Kappa-O, Virux e Dj FastCut – Hard poets
Cinque tracce, intro e outro per un totale ventitré minuti potenti e corroboranti, una sorta di integratore iperproteico che in un periodo come questo, profondamente buio e bloccato (musica ovviamente inclusa), si rivela ideale per mantenere l’Hip-Hop tonico e guizzante. L’inedito terzetto, composto da Dj FastCut a smacchinare produzioni di livello come da prassi più Kappa-O e Virux alle rime, sforna un progettino tanto compatto quanto abbondante per fotta e incazzo, poggiato sempre e comunque su fondamenta belle consolidate (“Calamaio insanguinato”: <<posso solo finire male/non leggo la Bibbia, mi hanno già spoilerato il finale/domani sarà peggio, ce lo disse Kaos-One/prendo ‘sta roba del Rap come una questione d’onore>> – il primo; e <<abbiamo visto i maestri salire sul palco/abbiamo appreso un senso originale/cioè se non c’hai il flava non ti avvicinare>> – il secondo).
L’approccio al quotidiano dei due mc’s bolognesi resta immutato rispetto anche al più recente passato; anzi, se possibile, è ancora più cupo e negativo (Kappa: <<assisto allo squallido show che la società offre/scrivo meglio le barre se la mia anima soffre/…/dico ogni cosa come va detta/non mi hanno insegnato a vivere, sono autodidatta>>; Virux: <<voi buone intenzioni, noi puro pessimismo/c’è chi lo chiama hardcore, io lo chiamo maledettismo/qua la vita fa schifo, preferisco la merda di strada/tu preparati a strani incontri nel bosco come Emilio Praga>> – “Baudelaire”) e ciò anche a causa dell’incendio pre-pandemia che ha distrutto studio e apparecchiatura della crew (<<un bastardo duro a morire sarà il mio epitaffio/mi sono svegliato in un incendio e ne uscii con qualche graffio/sono sopravvissuto ma la vita fa ancora schifo/perciò metto odio e rancore in ogni strofa che scrivo>> – “Licenza poetica”).
La strategia migliore pare essere quella di affrontare tutto e tutti a testa in su e senza timore alcuno, ma restando comunque vigili e con la guardia rigorosamente bella alta (Kappa: <<non posso fidarmi di nessuno/se ti dico che sono tutti merde intendo me incluso/…/non fidarti, non farti vedere piangere mai/aspettano che abbassi la guardia per fotterti ciò che hai>>; Il Turco: <<la mia voce per te è solo un sottofondo/in questa vita sono andato troppo in fondo/e ho nascosto tutti i sentimenti dentro un doppio fondo>>; infine Virux: <<siamo in una società autoritaria/dove resta sola ogni persona solitaria/tu non fidarti di me, è una precauzione immunitaria/è una reazione totalmente involontaria>> – “Non ti fidar”).
Non solo l’approccio rimane il medesimo, ma anche metodo e trattamento sono invariati, con rime schiette e volgari sbattute brutalmente sul muso, seguendo quello che oramai possiamo quasi considerare un marchio di fabbrica HSC, l’“Amaro stil novo” (Kappa: <<sono uno stronzo, la tua anima gemella/t’offro una pizza e ti fotto ascoltando Griselda/non puoi scordarmi, dico veramente/t’inculo così profondamente che ti vengo in mente>>; Virux: <<non sono io che sono vecchio, siete voi che siete piccoli/volete ascendere ma ancora devono scendere i testicoli>>), per l’occasione rafforzato dal supporto di Trasgy Killah (<<dicono Trasgy quanti danni fai?/Volessi i soldi farei musica di merda come Dani Faiv/…/sono il tipico sbandato che rappa assieme a Virux e Kappa/tu sei un altro ritardato che si ascolta merda, FSK>>) e Nor Psycho Head (<<questi si fanno una carriera al contrario/pur di non farsi il culo si fanno fare il culo/…/una strofa scritta in prosa, una traccia devota a Satana/se Dio la manda buona appare una puttana a Fatima>>).
“Hard poets” è un EP che, oltre a girare benone, ha soprattutto il merito di riproporre un collettivo che, a prescindere dal gradimento personale, merita stima e rispetto per il percorso intrapreso anni fa e tuttora alimentato con fiera e sfacciata coerenza, fottendosene bellamente di tutto e di tutti – <<underground fino alla pensione/tra gli emergenti finché finisco in una fossa comune>>. Hard Squat is back, punto!
Tracklist
Kappa-O, Virux e Dj FastCut – Hard poets (Hard Record Bologna 2020)
- Intro
- Calamaio insanguinato
- Licenza poetica
- Baudelaire
- Non ti fidar [Feat. Il Turco]
- Amaro stil novo [Feat. Trasgy e Nor]
- Cuts maudìt (outro)
Beatz
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Gabriele Bacchilega
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