienza; chi mai l’abbia scambiato per una macchina fabbrica-denaro da queste parti non può vantare alcun diritto di cittadinanza.
Ma le sedici tracce non sono certo limitate al blastare di continuo lo scarsone ricco di turno (anche se Tragedy di barre dedicate al suo amicone Rick Ross ne riserva un paio di quelle giuste…), si registra anzi una buona varietà di argomenti che fanno presto capire la natura in parte conscious e in parte socialmente critica che pervade la maggior parte delle rime dei quattro protagonisti principali. I due/tre pezzi di classico Hip-Hop da confronto sono difatti accompagnati da argomenti più riflessivi e profondi, ispirati dai falsi messaggi materialistici che troppi rapper propinano ai loro fan più giovani, dalla propria esperienza personale e sentimentale, mentre in altre circostanze citano episodi di violenza che possono accadere a chiunque in qualsiasi momento ponendoli sotto forma di racconto, per poi concentrarsi sull’analisi di una realtà svantaggiata, costantemente penalizzata dal volere dei più abbienti.
Ogni traccia mischia piuttosto bene le carte in tavola, dando il giusto spazio a tutti evitando di proporre di continuo una sequenza di mc’s sempre uguale: Tragedy presenzia forse meno del dovuto, ma non tradisce certo le attese mettendosi in evidenza con liricismi complicati (<<plantin’ seeds in a beat, germinatin’ the mic/photosynthesis lyricism ignitin’ life>>), carisma e testi che spingono all’elevazione mentale; Code Nine cerca di sfruttare al meglio le poche occasioni dove compare con un flow ordinato e un modo di spittare vellutato; Estee Nack dimostra competenza e graffia con la voce aggiungendo saltuariamente l’elemento Reggae a qualche coro; è però Purpose a rubare letteralmente la scena a tutti, semplicemente perché finisce sistematicamente per distruggere ogni pezzo.
Confermando in pieno quanto aveva fatto intuire in “Purpose & Confidence”, il leader dei Tragic Allies è particolarmente sciolto e naturale quando si tratta di affrontare percorsi lirici tortuosi, le sue rime sono intelligentemente posizionate, trovano interessanti incastri che tengono alta l’attenzione e il suo flow si dimostra versatile, ben adattandosi a beat sia lenti che sostenuti. E quando comprime più sillabe in pochi secondi mantiene una dizione molto più chiara e comprensibile rispetto al recente passato. Se la sua tecnica e la gestione metrica sono qualità che gli sono oramai ben riconosciute, la vera sorpresa arriva quando si viene a conoscenza del fatto che tutte le produzioni sono interamente firmate da lui.
Lo stile costruttivo del beat scova campioni vocali che ben si abbinano all’atmosfera generale del singolo pezzo, alterna batterie da boom bap classico (“Without You”, “Verge Of Defeat”) a ritmi più sostenuti (“Wild Militants”, un’autentica mina nella quale rispunta il sempre piacevole drum beat di “Apache”), ogni tanto salta fuori il campione ricercato (carina l’idea dell’arpa nella battagliera “Dem Get Murda”), si nota una preferenza per l’utilizzo di archi e violini tagliati in sequenze medio/lunghe lasciando scorrere la melodia e giocando molto sull’effetto drammatico di alcuni suoni (“No Good”, “Aura Snatchers”, “Foul Thesis”), mentre in singoli episodi tocca al basso godersi la luce dei riflettori, a condurre delle strumentazioni minimali che non hanno altro compito che quello di seguirne il passo pesante (“Time To Ponder”).
Si può discutere sul fatto che qualche base risulti un tantino troppo melensa, probabilmente esagerando il tentativo di rendere affine la tematica testuale e la sonorità, tuttavia l’impressione che “Golden Era Music Sciences” radica dentro sé è quella di un disco solido e consistente, che offre un’ottima interazione tra gli artisti coinvolti – compresi i quattro ospiti – i quali offrono numerosi spunti interessanti e delle buonissime abilità tecniche sopra una produzione mirata a ispirare i suoni più grezzi e classici.
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Tracklist
Seven G.E.M.S. (Purpose, Estee Nack, Code Nine and Tragedy Khadafi) – Golden Era Music Sciences (Ill Adrenaline Records 2013)
- Intro (King Asiactic Allah)
- Without You
- Dem Get Murda
- No Good
- I Know I’m Reckless
- Presume The Unpredictable [Feat. Roc Marciano]
- Gems
- Men Of Honor [Feat. Relentless]
- Time To Ponder
- The Anointed
- Vantage Point
- Interlude [Feat. Choppa Tha Beatboxa]
- Wild Militants
- Foul Thesis [Feat. Shabaam Sahdeeq]
- Verge Of Defeat [Feat. Killah Priest]
- Aura Snatchers (Remix)
Beatz
All tracks produced by Purpose
Mistadave
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