Akrobatik – Built To Last
<<In and out of consciousness, doping me up/not knowing they’re about to call, open me up/they couldn’t hesitate, they had to saw through my chest plate/it’s sort of wild how they fix my aortic valve/artificial parts and wires will take months to heal/now it’s for real when I say that I’m the man of steel>>. Le parole che avete appena letto potrebbero forse sembrare il parto narrativo di un abile paroliere, in realtà non si tratta né di fantasia né tantomeno di creatività: ciò che Akrobatik narra con tanta carica emotiva in “Alive” è esattamente ciò che ha vissuto in prima persona nel pomeriggio di quel tredici maggio di tre anni fa, quando fu vittima di una dissezione aortica da cui si è salvato per miracolo. “Built To Last”, titolo già scelto in precedenza ma che ha assunto un ulteriore significato dopo quei drammatici eventi, è sì uno splendido album, ma è soprattutto una celebrazione della vita.
Dal primo all’ultimo secondo, l’energia di Akro scorre inarrestabile e sembra davvero permeare ogni rima e ogni suo respiro, risultando una presenza scenica che riesce ad unire le qualità consolidate del veterano della scena alla fame insaziabile del giovanotto alle prime esperienze: in pratica, una bestia! “Built To Last” ha una scaletta breve e concentrata (undici brani ripartiti su una durata di trentotto minuti), che non lascia spazio ad inutili riempitivi ma concede all’mc di mettere in mostra tutto il suo ricco repertorio. Si va dallo storytelling al cardiopalma della già citata “Alive” (sostenuta da un drammatico tappeto sonoro intessuto da Fakts One), a veri e proprio canti di battaglia come la spartana “Three Hunnit”, cui prendono parte anche il concittadino Edo G. e Masta Ace (che alla soglia delle sue quarantotto primavere è ancora fresco come una rosa), o la staffetta con Reks (strepitoso!) e Chilla Jones di “Rekless Abandon”. Fra le collaborazioni da segnalare, spicca poi sicuramente anche la semi-reunion dei Perceptionists in “Where Am I?”, racconto ambientato in un futuro distopico con Mr. Lif che veste i panni dello scienziato responsabile della meccanizzazione di Akrobatik (<<You’re you in the truest form/just with no human form – nowadays, human ain’t the norm/your body would roast, the sun is too close/with new types of bacterias, our bodies fell host/it’s eighty years beyond when you’ve last yawned/you missed the earth splitters and the winters with the nuclear dawns>>).
La sua versatilità non fa certo notizia, eppure dopo anni ancora rimango impressionato dalla disinvoltura che riesce ad esibire, così naturale nel passare dagli assalti verbali di brani come la titletrack ed “Ak To The Future”, agli incastri riflessivi e profondi che ritroviamo nelle conclusive “Let’s Keep It Goin'” e “Hope”, quest’ultima in particolare vera e propria poesia in musica (<<Get out and see the world, your block will blind you/and you can’t escape things you need to leave behind you/I don’t mean to preach, I’m just trying to remind you/to not be another statistic with a line through>>), da ascoltare e riascoltare fino allo sfinimento. Spesso si usa dire che ciò che non uccide, fortifica, magari non sarà sempre vero ma, nel nostro caso, dubbi non ce ne sono: Akrobatik è tornato più forte che mai!
Tracklist
Akrobatik – Built To Last (No label 2014)
- Ak To The Future
- Built To Last
- Campus Invasion
- Mercenary’s Theme
- Three Hunnit [Feat. Edo G. and Masta Ace]
- Stop And Stare
- Alive
- Where Am I? [Feat. Mr. Lif]
- Rekless Abandon [Feat. Reks and Chilla Jones]
- Let’s Keep It Goin’ [Feat. Dutch ReBelle]
- Hope [Feat. JTronius]
Beatz
- Dj Supa Dave: 1
- Reason: 2, 9
- Biz20: 3
- Tarik McFarland: 4
- Paten Locke: 5, 11
- Hezekiah: 6
- Fakts One: 7
- Teddy Roxpin: 8
- Slopfunkdust: 10
Scratch
- Dj Supa Dave: 1
- Dj Reel Drama: 2
- Paten Locke: 3, 5
li9uidsnake
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