Aesop Rock – The Impossible Kid

Voto: 4,5

aesoprockimpossiblekidA celebrare sempre i soliti noti, a incensarli chiudendo un occhio – e talvolta pure due… – sulle doti tecniche non eccelse e la totale mancanza di originalità, si finisce col perdere di vista i veri talenti che l’Hip-Hop ancora oggi vanta, uno su tutti quello (smisurato) di Aesop Rock. L’mc originario di Northport, cittadina nello stato di New York, è alla sedicesima uscita ufficiale contando anche EP, side project e realizzazioni in free download, di queste i soli “Bazooka Tooth” e “Fast Cars, Danger, Fire And Knives”, episodi sbocciati loro malgrado nel mezzo della lunga transizione che porterà da “Labor Days” a “None Shall Pass”, segnano a mio giudizio una temporanea battuta d’arresto all’interno di un percorso altrimenti in progressione incessante, risultato raggiunto attraverso il consolidamento di un profilo artistico sontuoso anzitutto per qualità e personalità. Se ciò basta a inquadrare i pregi principali di una carriera che meriterebbe senza alcun dubbio encomi meno sporadici, al nostro Ian tocca ancora riconoscere una complessità tematica più unica che rara e declinata in introspezioni pregne di autobiografismi, emozioni e sincera vulnerabilità.

A quattro anni dalla fortunata esperienza di “Skelethon”, di cui persistono la gestione in prima persona del beatmaking e il supporto indispensabile della Rhymesayers (label che, rispetto a Mush e Definitive Jux, sembra meglio incarnare le tinte umorali di Aesop), “The Impossible Kid” è il frutto di un periodo trascorso in rigorosa solitudine tra i boschi, rifugio da fragilità emotive e turbolenze familiari; qui, allo scoccare dei quaranta, il rapper ha affrontato insicurezze e fantasmi, ha riflettuto su depressione, psicoanalisi, relazioni e morte, ha riordinato ambizioni (una laurea in Visual Arts lasciata a prendere polvere) e ricordi, non senza un tocco di umorismo nero – anzi nerissimo. Complessivamente, si tratta di un labirinto interiore non sempre decifrabile, scandito da testi (tutti, per nostra fortuna, disponibili nell’artwork figherrimo a cura di Alex Pardee) come di consueto intarsiati di deliziose finezze metriche, lessicali e narrative, una prova tanto minuziosa da rendere accidentato, approssimativo, qualsiasi tentativo di sintesi.

Mentre, infatti, “Rings” è un brano che esorcizza i rimorsi dovuti all’abbandono della pittura (si veda il climax, peraltro su un extrabeat micidiale, di <<I let my fears materialize/I let my skills deteriorate/haunted by the thought of what I should have been continuing/a mission that was rooted in a twenty year affinity/in rickety condition with an ID crisis>>), “Dorks” offre un’infinità di metafore sull’isolamento sia autoriale che umano del protagonista (bellissime le barre introduttive: <<question: if I died in my apartment like a rat in a cage/would the neighbors smell the corpse before the cat ate my face?>> – e gustatevi la pronuncia della locuzione persona non grata) e “Shrunk” rincara la dose di nevrosi esprimendo un punto di vista sull’analisi abbastanza inequivocabile (<<she says I’m not your enemy/I said that sounds like something/that my enemy would say/instead of playing off the chemistry>>), la gran parte della tracklist si snoda in dolorosi flussi di coscienza (“Get Out Of The Car”: <<if I zoom on out I can finally admit/it’s all been a blur since Mu got sick>>), storytelling che scavano nella memoria (quello doppio di “Blood Sandwich”), criptici simbolismi (“Mystery Fish”, “Water Tower”) e puro astrattismo (“Rabies”).

Non una passeggiata, sia chiaro, ma l’ascolto è appagante e la componente musicale, come detto firmata in toto dallo stesso Aesop Prog (© Al-X), detta i tempi dell’album con grande efficacia. Eroso il ricorso ai sample, il produttore trova nei Grimace Federation (trio formato da Wes Schwartz, Christopher Wood e Jim Calvarese) l’amalgama da modellare a seconda del proprio gusto, spingendo forte sulle batterie e gestendo con mano sicura synth, basso ed effettistica assortita (compresi gli scratch di Dj Zone). Il timbro è inequivocabilmente Hip-Hop e sviluppa in maniera coerente il minimalismo adottato altrove, concedendosi poche deviazioni (gli intermezzi onirici di “Blood Sandwich” e “Get Out Of The Car”, la giocosità di “TUFF” e “Kirby” – quest’ultima dedicata all’attenta osservazione di un micio) dal mood scuro che in “The Impossible Kid” prevale. Distrazioni che aiutano a digerire un’operazione da assimilare senza fretta, densa, tribolata e forgiata da un’abilità al microfono di enorme valore.

Vent’anni ininterrotti di attività, un’energia mai sopita: Aesop Rock.

Tracklist

Aesop Rock – The Impossible Kid (Rhymesayers Entertainment 2016)

  1. Mystery Fish
  2. Rings
  3. Lotta Years
  4. Dorks
  5. Rabies
  6. Supercell
  7. Blood Sandwich
  8. Get Out Of The Car
  9. Shrunk
  10. Kirby
  11. TUFF
  12. Lazy Eye
  13. Defender
  14. Water Tower
  15. Molecules
  16. Syrup (Pre-order Bonus Track) [Feat. Homeboy Sandman and Open Mike Eagle]
  17. Dorks (Blockhead Remix – Pre-order Bonus Track)

Beatz

All tracks produced by Aesop Rock except track #17 by Blockhead

Scratch

All scratches by Dj Zone