J. Cole – Born Sinner
Nel mezzo tra le sperimentazioni di Kanye West e il neoclassicismo di Jay-Z è apparsa una figura meno blasonata, ancora inesperta davanti alle regole del mercato musicale ma con un desiderio incredibile di dire la sua. Come un bambino voglioso di richiamare l’attenzione degli adulti, J. Cole ha rimandato più e più volte la data di pubblicazione del suo “Born Sinner” al punto di farla coincidere, guarda caso, con l’uscita di “Yeezus”. Una scelta audace, che evidenzia ancora una volta le ambizioni del Nostro; stessa cosa non si può dire sul versante “Magna Carta… Holy Grail”; prima di tutto perché parliamo di due prodotti targati Roc Nation e poi perché Shawn Carter ha sempre palesato un debole per Cole.
Da bravo businessman, l’ha messo sotto la sua ala protettiva, coccolato a dovere e ora i risultati sono sfacciatamente evidenti. Il ragazzo, dal canto suo, confeziona un bel lavoro utilizzando una formula consolidata negli anni, vale a dire produzioni (tolti gli intermezzi) e liriche gestite con intelligente autonomia. Il tappeto sonoro è più che positivo, una sintesi tra suoni odierni (“Trouble”) e piacevoli escursioni nel passato (“Let Nas Down”), arricchito da diversi spunti interessanti come il campione vocale di “Juicy” nella traccia d’apertura, l’assolo di chitarra finale in “Rich N****z” e, ancora, quel retrogusto Soul/Gospel che fuoriesce dalla maggior parte delle composizioni. Immediatezza e sincerità sono i concetti chiave dietro i testi, Jermaine non mira a stupire né tantomeno a strafare.
In fondo, lui è cresciuto a Fayetteville, nel North Carolina, in una realtà ben lontana dai ghetti newyorkesi o dai bassifondi di Detroit. Da qui la decisione di proporre una dimensione intellettuale coerente alle esperienze vissute, optando come concept centrale per la contrapposizione tra bene e male. Con un approccio coinvolgente, grazie anche a un flow molto valido, si sofferma spesso e volentieri sul rapporto con le ragazze (“Runaway”, “LAnd Of The Snakes”), al punto da incentrare il super singolo “Power Trip” sull’amore verso una donna, che può essere parafrasato come la passione per la musica, lasciando libera interpretazione all’ascoltatore (<<well, this has gotta be the longest crush ever if I ever get to fuck it’d be the longest bust ever>>). L’autocelebrazione fine a sè stessa lascia spazio alle dediche nei confronti degli artisti che ne influenzano tutt’ora il suo percorso musicale; oltre le intere “Let Nas Down”, “Forbidden Fruit” (con Lamar unico rapper qui presente, peraltro impiegato nel solo ritornello) e “Mo Money”, in cui riutilizza lo stesso flow adoperato da Jay-Z in “Imaginary Player” sopra un ottimo beat di Jake One, troviamo alcuni versi sparsi qua e là in una sorta di ringraziamento, dai nomi più scontati (<<sometimes I brag like Hov, sometimes I’m real like Pac>>) ai meno attesi (<<thinking old school niggas like Dana Dane, probably kill for another claim to fame>>).
Prima di saltare alle conclusioni, vi consiglio di perdere altro tempo visionando i video dei due singoli rimanenti, stupendi a mio parere: “Crooked Smile” e “She Knows“. Pur collocandosi nelle logiche mainstream, “Born Sinner” è un disco sincero, maturo, che farà sicuramente breccia negli appassionati del primo Kanye, ma anche di chi alla modernità ha sempre preferito la tradizione. A conti fatti, si percepisce ancora la mancanza di quel qualcosa in più per raggiungere la definitiva consacrazione artistica, sapendo però benissimo che il talento e il tempo per farlo sono assolutamente dalla parte di Cole. Il terzo incomodo, alla fine, tanto incomodo non è.
Tracklist
J. Cole – Born Sinner (Roc Nation/Columbia 2013)
- Villuminati
- Kerney Sermon (Skit)
- LAnd Of The Snakes
- Power Trip [Feat. Miguel]
- Mo Money (Interlude)
- Trouble
- Runaway
- She Knows [Feat. Amber Coffman]
- Rich N****z
- Where’s Jermaine (Skit)
- Forbidden Fruit [Feat. Kendrick Lamar]
- Chaining Day
- Ain’t That Some S*** (Interlude)
- Crooked Smile [Feat. TLC]
- Let Nas Down
- Born Sinner [Feat. @Fauntleroy]
Beatz
- J. Cole: 1, 4, 9, 10
- J. Cole with the additional production by Ron Gilmore: 3, 11, 12
- Jake One: 5
- J. Cole with the additional production by Ken Lewis: 6
- J. Cole with the additional production by Elite and Ron Gilmore: 7
- J. Cole with the additional production by Dj Dummy and Ken Lewis: 8
- Syience: 13
- J. Cole with the co-production by Elite: 14, 16
- J. Cole with the additional production by Nate Jones: 15
Gabriel
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