Styles P and Havoc – Wreckage Manner
Un tempo era una banale questione di pane e Nutella – o pane e burro d’arachidi, dato che si guarda oltre le acque dell’Atlantico. Gustoso; ben amalgamato nei suoi sapori; per farla molto breve, più buono della semplice somma dei suoi ingredienti presi singolarmente. Lungi da noi voler calunniare il valore di una bella cucchiaiata arraffata direttamente dal barattolo, ci mancherebbe, ma il punto è un altro. Nel Rap, ogni collaborazione a due teste ambiva a essere questo: una squisita merenda per le papille gustative della coclea. A posteriori non sorprende quindi che molte di quelle combo annunciate o presunte negli anni – ve lo ricordate quel famoso disco di Nas e Preemo di cui si parla da vent’anni? O di “Swift & Changeable” con le firme di Ghostface e Doom? – siano rimaste alla fine solamente un’idea abbozzata su un pezzo di carta. Poi però è arrivato lo streaming. E da quelle belle fette di pane che trasudano lipidi si è passati alle merendine confezionate industrialmente. Tante e tutte uguali. Sono meno buone? Be’, però costano poco. E così, al cambio attuale, per ogni “Run The Jewels” in circolazione si è finiti a contare un centinaio di “Super Slimey”.
Dall’essere espressione di una progettualità ispirata, la collaborazione a mezzo album è divenuta sempre più spesso un semplice pulsante. Lo si preme, si abbinano due nomi caldissimi del momento e si assembla – meglio se a colpi di e-mail, così si risparmia pure qualche dollaro in più – un bel pacchetto da caricare quanto prima su ogni piattaforma, il tutto condito da una buona dose di hype. Poco importa, poi, se trascorso un mese il tutto sarà già scivolato fuori dalle tendenze di Spotify e Apple Music; nel frattempo, il posto sarà stato occupato da un altro clone. Ebbene, ogni novantanove di questi dischi – che fortunatamente possiamo del tutto ignorare – capita però di imbattersi in qualcosa come “Wreckage Manner”. E, dietro al sigillo in ceralacca che orna la (orribile, quella sì) copertina, troviamo decisamente più della semplice somma tra un terzo dei L.O.X. e la metà rimanente dei Mobb Deep.
Styles P e Havoc hanno mosso per la prima volta un piede nell’Hip-Hop quando sia loro che quest’ultimo erano poco più che dei ragazzini. Entrambi newyorkesi puri. Entrambi classe ‘74. Entrambi oramai liberi da qualsiasi vincolo dell’Industria. Non devono dimostrare nulla e, quel che è ancora meglio, ne sono perfettamente consapevoli. La direttrice di “Wreckage Manner” l’ha messa nero su bianco Pinero in un’intervista con Billboard: I wasn’t thinking about what the youth is going to think, or what my peers are going to think. I’m thinking about how dope I am and how I’m about to murder this. You can’t make music with none of that shit in mind. I’m not worried about being in competition with fucking Drake, Kendrick Lamar and J. Cole – it’s their time. But you’re supposed to be competitive for the sake of the fucking craft. There’s motherfuckers in other genres that are on the road at fucking 69, 72, and they touring the country. Why in Rap because you’re a certain age it’s over for you? It’s over if you were never fucking good. E un amen ci sentiamo di aggiungerlo noi.
Un minutaggio appena superiore alla mezz’ora, distribuito su dieci pezzi. Due rapper. Un solo produttore (puntualizziamo per i più distratti: sempre di Havoc si parla). Zero fronzoli. Già, questi due giovani quarantasettenni non cincischiano. Ed è la primissima cosa che tengono a far presente una volta premuto il tasto play (<<I don’t fuck around and fuck around with these niggas/I just say fuck ‘em, stay around from these niggas/if they cross the line, buck a pound at these niggas>> – l’introduttiva “Fuck Around”). Questi due non perdono tempo nel competere con le giovani generazioni, ma ci dialogano; senza tuttavia negarsi lo sfizio di ritagliare con cura le proprie rime (<<if you movin’ slow in the hood, you a fast food/Cinderella story my nigga, without the glass shoes>> – “Move How We Wanna”). Questi due. “Havoc And The Ghost” è appunto una summa del loro sodalizio: eterea, pacata e massiccia. Un gancio al mento avvolto nella seta. “Nightmares 2 Dreams” ne è invece la sua metà oscura, una storia che si ripete, fatta di cose che cambiano e di altre che invece vanno fatte cambiare (<<from nightmares to dreams, poverty to wealth/from insanity to tryna find harmony for self/from the vanity, tryna stay humble on the delf>>).
Sulla carta, questi due rappresentano “YO 2 QB”. Havoc sovrappone però il pentagramma alla cartina e spalma i confini, offrendo il tour completo compreso nel prezzo. Dai lussuosi loft dell’Upper East Side (“Good As Gold”) ai vicoli di Staten Island (“Fiend For”), fino al più fatiscente dei project del Queens (“21 Gun Salute”). Insomma, “Wreckage Manner” è New York come non la si sentiva da un bel po’.
Tracklist
Styles P and Havoc – Wreckage Manner (Entertainment One Music 2021)
- Fuck Around
- Move How We Wanna
- Fiend For
- Pay Me In Cash
- 21 Gun Salute
- YO 2 QB
- Havoc And The Ghost
- Good As Gold
- Hymn To Him
- Nightmares 2 Dreams
Beatz
All tracks produced by Havoc
li9uidsnake
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