Videomind – Afterparty
Tre monitor come teste e un nome davvero adatto, Videomind. Tre personaggi che nascono già come delle perfette action figure e una discreta lista di endorsement. Testimonial italiani di Def Jam Rapstar e tre quarti della tracklist anglofoni. Avvertite l’ineluttabile condanna purista che sta per calare da un momento all’altro sulle loro colpevoli teste? Vi devo deludere. Anzi, a guardar bene proprio questi aspetti (più o meno marginali) sono tra i più coerenti di questo progetto che mette insieme tre bravi artisti come Tayone, Paura e Clementino. Il party Rap, poi, c’è sempre stato (menomale, aggiungerei) e ai loro live il divertimento è garantito; l’Hip-Hop è per sua natura ibrido e loro hanno puntato su qualcosa di diverso rispetto a una grossa parte della scena. Sono riusciti a fare contenti pure tanti reppusi insospettabili che hanno relazioni tormentate con sintetizzatori, talk box e discoteche (nessun inspiegabile miracolo dopotutto, visto che il Funk e la Disco battezzano anche questo lavoro).
I Videomind sono determinati, tanto che i primi ingredienti a finire nel frullatore non sono affatto neutri: un’apertura come quelle a cui ci ha abituato l’Electro più recente e degli scratch sulla voce di Ill Bill (“Come the robots”), tanta leggerezza e i ritornelli intonati dagli mc’s (“Dal play”), cassa dritta e la tromba di Roy Paci (“Music therapy”), un ritornello che trasuda Pop (sentire l’<<accendo il cielo>> per credere) e una chitarra elettrica che si integra a dovere col pezzo (“L’immenso”); insomma, un deciso attacco a stilemi e confini. E proprio uno di quelli da cui non è affatto scontato uscire incolumi. Perché “In my night” di Saweshi con Paura è ben altra cosa rispetto a “L’immenso”, “Peter Pan” è troppo vicina a quelle manifestazioni di nostalgia che proprio non mi vanno (e non per questioni di età) o, ancora, “Smile enterprise” corre l’ambiguo rischio di diventare colonna sonora di alcuni criticati casting televisivi.
L’ecletticità e l’identità sono dei concetti complessi e il fresco milkshake di “Afterparty”, per via delle dosi e degli ingredienti, tende a essere stucchevole dopo alcuni assaggi. Addirittura in alcuni istanti mi fa pensare più a un accessorio per hipster che a un concept album. Ma se la minaccia hipster è senz’altro l’eventualità peggiore, che non augurerei a nessuno, eccessi a parte e mettendo in secondo piano i gusti (l’Elettronica e il Rock di Tayone e Franzese non mi entusiasmano), c’è ancora dell’altro a livello critico: “Radio pulp” ha un beat con delle potenzialità e ripropone bene la formula de “L’immenso”, i Serato trick come quello sulla voce in “Music therapy” suonano già retrò, l’ispirazione ai Daft Punk è spesso evidente (su tutte “L’immenso” e “Telemind”) e gli artisti ospiti (tra cui Benifei, Manna, Paci, Poggipollini) sono più o meno incisivi. E gli episodi migliori sono, per me, “Dal play”, “E’ normale”, “Megastore” e “Telemind”; proprio quelli da acquistare sugli store digitali, per rimanere in tema.
In conclusione, eviterei l’acquisto a scatola chiusa.
Tracklist
Videomind – Afterparty (Relief Records 2010)
- Come the robots
- Dal play
- Music therapy [Feat. Roy Paci]
- L’immenso [Feat. Patrick Benifei]
- E’ normale
- Non credo sia normale
- Megastore
- Peter Pan
- Smile enterprise
- Youtube
- Telemind
- Radio pulp [Feat. Patrick Benifei]
Beatz
- Dj Tayone: 1, 3, 4, 5, 8, 10, 11, 12
- Dj Tayone e Daniele Franzese: 2, 6, 7, 9
fabio
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