Aesop Rock – Skelethon
E’ stata un’attesa prolungata, ma non priva dei necessari intermezzi: l’intera produzione musicale di “Felt 3: A Tribute To Rosie Perez” (2009), il progetto a tre Hail Mary Mallon (2011), qualche sporadica apparizione dove magari neppure te l’aspetti (“Ground Original 2”, “Acid Tab Vocab”). Ora, però, si torna a fare sul serio; anzi, potremmo forse dire che Ian Mathias Bavitz non abbia mai fatto prima così sul serio. “Skelethon” è infatti il suo primo disco da solista sotto Rhymesayers (intesa più che collaudata: vedi sopra), senza il contributo centrale di Blockhead, dopo l’implosione della Def Jux e privo di collaborazioni sia al microfono che alle macchine. Connotazioni non del tutto marginali che ne lasciano subito intuire un temperamento molto personale e addirittura, come si scoprirà durante l’ascolto, liberatorio.
Quest’isolamento, in parte stemperato da Alyson Baker (basso e chitarra), Hanni El Khatib (chitarra), Nicky Fleming-Yaryan (batteria) e Kimya Dawson (la voce femminile di “Crows 1”), conduce a un’opera coesa, coerente e senz’altro equilibrata. Non che sia semplice abituarsi a un’assenza pesante come quella di Blockhead, tuttavia Aesop ha maturato una confidenza sempre maggiore con campionatori e sequencer, raggiungendo un gusto compositivo che si dimostra decisamente appropriato al tono delle liriche, talvolta scure, spesso ermetiche, in ogni caso elaborate e ricche di metafore. Proprio “Crows 1”, ad esempio, può sintetizzare con efficacia gli attributi principali della nuova uscita dell’mc: una macabra filastrocca conduce l’ascoltatore verso un incubo che, alla linearità del racconto, preferisce una suggestiva concatenazione di immagini (<<they piggy back the tombs of all your deadest friends and neighbors>>), scarnificando il beat in un rullante che picchia durissimo, un breve accordo di chitarra e una tromba lacerata dagli scratch di Dj Big Wiz.
Discorso analogo per “ZZZ Top“, un articolato confronto sia generazionale che culturale costruito a partire da tre input (Zoso, Zulu e Zeros), “Zero Dark Thirty“, una sorta di enigmatico bilancio artistico, “1,000 O’Clock”, uno storytelling apparentemente nonsense che si può leggere però come lo sguardo disorientato di chi si sente estraneo al mondo nel quale vive (<<all these tribes hoard breads and wines, these climates transform men to swine/all these hives hide knives and lead, these bribes can’t transform swine to men!>>), tra l’altro su una legnata monumentale. Il meccanismo è essenzialmente questo, fatta eccezione per “Ruby ’81”, un aneddoto breve e conciso su una bambina di due anni finita in piscina e salvata da un cane – se ne apprezzano la splendida interpretazione, il beat spaziale di soli synth che cresce di tensione un po’ alla volta e l’ambigua morale del finale.
Ciò che emerge con estrema chiarezza è soprattutto un talento lirico pressoché unico nel suo genere. Paroliere sopraffino, narratore minuzioso, acrobata delle metriche, Aesop Rock è molto semplicemente tra i migliori white rapper di sempre, dotato di una tecnica straordinaria e di una voce assai espressiva. Nelle battute conclusive si nota magari una certa ridondanza che rallenta la corsa a testa bassa di “Skelethon” (penso a “Saturn Missiles” e “Tetra”), raffreddandone un pochino il giudizio complessivo; resta il fatto che nei suoi episodi più interessanti il quinto album di Aesop Rock (senza contare gli EP e le uscite prive di una distribuzione capillare) raggiunge vertici notevoli, pertanto ve ne consiglio senza indugi l’ascolto e, perché no, vi ricordo che a questo link trovate un nostro modestissimo mixtape che ne tributa la lunga carriera.
Tracklist
Aesop Rock – Skelethon (Rhymesayers Entertainment 2012)
- Leisureforce
- ZZZ Top
- Cycles To Gehenna
- Zero Dark Thirty
- Fryerstarter
- Ruby ’81
- Crows 1
- Crows 2
- Racing Stripes
- 1,000 O’Clock
- Homemademummy
- Grace
- Saturn Missiles
- Tetra
- Gopher Guts
Beatz
All tracks produced by Aesop Rock
Scratch
All scratches by Dj Big Wiz
Bra
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