Boldy James and Conductor Williams – Across The Tracks

Voto: 4 – –

Non è semplice spiegare cosa ci spinga a scrivere di un disco piuttosto che di un altro: una regola in senso stretto non c’è, in genere si tratta di un insieme di fattori, positivi o negativi, di idee e valutazioni che emergono spontaneamente durante l’ascolto e necessitano di un po’ d’ordine, un discorso di senso compiuto (ce lo auguriamo, quantomeno) sotto forma di recensione. Nel caso di “Across The Tracks”, possiamo dire sia andata diversamente, coi beat di Conductor Williams a reclamare gran parte delle attenzioni; non che Boldy James faccia da spettatore, beninteso, negli ultimi quattro anni ha rilasciato alcuni dei nostri titoli preferiti – “The Price Of Tea In China”, “Bo Jackson” e “Killing Nothing” (con The Alchemist i primi due, con Real Bad Man il terzo) sono finiti presto nei nostri archivi – e in un’ipotetica conta dei rapper più forti del periodo il nome James Clay Jones III spiccherebbe di certo in bella vista, tuttavia alla sua prova, sempre impeccabile, siamo arrivati per gradi, impressionati in primis da quella del socio.

Qui tocca aprire una partentesi, perché Denzel Williams ha sovente raccolto encomi sulle nostre pagine, ancora di recente per “Conductor Machine” con Conway The Machine. Al contempo, ci è già capitato di rilevare un velo di stanchezza, un’evidente ripetitività, nella nicchia di cui è divenuto esponente di spicco, come se la formula, raggiunto un vertice di massima altezza, si sia impantanata in un cliché, smorzando quell’originaria freschezza che investiva uscite divenute poi dei piccoli classici. I dieci brani, ventisei minuti di durata e due soli featuring in scaletta, hanno invece fatto percepire un inaspettato grado di novità proprio in fase compositiva, variazioni di percorso più e meno eclatanti che, nell’insieme, definiscono il profilo di un album sulla cui morale di fondo non c’è molto da aggiungere (il canovaccio verte sull’esperienza di strada fin da “Terms And Conditions”: <<was taught to always be the message I bring/pulled the sword from the stone, some niggas’ll never be king/could nеver compete, thеy know the flow is rather unique/I kept the receipts, most of these niggas never was street>>), salvo riscontrarne l’abbinamento con una vivace gamma di strumentali, tra soluzioni più classiche – nel brano appena citato i sample Soul sono pitchati, mentre la batteria picchia nei punti in cui dovrebbe – e incisi gustosi.

In mezzo a questi, abbiamo subito notato “The Ol Switcharoo”: al campione, polveroso e con dei bpm lentissimi, viene sovrapposto un secco schiocco di rullante, mood straniante e notturno animato dal flow cadenzato di Boldy James, che sta in battuta a velocità doppia e condisce il racconto personale con un pizzico di sarcasmo (<<only reason I trap, because the only thing promised to me was the state bing/hatin’ on me, you need to relax, only reason I Rap ‘cause I can’t sing>>) – schema non così dissimile quello di “St. Juliana”. In “Undisputed”, ancora, Conductor Williams lascia entrare a metà della prima strofa i suoni di una drum machine, efficace salto in avanti (o indietro?) che non spaventa affatto l’mc, abituato a ben altre minacce – <<me and Skerm in the ghetto, gang disturbin’ the peace/he deserved what he had comin’, reserved him a seat/pulled the chair from beneath him, snatched the ground from under his feet/now his body under a sheet, indecent proposal>>. Intrigante altresì la scelta del Funk di “Lay My Head On Your Shoulder” dei Bill Robinson And The Quails per “Stamps In The Middle”, uscita di scena che contribuisce a far calare la tensione accumulata in precedenza e sigilla il risultato di una collaborazione all’altezza delle aspettative.

Conductor, we don’t have any problems… Trascorse un paio di settimane, l’impressione è che “Across The Tracks” non abbia esaurito in tempi rapidi il suo combustibile – problema rilevato sempre più spesso, anche in progetti di buona qualità; in un mercato saturo, dedito al consumo istantaneo, liquido per definizione, il più delle volte non è il talento a latitare e di artisti capaci, con un grosso bagaglio d’esperienza (Boldy è un classe ’82, attivo da una quindicina di anni), ce n’è a manate. Tocca però farci qualcosa, con quella competenza, a maggior ragione se la concorrenza è spietata e per bruciare una carriera è sufficiente una sola mossa sbagliata. A entrambi i protagonisti riconosciamo dunque un passo convincente, di valore: con minime accortezze, divagando quel tanto che basta da un filone che presenta regole precise (il beat drumless di “Lamp Shade” non può mancare, la trama affonda in un immaginario arcinoto) e scansando le insidie delle tracklist riempite oltre ogni decenza (sebbene il coinvolgimento di Bo Jack, con la sua vocina da adolescente, fosse evitabile), hanno segnato un altro punto pieno a loro favore.

Vale quanto ripetuto in innumerevoli casi: siamo lontani dall’eccellenza e dalla perfezione, dall’operazione che smuove assetti ed equilibri, ma abbastanza al di sopra da quella linea di piattezza che ha stancato più di qualcuno – noi compresi.

Tracklist

Boldy James and Conductor Williams – Across The Tracks (Near Mint 2024)

  1. Terms And Conditions
  2. All Madden [Feat. Bo Jack]
  3. Flying Trapeze Act
  4. The Ol Switcharoo
  5. Undisputed
  6. Lamp Shade
  7. St. Juliana
  8. Permission [Feat. Mafia Double Dee]
  9. Offwhite Lumberjack
  10. Stamps In The Middle

Beatz

All tracks produced by Conductor Williams

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