Lil Pin – The equinox

Dove lo trovi un prodotto Rap che concilia esoterismo e autocelebrazione, le Jordan e le catene d’oro con gli scritti di Aleister Crowley, gli snapback superfresh e Charles Manson? Nell’underground, chiaro. A Quartu Sant’Elena (<<Q.S.E., è a lei che mi ispiro ogni volta che scrivo, non a L.A.>>), Sardegna. Viene dal collettivo Parabellum. Viene dalle macchine di Kennedy e dalla voce di Lil Pin. Si chiama “The equinox” e, tanto per la cronaca, fa spavento.

Lil Pin è un mc dotatissimo, ma proprio dotato a livelli imbarazzanti, tanto che lascia sempre perplessi che quando si fa la conta dei migliori il suo nome non venga mai fuori. Metriche originali e funzionanti (costruite sulla cadenza sarda, ovvero uno dei rarissimi casi del Rap italiano in cui la lingua non diventa un ostacolo alle metriche bensì parte costituente – e già solo per questo sarebbe da studiare approfonditamente per chiunque faccia il Rap!) al servizio di una capacità narrativa molto letteraria, capace di creare immagini vivide passando dal visionario alla peggiore autocelebrazione ignorante e ritorno in un secondo.

Kennedy è un produttore assurdo, che non fa una piega nell’andare a campionare la qualsiasi del peggio Prog Rock e renderlo potente (il beat di “Puzza di morte” fa cadere la mandibola, “L.Z.B.S.” idem!), con una cura maniacale del dettaglio ma non a discapito di una certa grezzezza del tutto che quadra col prodotto e ci piace a noi marcioni ascoltatori. Se al tutto aggiungiamo i featuring di Sick Boy Simon dei Dirty Dagoes, Gionni Gioielli e Nex Cassel da AdriaCosta (non riesco a decidere chi dei due, ma per me la collaborazione migliore se la giocano loro) e Vox P, J.O., Coliche, Ibo Montecarlo e Jampa AK, Dj Yodha per gli scratch e una grafica che esce direttamente dai Led Zeppelin e Crowley (purtroppo non ho la limited editon con l’artwork intero…) ci siamo.

Andiamo coi difetti? Andiamo. Un prodotto così piace a pochi. E’ un difetto? No? No, infatti. Ok, allora… E’ difficile all’inizio abituarsi alla cadenza sarda, dunque i primi ascolti sono un po’ pesanti. Almeno per me lo sono stati. Trovato un difetto? Opinabile. L’autocelebrazione… Blah blah… Il Rap coi contenuti… Zzzzzzzz… Scusate, ma ‘ste diatribe nell’anno di grazia 2014 mi fanno dormire più dell’Halcion. Oh, non so che dire, io difetti non ne trovo. Sinceramente, non è un disco che mi sento di consigliare a tutti perché richiede un background bello solido per apprezzarlo. Mi spiace per voi che ve lo perderete. Per me, quando un disco è bello, suona bene e ispira ad andare a scoprire cose nuove, che siano musicisti, scrittori o, come in questo caso, argomenti, ha fatto la differenza. E in questo periodo di musica usa e getta non è poco.

In conclusione, doppio pollice su per Pin e Kennedy – e mi raccomando: se doveste andare a Q.S.E. non presentatevi con scarpe imbarazzanti…

Tracklist

Lil Pin – The equinox (No label 2014)

  1. Il suono del silenzio
  2. The equinox of God [Feat. Nex Cassel]
  3. Vinco io
  4. Puzza di morte
  5. L.Z.B.S. [Feat. Sick Boy Simon]
  6. Control c control x
  7. Rap slayer [Feat. Ibo Montecarlo e Coliche]
  8. Futurologia [Feat. Gionni Gioielli]
  9. Guarda il cielo [Feat. J.O.]
  10. Charles Manson [Feat. Ibo Montecarlo]
  11. Zombie e golem
  12. Angeli e demoni [Feat. Jampa AK]
  13. Jordans & goldchains [Feat. Kennedy e Vox P]

Beatz

Tutte le produzioni di Kennedy

Scratch

Tutti gli scratches di Dj Yodha

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