Action Bronson – Johann Sebastian Bachlava The Doctor
Fatte le dovute e significative eccezioni, il ricordo di questa caldissima estate sarà forse un po’ più tiepido se rapportato all’entusiasmo provato per la gran parte dei titoli che abbiamo ascoltato. Per prassi, ci teniamo aggiornati su un numero di dischi decisamente maggiore di quello che ottiene spazio effettivo nei nostri archivi, cernita grazie alla quale riusciamo a selezionare e diversificare i contenuti del sito; fuori a luglio, “Johann Sebastian Bachlava The Doctor” di Action Bronson era finito nella pila degli esclusi per questa ragione, ovvero perché non proponeva differenze rilevanti rispetto a “White Bronco”, “Only For Dolphins” e “Cocodrillo Turbo”, rilasciati l’uno a due anni dall’altro, caratterizzati da sonorità affini e accompagnati dall’immancabile (nonché orrida) tela naïf dello stesso Ariyan. Dopo diversi tentativi non andati a buon fine, avendo altresì scarsa voglia di addentrarci per l’ennesima volta nei farneticamenti di Kanye West, la scelta è caduta appunto su un’operazione che in origine aveva incontrato il semaforo rosso, pur possedendo i guizzi di cui diremo.
Mezz’ora di durata, tre sole postazioni occupate in studio (Daringer e The Alchemist, più il Nostro), il sostegno dell’eterno amico Meyhem Lauren (timbra il cartellino dai tempi di “Dr. Lecter”): l’album ha una struttura volutamente asciutta, con ciò sottintendendo che – tra gli improbabili esercizi di fitness e le ricette dall’elevato contenuto calorico proposti attraverso Instagram, oltre al wrestling, gli show televisivi, i libri di cucina, l’ingresso nel cinema e via a seguire – lo sforzo realizzativo, in termini di originalità, non sia stato dei più impegnativi. Il rapper ha trovato una sua piccola comfort zone e non se ne allontana neppure per errore, finendo con l’autocitarsi a partire dall’introduttiva “Splash (Provocativ)”, che riprende la medesima idea utilizzata per un brano di “Only For Dolphins” e reclamizza una delle sue fragranze – sì, perché nel frattempo non la vuoi lanciare una tua linea di profumi? I giochi si fanno allora più interessanti nei due estratti video che hanno anticipato la pubblicazione: la delirante e ludica “Sega” (<<jump in the taxi, gun in the stomach, another whodunit/it’s just those city boy blues with Miles on the trumpet>>), su un appropriatissimo sample della band Prog brasiliana Terreno Baldio, e il bizzarro storytelling di “Nourish A Thug” (<<I’m in the bed with two dykes/watchin’ Tyson Fury vers’ Francis Ngannou fight/…/they gonna need four cuffs ‘cause my shoulders buff/only man alive known to break out of the cobra clutch>>).
Temi e spunti narrativi sono quindi quelli d’ordinanza, sebbene l’uscita abbia coinciso con l’ottantesimo compleanno della mamma (che bravo figlioletto!): un eccentrico tour nel quale cibo, sesso e violenza quasi si rincorrono (<<I don’t eat no motherfuckin’ McDonald’s/I eat the same thing as a rhino/you better bounce and take that puta to the gyno/before she ruins her vagina>> – “Salvaje”), toccando sovente gustose punte d’ignoranza lirica (<<me and my maiden dance naked next to paintings painted by Francis Bacon/refuting attempts to be tempted by the hands of Satan>> – “Hogan”, con un Lauren altrettanto ispirato). In ambo i casi, peraltro, Action Bronson si destreggia alle macchine con risultati non inferiori a quanto proposto dagli altri due; tra i pregi di “Johann Sebastian…” c’è senza dubbio una componente melodica adeguata ai toni svarionati e sopra le righe dell’mcing, con Daringer al top sia quando collabora con Julian Love (chitarra) e Yung Mehico (sax) in “Splash” che nel delizioso campionamento per “Doctor” (è la soundtrack del film “Ashita no Joe”, cioè l’anime che siamo abituati a chiamare “Rocky Joe”), mentre Alc firma l’unica pernacchietta del lotto, “Citrus Wahoo”, smorzando così l’altro duetto dei bon vivant.
L’artista di Los Angeles si fa perdonare nell’autocelebrativa “NBA Leather On NBC”, cui partecipa anche con le proprie barre (<<if money makes a human attractive, then I’m a sex symbol – I’m gorgeous>>). E valgono ancora una citazione “Kompressor”, pezzo pregno di Funk – gentilmente fornito dai The Bar-Kays – con un Larry June che si prende una fetta consistente dei riflettori (<<I hopped out lookin’ like Shaft, I’m a whole mood/I’m dozin’ off, countin’ old hundreds in this vintage coupé>>), e “Shadow Realm”, che dà un senso tutto nuovo alle note romantiche di “This Is My Song” di Al Martino (<<beat the pussy up until it looks like one of Satchel Paige’s baseball mits>> è un’immagine abbastanza esplicativa). Nulla, invece, aggiungiamo sulla penna di Action Bronson, impeccabile come di consueto, a suo modo visionaria, tanto più efficace quando sposta le rime all’interno del verso.
Sicuramente molte luci e poche ombre, per un progetto che asseconda però i meccanismi di un mercato oramai dedito a un consumo veloce e vorace. La scia positiva è un segnale inequivocabile dello stato di forma che Action Bronson esprime con costanza invidiabile, ci chiediamo solo quanto occorrerà a “Johann Sebastian Bachlava The Doctor” per finire su una mensolina (virtuale) a raccogliere polvere – a meno che non sia già successo.
Tracklist
Action Bronson – Johann Sebastian Bachlava The Doctor (Baklava Industries/Loma Vista Recordings 2024)
- Splash (Provocativ) [Feat. Julian Love and Yung Mehico]
- Sega
- Nourish A Thug
- Hideo Nomo [Feat. Julian Love]
- Salvaje
- Hogan [Feat. Meyhem Lauren]
- Citrus Wahoo [Feat. Meyhem Lauren]
- Kompressor [Feat. Larry June]
- NBA Leather On NBC [Feat. The Alchemist]
- Shadow Realm
- Doctor
Beatz
- Daringer: 1, 3, 4, 8, 11
- The Alchemist: 2, 7, 9
- Action Bronson: 5, 6, 10
Bra
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