Dave East – Kairi Chanel
Eh beh? Non dite che non vi avevamo avvisato per tempo del fatto che c’è un virtuoso classe ‘88, forgiato dai project dell’esotico Barrio, che da tempo attraversa i cinquantadue stati in veste di ambasciatore della Grande Mela impugnando il testimone di una tradizione che, a suon di incensamenti unanimi (quando il ragazzo mette piede nelle stazioni radio di L.A. stendono i tappeti rossi, per dire…), inizia ad assumere le sembianze di un piccolo scettro. Se infatti il Dave East che poco più di dodici mesi fa ci ha consegnato “Hate Me Now” affiancava uno stile certamente maturo a composizioni dalla struttura ancora piuttosto grezza, quello che possiamo ascoltare in “Kairi Chanel” (così intitolato in tributo alla figlia) sembra invece aver acquisito piena consapevolezza del proprio peso sullo scacchiere dei five boroughs.
Nelle tre strofe di “Don’t Shoot” il rapper, su una composizione atmosferica firmata da Triple A, ripercorre in soggettiva temporale la vita di un ragazzo di East Harlem dall’età di dieci anni fino all’epoca del college. La sua voce, modulata attraverso diverse gradazioni di auto-tune, si fa sempre più adulta nel corso della narrazione e con essa evolve il livello di percezione del protagonista, la cui iniziale ingenuità (<<one day I’m walking in my building and they stopped me/told me I looked just like this kid that did a robbery/and I ain’t never stole nothing in my life/maybe candy out the store or a bag of chips>>) finisce per cedere inesorabilmente il passo alla durezza delle lezioni impartite dalla strada (<<soon as they come around it feel like your luck gone/they gotta show you their power, that’s why they put the cuffs on/ain’t no more weed in the car sir, the blunt gone/I got my hands ups, officer what’s the problem?>>). L’architrave concettuale del brano non è di per sé una novità assoluta, ma l’intensità dello scenario musicale non è di quelle che possono sbocciare dal quaderno di un qualsiasi mestierante del Rap.
L’asso della partita East se lo gioca però in “Type Of Time”, anthem puro cucito sulla strumentale migliore del disco. Cardo intreccia un loop freddo e minimale, che riflette da lontano i bagliori con cui Ski accompagnò un novello Jay-Z sulla mappa, a una serie di percussioni dal tratto pulito e tipicamente new school; il risultato è impeccabile e, che vi piaccia o meno, vi ritroverete probabilmente a canticchiare quel <<I did a lot but I never hated>> molto prima di quanto pensiate. Di notevole fattura anche le ritmiche compassate di “Slow Down”, il ritorno al format dello storytelling classico di “Keisha”, che pur non mettendo in rima la novella più originale della storia regala ritmo e suspense a sufficienza per reggere dall’inizio alla fine, l’accesa “Again”, la vivace riunione di condominio di “SDE” e “The Real Is Back”, un crudo botta e risposta fra generazioni in cui il barbadiano e Beanie Sigel sigillano a vicenda le proprie barre tra autocitazioni e omaggi (<<pull something big out, give you a long kiss on the cheek/who ready to die? Sky’s the limit, who want beef?/I was a bad boy before I repped the ROC/this ain’t nothing new shit this just what the fuck we do/we like no limit soldiers and nigga I’m that true/the reason, the solution nigga I’m that too/whoever stuck to the realness, then I’m that glue>>).
Pur non eccellendo su tutta la linea e presentando qualche calo fisiologico sull’arco di oltre un’ora di ascolto (“Eyes On Me”, “The Only Thing”) – ricordiamo che, per quanto la definizione sia equivoca, si tratta pur sempre di un mixtape – “Kairi Chanel” non mostra grossi intoppi. Al contrario, offre una certa destrezza nel disinnescare qualche lecito pregiudizio della vigilia, trovando ad esempio una giusta collocazione nel mezzo della rozza veemenza di “Can’t Ignore” a un senza ruolo di prim’ordine quale 2 Chainz, o riuscendo a oliare al punto giusto gl’ingranaggi della commistione Hip-Hop/R’n’B di “From The Heart”, sbloccando un meccanismo inceppato sin dai tempi in cui la Bad Boy Records dominava le vette del monte Billboard e, al contempo, confermando la propria trasversalità artistica.
A conti fatti, a Dave East manca ancora qualche gradino per divenire l’El Chopo dell’Escobar che siede sulla poltrona numero uno della Mass Appeal Records ma, considerati trascorsi e presupposti, il tempo che separa “Kairi Chanel” dal suo debutto ufficiale dovrebbe permettere di colmare anche le ultime lacune…
Tracklist
Dave East – Kairi Chanel (Mass Appeal Records 2016)
- It Was Written
- Type Of Time
- Again
- Can’t Ignore [Feat. 2 Chainz]
- Sending My Love [Feat. Sevyn Streetr]
- 30 Niggaz
- Keisha
- Eyes On Me [Feat. Fabolous]
- SDE [Feat. Cam’ron]
- Don Pablo
- The Only Thing
- The Real Is Back [Feat. Beanie Sigel]
- Slow Down [Feat. Jazzy Amra]
- Don’t Shoot
- Bad Boy On Death Row (Bonus Track) [Feat. The Game]
Beatz
- Mr. Authentic: 1, 7, 9
- Cardo: 2, 4, 13
- Rich Icy and Money Montage: 3
- Buda and Grandz: 5, 6
- Phonix: 8
- Tha Jerm: 10
- Mark Henry: 11
- Cashflo: 12
- Triple A: 14
li9uidsnake
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