Intervista a Patto mc (Marzo 2005)

A quattro anni dall’album dell’Energizer Fast Few “Oltre il sound”, Patto mc ritorna con un EP solista. L’mc salernitano, noto soprattutto per le sue doti da freestyler, si ripropone con un lavoro di cinque tracce (più intro) che segna un netto cambio di direzione rispetto al passato. In una confezione molto curata, con i testi riportati all’interno del booklet, l’album si presenta omogeneo dal punto di vista musicale, essendo interamente prodotto da Nicola Ferro. Patto punta chiaramente a raggiungere una fetta di pubblico più ampia e non lo nasconde; ad accompagnarlo, in tre brani, troviamo infatti la voce femminile di Anna B, alla quale sono affidati ritornelli e cori. Per quanto riguarda i testi, tutti in italiano, l’mc tocca i temi a lui più cari (l’attualità, la politica, il mondo dello spettacolo, la vita difficile ai margini della città, l’eterna lotta tra bene e male), dimostrando una maturità superiore alla media. Lasciamo che sia lui a dirci qualcosa in più su se stesso e sul suo progetto…

FuSo: partiamo con la più classica delle domande, chi è Patto mc?
Patto mc: è una persona a cui piace insistere su tematiche che riguardano la realtà di tutti i giorni attraverso la creazione di rime innovative, trasformando le esperienze personali in un sound specifico.

F: cos’è cambiato dall’EP con l’Energizer Fast Few a “Militi in città”?
P: c’è stata sicuramente una maturazione umana e musicale che ha caratterizzato l’intero progetto, anche grazie alla produzione artistica di Nicola Ferro, che ha totalmente rinnovato il mio sound. Un’altra differenza sostanziale con l’EP precedente è che ho potuto curare liberamente e interamente tutti gli aspetti del prodotto, partendo dai testi e dai groove, scelti da me, fino ad arrivare all’aspetto promozionale, essendo il produttore esecutivo di “Militi in città”. Un’ultima novità che caratterizza questo EP è la formazione che mi accompagna nei live, formata da Dj Rogo (che ha curato anche gli scratch presenti nel disco) e Anna B, vocalist del progetto.

F: perché l’esigenza di uscire con un lavoro solista?
P: dopo varie collaborazioni con mc’s Salernitani (Tonico 70, Mor), ho voluto mettere in evidenza il mio modo di fare Rap credendo fortemente nei miei testi e, soprattutto, cercando di rinnovare tutto quello che ho creato in passato.

F: sei noto per le tue capacità nel freestyle; in che modo ciò ha condizionato la tua scrittura?
P: il freestyle mi permette di esprimere efficacemente il mio flow, cosa che ho trasportato poi automaticamente nei miei testi. Ovviamente c’è una differenza sostanziale tra lo scrivere testi e fare freestyle: nel freestyle liberi tutte le emozioni del momento, mentre nei testi fai venire fuori i ragionamenti più importanti.

F: da cosa ti sei fatto guidare nella scelta del tappeto musicale?
P: come già detto, le basi sono opera di Nicola. Io ho scelto quelle che mi trasmettevano le sensazioni più forti e che più si adattavano al mio flow e al mio gusto musicale.

F: sei soddisfatto del lavoro finale?
P: da 1 a 10 sono soddisfatto…9! Discutendone anche con Nicola, so che possiamo fare di più in futuro. “Militi in città” è un lavoro basato su una certa musicalità e su una tipologia di testi che trattano argomenti riguardanti la realtà, senza però essere troppo complicati nella narrazione.

F: come pensi di promuovere l’album? Lo proporrai ai vari eventi in giro per l’Italia?
P: sicuramente lo porterò in giro a più eventi possibili in giro per l’Italia. Per quanto riguarda invece Salerno, la mia città, organizziamo ogni mese dei live con artisti nazionali e, spero presto, anche internazionali, per continuare a essere forti in casa nostra. Approfitto dell’occasione per ringraziare tutte le persone che mi supportano in ciò da diversi anni, dimostrandomi la loro stima.

F: pensi ci siano possibilità, per chi lavora sodo come te, di emergere dall’underground e arrivare a un pubblico più ampio?
P: è tutto da vedere, se poi le mie canzoni dovessero piacere a un pubblico diverso dal classico ascoltatore di Rap, ben venga. In tutti i casi, io continuerò a concepire la mia musica sempre secondo il mio stile e il mio volere, senza essere condizionato da niente e nessuno.

F: come vedi la scena Hip-Hop italiana attuale?
P: non credo che autoproclamarsi b-boy renda veramente b-boy. Ho tanti amici che lo sono e conosco altrettante persone che, con lo stile di vita che conducono, lo sono, ma non sanno di esserlo. Chi crede di vivere nel contesto Hip-Hop pensando di essere in America, dicendo yo yo, gesticolando con le mani e mettendo le dita in modo strano, come si vede in fanzine e magazine, per me è fuori strada. A queste persone vorrei ricordare che siamo in Italia e per quello che ho visto finora, spero che determinati personaggi maturino un po’ e imparino a valutare meglio le cose. A buon intenditore…

F: segui l’Hip-Hop americano? Quali sono i tuoi artisti preferiti?
P: tranne alcuni mc’s italiani che stimo, si può dire che ascolto esclusivamente il Rap proveniente dall’America, partendo da Tupac fino ad arrivare ai rapper più tecnici della Definitive Jux, passando per Big Pun, Non Phixion, Pharoahe Monch… Insomma, qualsiasi tipo di mc purché faccia del buon Rap. Ascolto anche molti artisti Reggae, come Capleton, Sizzla, Bounty Killer, Buju Banton, i figli di Bob Marley e così via.

F: saluti finali?
P: saluto la C.B.E., la Z.S.E., Tonico 70 e Mor, Paranza Vibes, Erba Pipa, Ohibò e tutto lo staff di RapManiacZ, ciao a tutti!

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