Banana Spliff – XVI round

<<L’approccio è Punk/ma il Funk ci dà le direttive>>. Il primo pensiero materializzatosi durante l’ascolto di “XVI round” è stato finalmente; perché a sei anni da “Spaghetti nightmare” l’assenza dei marchigiani Banana Spliff cominciava a preoccupare e perché di Hip-Hop italiano – in senso stretto, quindi senza dover fare i conti con ibridazioni Pop, Trap, Dance, Rock e chi più ne ha, ne metta – negli ultimi dodici mesi ne abbiamo sentito davvero pochino. Qui, dovreste saperlo già, la formula adottata è semplice: rime più beat, come da tradizione ma non per forza con quella nostalgia che si pretende ogni volta di accostare ai progetti che richiamano una certa classicità di fondo, dato che O.P., Drugo, Irakeno e Oskie non hanno (e non hanno mai avuto) l’atteggiamento intransigente dei cosiddetti puristi, limitandosi semmai a conservare un’identità che da “Il mondo a portata di mano” non ha vacillato neppure per un istante.

La premessa non vuol essere un alert per tenere in disparte quella fetta di ascoltatori che al solo parlare di crew e posse track avverte puzza di vecchio, o che di fronte a una durata di quasi settanta minuti comincia a sbadigliare per partito preso; il punto è che, a differenza di quanti conducono la propria carriera artistica sbandando tra una moda e l’altra, i Banana hanno maturato l’esperienza (una quindicina d’anni fianco a fianco) e la consapevolezza necessarie per garantire il medesimo livello qualitativo ad ogni loro uscita – comprese quelle con FFiume e Neuro Garage. Basterebbe sottolineare ciò, ovvero la costanza, la caparbietà e perfino l’orgogliosa mancanza totale di potenziale commerciale sbandierata sotto il vessillo dei Rasklatt Cinque, per indicare il gruppo anconetano tra i pochi che ancora interpretano l’Hip-Hop come un’occasione di confronto e di condivisione, collocazione che li vede all’esatto opposto di chi si isola nell’ego(centrismo) di un percorso ermeticamente chiuso su se stesso e autoreferenziale fino alla nausea.

Lo spirito che brucia in “XVI round”, la cui metafora pugilistica esula non a caso dalla pura introspezione e si pone come un’indicazione – quella di non arrendersi mai alle avversità – applicabile alla vita in generale, viene appunto alimentato da una passione che si esprime ai suoi massimi livelli sulle assi del palco o nel cerchio di una jam: l’habitat naturale dei Banana Spliff è infatti il live e la loro musica è il riflesso di un equilibrio raggiunto anzitutto nell’interazione tra le parti, si tratti del quartetto al completo o dei tre mc’s sostenuti dai diversi featuring selezionati alle macchine e al microfono. Da questo punto di vista, i quattordici primi complessivi di “Coppa Cobram pt. 2” ed “Hell’z Eye posse” sono la sintesi perfetta di un’attitudine sopravvissuta a qualsiasi terremoto (più o meno devastante) abbia scosso l’Hip-Hop di casa nostra negli ultimi tre decenni, tanto che – lo so, è scontato – il ricordo corre subito alla seminale “I messaggeri”.

Paralleli a parte, la discreta vivacità di umori, voci e atmosfere completa i pregi di un album che appare solido in tutte le sue componenti: i <<sarà che sarà>> di “Prendo la vecchia” (riferimento a una celebre partita a biliardo di “Fantozzi”?), il grasso Funk proposto da Dj Argento in “Colpo grosso”, le citazioni western di “Nel nome del fuoco” e “Quali banditi?”, gli svarioni di “Sottozero”, le riflessioni sul tempo presente del singolo “10.000 A.C.”, l’amarezza di “Come te” (impeccabile il coinvolgimento di Claver Gold) e i tanti sogni di “Au revoir” (bello il beat dal timbro Blues di Deva) danno colore all’andatura lineare di “XVI round”, fermo restando che la dimensione tecnica e la caratura delle strumentali rispecchiano in pieno il programma. Il collante è dato da una leggerezza che smorza sia i temi più concreti che l’autocelebrazione, indirizzando l’attenzione sulla rotondità degli incastri, sulla musicalità del flow e su una performance lirica che, in generale, appagherà l’orecchio più esperto.

Vi risparmio le altre chiacchiere e mi permetto di suggerirvi un esperimento: registrate “XVI round” su nastro, recuperate un walkman funzionante, uscite di casa col cappuccio della felpa alzato e… E niente, se ne sentiva a prescindere il bisogno.

Tracklist

Banana Spliff – XVI round (Glory Hole Records 2017)

  1. Buongiorno e buonasera
  2. Prendo la vecchia
  3. XVI round [Feat. Vena]
  4. Colpo grosso
  5. Nel nome del fuoco
  6. Sottozero
  7. Coppa Cobram pt. 2 (hosting Esa aka El Prez) [Feat. Cripto, Chef Ragoo, Musteeno, Dre’ The Future, FFiume e Tony Polo]
  8. Pachino (skit)
  9. 10.000 A.C.
  10. Quali banditi?
  11. Come te [Feat. Claver Gold]
  12. Segreto
  13. Hell’z Eye posse [Feat. Neuro Garage, Vena, FFiume, Giga Scsi Kioppa RBL, R.B.S., Terranuova, Dre’ The Future, Sbaba e Deesa]
  14. Dall’amore all’amaro
  15. Au revoir
  16. Dulcis in fundo

Beatz

  • O.P.: 1, 2, 3, 13
  • Dj Argento: 4, 9
  • Oskie: 5, 14
  • Fedo con la co-produzione di O.P.: 6
  • v3a: 7, 12
  • Banana Spliff: 8
  • Fedo: 10
  • Arf: 11
  • Deva: 15
  • Mr. Nobody: 16

Scratch

  • Dj Kame: 13
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