Moka Only and Ayatollah – Bridges
Ci sono artisti che da sempre si destreggiano all’interno del business musicale e, a dispetto della loro fama (relativa), continuano a lavorare ai fianchi di questa Cultura, sfornando qua e là veri e propri banger senza nulla pretendere se non il semplice fatto che la loro produzione sia unanimemente riconosciuta come frutto della sola passione per l’Hip-Hop. Chi, meglio del duo in questione, rappresenta questa filosofia di vita e di approccio alla musica?
Moka Only, per chi non lo sapesse, è un mc canadese (e già questo particolare dovrebbe chiarire la sua non conformità) che inizia la propria carriera negli Swollen Members, realtà Hip-Hop per eccellenza della terra dell’acero rosso che lo proietta verso un percorso solista straordinario nel senso letterale del termine. Daniel Denton spazia infatti lungo i quasi vent’anni di attività in tutti i binari della creatività e dà alla luce un numero spropositato di uscite, tra album veri e propri e mixtape, così come raccontato in “For The Country” (<<watching Netflix plotting/yeah, you’re spoiled rotten cause I’m always dropping albums like a rusty baton>>), mantenendo sempre e comunque una spiccata propensione per l’underground.
Il fido compagno che lo scorta in “Bridges” dovrebbe essere noto ai più, visto che da oltre dieci anni appare in collaborazioni con artisti del calibro di Mos Def (chi non conosce la bellissima “Ms. Fat Booty”?!), R.A. The Rugged Man, Cormega, Tragedy Khadafi, Ghostface Killah, M.O.P. e compagnia bella, senza mai abbandonare lo stile classico e fedele alla vecchia scuola east coast. Dalle premesse è subito chiaro che il risultato della comunione artistica tra Moka Only e Ayatollah non possa che rivelarsi efficace, fondata com’è su basi forti e solide.
Ecco che la precisa commistione di bassi e campioni Soul ben delineati (“Betcha Neva Thought”) testimonia una propensione al boom bap più tradizionale, pur accogliendo le sonorità tipiche del nuovo millennio come in “Ekhart Tolle”, che allinea un ritmo secco all’Elettronica dei synth e alle distorsioni, mantenendo viva questa dualità tra ciò che è nuovo e ciò che è classico senza essere mai stucchevoli. “Anything You Know” e “Get A Soda” si spostano invece verso una struttura musicale che strizza l’occhio agli anni novanta, costruendo le tracce su campioni di pianoforte e rullanti potenti; è proprio in questi episodi che si riconosce lo stile tradizionale del beatmaker originario del Queens. “Come Along”, “Bridges” e “For The Country” mantengono la medesima rotta conservando un approccio chiaramente underground, l’ultimo in particolare, l’episodio più energico e piacevole dell’intero progetto (il repeat è assicurato!).
Nel mezzo di quello che è appunto un ponte tra classico e moderno, Moka Only si muove con il suo riconoscibilissimo timbro vocale e un modo di attaccare il pezzo come sempre molto tranquillo. Ciò che impressiona del suo stile è la capacità di rimanere fedele al proprio flow pur adattandosi a ogni base proposta, senza diventarne un semplice elemento di completamento. In “Bridges” la dicotomia tra musica e liriche è dunque granitica: abbiamo di fronte un buon album che, molto semplicemente, conferma il valore dei due artisti coinvolti (non un featuring o una collaborazione alle macchine) senza voler tentare percorsi complessi o inusuali.
Tracklist
Moka Only and Ayatollah – Bridges (Green Streets Entertainment 2012)
- Get A Soda
- Fishgills
- Come Along
- Heavy As I Used To Be
- For The Country
- Anything You Know
- I Tell Ya
- Set Up A Mic
- Afford The Best
- Everything
- Ekhart Tolle
- Bridges
- Betcha Neva Thought
- Update
- Future Novelist
Beatz
All tracks produced by Ayatollah
Cazza
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