AZ – Doe Or Die II
In qualsiasi modo si ponga la questione, quando si parla di AZ si comincia sempre col riferirsi alla sua leggendaria partecipazione in “Life’s A Bitch”… E’ con queste parole che il nostro Mistadave introduceva “Doe Or Die”, inquadrando subito il tema cardine – più che altro una noiosa ridondanza – di una carriera che, oggettivamente, non ha mai raggiunto il successo preventivato, nonostante quell’aspettativa avesse appunto in un solo featuring la sua ragion d’essere. Ebbene, a ventisette anni da quella strofa scolpita nella storia credo si possa dire con serenità che il buon Anthony Cruz abbia firmato prove di livello variabile (riuscendo in dodici mesi a passare dall’apprezzabile “9 Lives” al fiacchissimo “Aziatic”) per ragioni che desumiamo per logica dai risultati: nella sua faretra non è presente la freccia in grado di conficcarsi al centro esatto del bersaglio. E’ questa – magari brutale – l’unica conclusione cui giungiamo dopo aver esplorato un percorso non avaro di uscite, ancorché costellato da titoli che non conteggiamo tra i classici mancati né hanno sfiorato la soglia dell’eccellenza; una progressione comunque degna di rispetto, caratterizzata da episodi gravitanti attorno a valori medi e il più delle volte meritevoli di un generoso numero di ascolti.
“Legendary”, così battezzava il suo ultimo vero disco nel 2009; ecco, fissando l’asticella un pelo più in basso, AZ avrebbe forse raccolto apprezzamenti meno altalenanti. L’ironia è chiara, tuttavia applicando la considerazione a “Doe Or Die II” possiamo dire di ritenerci abbastanza soddisfatti dalla sua fatica più recente, pubblicata a inizio settembre e munita di collaborazioni che non passano inosservate – tra gli altri Conway, Pete Rock, Alchemist, Buckwild e Dave East. L’album vanta infatti una discreta solidità: il talento dell’mc non è in discussione, la selezione delle strumentali appare in buona parte convincente (conclamato punto debole delle precedenti sortite) e l’insieme ha un timbro altamente riconoscibile. Si tratta di Hip-Hop, senza ulteriori specifiche o aggettivazioni; classico per attitudine, attuale quanto basta nei suoni, lineare nella struttura dei singoli brani, abbinando sampling, barre e qualche coro a un intreccio tematico altrettanto tradizionale, spuntato nella componente gangsta in favore di una maggiore percentuale d’introspezione. Sulla carta, per un rapper classe ‘72 cresciuto in piena golden age, è l’equivalente di un’agevole comfort zone; cioè una potenziale trappola nella quale AZ non sembra però cascare: i quaranta minuti abbondanti di “DOD2” non sono il compitino striminzito di un liricista prossimo al pensionamento e le battute iniziali lo dimostrano a scanso di equivoci.
“Just 4 U” e “The Wheel” – secondo e primo estratto video – sono un efficace biglietto da visita: la sobria autocelebrazione dell’una (<<a million bars, this is star talent/the blogs challenge, but my catalogue’s as hard as Hamlet’s/street version, been about it, I’m a beast at curbin’/deep sermons, any drama come I keep occurin’>>) e la lucidità dell’altra (<<when your future’s as fresh as your sneakers, you age well/from the beeper era of reefer puffers that make bail/won’t tell, been through it, been influenced/been a student, bossed up, this been a movement>>) ci ricordano quanto AZ sia abile con le rime interne al verso e rendono plasticamente il tono adulto di “Doe Or Die II”. Gustose entrambe (bene anche sia le strumentali che il contributo di Jaheim), perciò vien voglia di andare avanti; dove, dopo una robusta “Keep It Real” (ottimo il beat di Baby Paul) e l’ennesima perla di Pete Rock in “Check Me Out”, è “Found My Niche” a chiudere il cerchio con un breve racconto biografico ambientato nella New York d’inizio anni novanta (<<money dryin’ up in the streets, I took a seat/stop ridin’ dirty in jeeps and rode beats/reality Rap, shit sick, I found a niche/’94, came with “Life’s A Bitch”>>).
Posta nel mezzo, “Ritual” è un salto deciso nella wave del momento: Alc è chirurgico, un campione, la nota di basso, cassa e rullante, la modestia di Conway è nota (<<look what I did for the game, look what I did when I dropped/my album kicked in the door niggas thought was forever locked>>) e il padrone di casa non si tira certo indietro quando deve rivendicare il proprio status di esperto del settore (<<speak of bricks, been in the mix, ain’t shit you can show me/a king occasionally seen, stay in the wings>>) – prezzemolo Lil Wayne è invece in terza base e quindi sarà sufficiente premere il tasto skip. Ma, a conferma di un’andatura che non vuol essere emulativa, “Never Enough” – bello quel sax un po’ eighties! – ha un fine quasi paternalistico quando indica quale strategia perseguire per realizzarsi nella vita e oltre (<<knowledge is wealth, especially when it’s knowledge of self>>), tant’è che Rick Ross pare andare un filo fuori traccia nelle sue sedici. Problema che non si ripresenta in “Blow That S#%t”, felice interazione tra AZ e Dave East assistita da un Buckwild che si sta specializzando in trame di inopinabile eleganza.
E insomma, se un piatto della bilancia pende per via di tutte le ragioni sopra esposte, non è necessario dilungarsi troppo sull’altro – “Different”, perdonate il casuale gioco di parole, lascia indifferenti, “Time To Answer” sconta la banalità degli Heatmakerz e il refrain di “What’s Good” viene purtroppo affidato a T-Pain. Fatto un rapido conto, “Doe Or Die II” si impone quale più che dignitoso sequel del progetto sovente ritenuto al vertice della produzione discografica di AZ e, pur non rispecchiando tutte le indiscrezioni accumulatesi nel corso della sua lunga gestazione (erano spuntati i nomi di Nas, L.E.S. e Dj Premier…), va collocato senza ombra di dubbio in cima alla bacheca dell’artista di Brooklyn.
Tracklist
AZ – Doe Or Die II (Quiet Money 2021)
- Conversations With God (Intro) [Feat. Idris Elba]
- Just 4 U
- The Wheel [Feat. Jaheim]
- Keep It Real
- Never Enough [Feat. Rick Ross]
- Different
- Ritual [Feat. Conway The Machine and Lil Wayne]
- Blow That S#%t [Feat. Dave East]
- Bulletproof
- Check Me Out
- Time To Answer
- Found My Niche (FMN)
- What’s Good [Feat. T-Pain]
Beatz
- P. Soul: 1
- Bink!: 2, 9
- Eric Hall, Jaheim and Kay Gee: 3
- Baby Paul: 4, 5
- Aone Beats: 6
- The Alchemist: 7
- Buckwild: 8
- Pete Rock: 10
- The Heatmakerz: 11
- The Czar-Keys: 12
- Rockwilder: 13
Bra
Ultimi post di Bra (vedi tutti)
- “Shrink Wrap” e’ il nuovo singolo di Boldy James e Harry Fraud con Babyface Ray - 15 Novembre 2024
- “Courtesy Call” e’ il nuovo singolo di Skyzoo con Chuck D - 15 Novembre 2024
- “Long Way Home” e’ il nuovo disco di Eto - 15 Novembre 2024