Club Dogo – Noi siamo il club
Sei album, due EP (Sacre Scuole comprese) e svariati progetti collaterali in tredici anni di attività, quattro volte sotto una major (Virgin prima, Universal poi), tre in un arco temporale di appena trentasei mesi (giugno 2009/giugno 2012): sui Club Dogo si è detto e scritto tutto (e il contrario di tutto), che utilità può avere quindi l’ennesima recensione della loro ultima fatica discografica? Davvero poca, ma permette a me, che non ho mai avuto occasione di farlo prima su queste pagine, di esprimere un’opinione chiara in merito, prendendo una posizione precisa rispetto ai detrattori per partito preso e ai fan inossidabili.
Dunque, il punto di partenza sul quale credo ci troveremo tutti più o meno d’accordo (qualche eccezione mi stupirebbe) è il seguente: Jake La Furia e Guè Pequeno (Fame e Il Guercio per gli eventuali nostalgici) hanno il Rap nel sangue. Mi riferisco ovviamente alla capacità di sfoggiare stile e personalità attraverso l’uso articolato delle rime, appagando una delle principali priorità di questa disciplina: raggiungere una tecnica eccellente grazie all’ampiezza delle soluzioni di cui si dispone. Tricks fonetici, punchline in percentuali pantagrueliche (difficile, in questo caso, smentire chi li definisce maestri: <<la mia roba è maledetta/la tua roba è detta male>>), metriche elaborate, inventiva; da questo punto di vista, i Club Dogo hanno pochi rivali e la dimostrazione la trovate ripercorrendo per intero la loro carriera, foriera di barre entrate nella storia dell’Hip-Hop italiano, sia nel bene che nel male (non è moralismo, ma alcune loro sparate su droga e donne, oltre che banali, le ho sempre trovate in aperta contraddizione con lo spirito originario dell’Hip-Hop).
Il problema, circoscrivendo l’analisi a “Noi siamo il club” per venire finalmente al punto, è capire che valore dare allo stile e alla personalità se il senso di tutto ciò si esaurisce in una piattezza contenutistica inaudita. Nuovamente, conviene sgombrare il campo dagli equivoci: dai Dogo non ci si aspetta citazioni forbite, echi letterari e analisi condotte con piglio serioso, ridurre il tutto a una pioggia di hit, però, significa vanificare le abilità di cui sopra, dato che nei testi di quest’album è pressoché impossibile scorgere opinioni, emozioni e racconti nei quali immedesimarsi. Tranciata di netto una buona metà di “Noi siamo il club”, offerta al puro diletto (“Chissenefrega“, la titletrack, “Erba del diavolo“, “P.E.S.” e via dicendo), i Club Dogo ci presentano pensieri che, nel migliore dei casi, lasciano indifferenti (la positività di “Niente è impossibile” è di routine, “Tutto ciò che ho” è una versione senza tragedia di “Stan”), nel peggiore rischiano seriamente di raschiare il fondo del barile (come brano impegnato “Cattivi esempi” è del tutto innocuo, “Ragazzo della piazza” è il placebo per chi tira fuori sempre quello slogan lì – ma una volta i Dogo parlavano di strada! – e “Sangue blu” si fa segnalare per incoerenze come <<è la rivincita degli esclusi dalle emittenti>>, peraltro sciupando un J-Ax che sembrava stranamente in forma).
Per trovare qualche brandello di riflessione occorre arrivare a “Se non mi trovi” o addirittura a “Se tu fossi me”, che nella versione base del disco è l’ultima di quindici tracce (su iTunes sono sedici, mentre la deluxe edition conta anche un CD bonus); pochino per due mc’s ultratrentenni giunti da molto tempo alla popolarità e, soprattutto, alla piena maturità artistica. Talento sprecato? Giudicate voi. Di certo “Noi siamo il club” è un prodotto scientemente indirizzato a una fascia d’età di tipo adolescenziale (come spiegare altrimenti la cialtroneria di Maite in “Chissenefrega”?), che ricorre spesso a soluzioni compositive troppo vicine all’Italodance (l’omaggio ai Datura si commenta da sé) e refrain nati per diventare dei tormentoni, alimentando una visione molto stereotipata di questo genere musicale. Che poi sia una scelta vincente è ben altro discorso.
Tracklist
Club Dogo – Noi siamo il club (Universal Music 2012)
- Meno felici ma più furbi [Feat. Carlo Lucarelli]
- Cattivi esempi
- Chissenefrega (in discoteca)
- Noi siamo il club [Feat. Marracash]
- Niente è impossibile [Feat. Zuli]
- Erba del diavolo [Feat. Datura]
- Ciao ciao
- Ragazzo della piazza [Feat. Ensi]
- Sangue blu [Feat. J-Ax]
- P.E.S. [Feat. Giuliano Palma]
- Tutto ciò che ho [Feat. Il Cile]
- Se non mi trovi [Feat. Emiliano Pepe]
- Collassato
- La fine del mondo [Feat. Power Francers]
- Se tu fossi me
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Bra
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