Ape – 1978
Anni di silenzio e poi riecco Ape addirittura con un doblete nel medesimo anno solare; prima un LP, “The leftovers”, pubblicato lo scorso marzo, quindi a distanza di soli nove mesi questo “1978”, un lavoro di sei tracce che s’ispira ai libri di Joe R. Lansdale e celebra i quarant’anni del rapper brianzolo, metà dei quali dedicati all’Hip-Hop. EP che conferma Ape sui buonissimi e se vogliamo sorprendenti livelli dell’album precedente, con rime come d’abitudine lineari e pulite, valorizzate tanto da collaborazioni azzeccate quanto da strumentali eterogenee e godibili.
Si parte subito forte con “Il mambo degli orsi”, traccia nella quale l’mc, su una classica e stilosissima produzione di Bassi Maestro, consuntiva appunto le prime -anta primavere trascorse, traguardo che dovrebbe comportare tante certezze e qualche sporadico e marginale dubbio, ma che nel caso specifico ci pone invece di fronte a un <<eterno insoddisfatto, illuso visionario/meno artista, distratto, più reazionario>> con <<in testa più progetti che piani d’azione/diviso tra entusiasmo ed ansia da prestazione>> e <<più cicatrici che rimorsi/non cerco le risposte ma le domande da pormi/e troppo giovane per smettere/ma forse troppo vecchio per essere il lupo su cui scommettere>> (quest’ultima a firma Zampa).
Si prosegue su livelli affini con le successive “Una stagione selvaggia” e “Rumble tumble”. La prima gira su un beat marcatamente west coast a opera di Sek e fotografa una grande città, Milano in questo caso, nel mese estivo per eccellenza, cioè agosto, con <<centri commerciali oasi come cattedrali/nel deserto, pieni come le spiagge di Bali>> popolati da zombie travestiti da <<ragazzini con lo sguardo incollato al display/affogano sui social col cervello in delay/niente penna in motorino, niente vasca in centro/vivono per apparire, sono morti dentro>>. Subito dopo Ape e Lord Madness, su una strumentale psicotica di Sick Budd, raccontano la storia di un <<cane randagio cresciuto ai margini/attratto dal luccichio di ciò che non posso permettermi>>, contesto molto attuale nel quale <<l’apparenza è tutto, il primo dogma del quartiere/vuoi farne parte, la tua parte, basta interpretare/ciò che si aspettano tu faccia ha poca importanza/purché preservi gli equilibri almeno in apparenza>>; come unica e più semplice via di fuga il crimine, nella fattispecie una rapina che però finisce male, molto male, con omicidio, arresto e pena di morte (Maddy chiosa: <<piego le sbarre del pensiero e volo via lontano/con la sensazione di avere ancora quel ferro in mano/spogliato dei miei diritti dai vostri pregiudizi/un ultimo respiro, che la sentenza inizi>>).
C’è poi spazio anche per leggerezza e cazzeggio con “Brett”, pezzo ipocalorico che si lascia ascoltare ma non incide più di tanto sull’insieme, e “Rookie”, bella e corposa traccia un po’ autocelebrativa e un po’ presa per il culo verso la scena attuale, con spartito incalzante griffato Ill Papi e massiccio featuring di Musteeno (anche in formato video). Quest’alternanza di tematiche e ambientazioni giunge a conclusione come meglio non potrebbe grazie a “Bastardi in salsa rossa”, sfrontata e brutale sintesi di quello che è diventato lo Stivale, <<un Paese indifferente e che poi se ne frega/dove governa non chi è eletto ma il miglior stratega>>, una nazione bloccata da Chiesa (<<nulla da spartire con Bergoglio, Viganò e Bagnasco/diavoli in terra consacrati a un ordine supremo/reggono il gregge col terrore dell’ultraterreno>>), classe politica (<<la mia nazione si consuma, sta bruciando lentamente/non mancano le idee, serve il sostegno della gente/confusa dalle false promesse di un presidente/campagna elettorale dalle macerie di un ponte>>) e (in)giustizia (<<schiavi dei pregiudizi, poche prove, solo indizi/archiviano i processi, parlano di nuovi inizi>>). A impreziosire contenuti, rime e flow, l’eccellente contributo di Apoc e gli scratch di Dj Lil Cut.
Tirando le somme, se per Ape “The leftovers” ha rappresentato una sorta di nuovo inizio, un inaspettato quanto piacevole rincontrarsi dopo tanto tempo, “1978” è la conferma della ritrovata voglia di fare musica ad alto livello da parte di un rapper che ha ancora molto da dire & dare.
Tracklist
Ape – 1978 (Gemelli SNC 2018)
- Il mambo degli orsi [Feat. Zampa]
- Una stagione selvaggia [Feat. Blo/B]
- Rumble tumble [Feat. Lord Madness]
- Brett
- Rookie [Feat. Musteeno]
- Bastardi in salsa rossa
Beatz
- Bassi Maestro: 1
- Sek: 2
- Sick Budd: 3
- Apoc: 4, 6
- Ill Papi: 5
Scratch
- Dj Lil Cut: 6
Gabriele Bacchilega
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