Aesop Rock – Float
Con la sua voce profonda, un flow spericolato, un’incredibile abilità sia lirica che compositiva e una spiccata componente visionaria nei suoi testi, Aesop Rock si rivela uno dei personaggi di certo più innovativi e complessi dell’Hip-Hop statunitense dell’ultima generazione. Dopo “Music For Earthworms” e l’acclamato EP “Appleseed”, usciti di fatto attraverso piccole autoproduzioni, “Float” può essere considerato il debutto ufficiale dell’mc newyorkese. Di certo, quello in esame non è un disco immediato: a un primo impatto anche il più allenato dei consumatori di un certo tipo di Hip-Hop potrebbe rimanere frastornato dall’incredibile quantità di informazioni verbali e sonore racchiuse nelle sue venti tracce, ma un po’ alla volta potrà scoprire le meraviglie che Aesop è capace di creare con musica e parole.
Ecco appunto, parole, parole dappertutto, ce ne sono miliardi che si rincorrono, si afferrano, sembrano non lasciare spazio al respiro; a volte danno perfino l’impressione di non avere alcun senso, a volte sembrano invece averne fin troppo, come nel caso di “Basic Cable”, una spietata riflessione sull’invadente presenza del tubo catodico nella società americana (<<please take me, please calm me, please make me a zombie/please I want to donate my brain to the monstrous Panasonic profit/…/crucify my little future to the monitor/damn it feels good/…/my everyday is sitcom, soaps, news, bad dramatization/come along with me, my friend, for the most glorious sensation>>). Concetti reali, come l’avversione all’omologazione sociale in “Commencement At The Obedience Academy” (<<my daytime is on some, yes sir, okay sir, right away sir/sir do you mind if I breathe sir oh you do? Well excuse me sir fuck you>>), si alternano ad acute osservazioni letterarie (si veda quella di “6B Panorama” sulle strade di New York e i personaggi che le popolano) o a strani viaggi mentali e descrizioni in apparenza non-sense (“Drawbridge”, con la presenza sopra le righe di Dose One, ne è un esempio).
Ma se il talento narrativo di Aesop Rock è fuori discussione, non è da meno quello di produttore: otto delle venti tracce di “Float” sono prodotte da lui medesimo (spiccano, tra le altre, “Big Bang”, “How To Be A Carpenter” e la conclusiva “The Mayor And The Crook”). Le strumentali delle restanti tracce sono fornite dal suo storico compare, l’eclettico Blockhead (basterà accettare i suoi inviti a colazione, pranzo e cena per capire di che stoffa è fatto il ragazzo, per non parlare dei suoni di “I’ll Be OK”, “Basic Cable”, “Oxygen”, “Spare A Match” ed “Attention Span”), e da Omega (per la reggaeggiante “Skip Town”). Settanta minuti non sono pochi e di tanto in tanto si ha la vaga sensazione che alcuni pezzi si somiglino o che, comunque, siano meno incisivi di altri; la verità è che ci vorrà molto tempo per metabolizzare compiutamente tutto il materiale contenuto in “Float”, ma consiglio a chi vi si avvicinerà di non arrendersi ai primi ascolti e andare più a fondo, magari con l’aiuto dei testi per comprendere meglio il senso e la bellezza delle (tante) canzoni a disposizione.
Date una possibilità ad Aesop Rock e a questo disco, ne resterete piacevolmente impressionati ed avrete, ancora una volta, l’occasione di conoscere e apprezzare qualcosa che i media e le classifiche più fighe non vi proporranno mai.
Tracklist
Aesop Rock – Float (Mush Records 2000)
- Float
- Commencement At The Obedience Academy
- Big Bang
- Garbage
- I’ll Be OK [Feat. Slug]
- Breakfast With Blockhead
- Basic Cable
- Fascination
- Oxygen
- Skip Town
- 6B Panorama
- Lunch With Blockhead
- Spare A Match
- Attention Span [Feat. Vast Aire]
- How To Be A Carpenter
- Prosperity
- No Splash
- Drawbridge [Feat. Dose One]
- Dinner With Blockhead
- The Mayor And The Crook
Beatz
- Aesop Rock: 1, 3, 4, 8, 11, 15, 16, 20
- Blockhead: 2, 5, 6, 7, 9, 12, 13, 14, 17, 18, 19
- Omega One: 10
Al-X
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