Beastie Boys – To The 5 Boroughs
Sei anni di attesa per l’uscita di un nuovo disco non sono pochi. Da “Hello Nasty” a “To The 5 Boroughs” di tempo ne è passato e di cose (vedi un paio di aerei in caduta libera sui grattacieli di New York e le disastrose manovre politiche di Bush Junior) ne sono successe: i Beastie Boys hanno incassato e, con molta calma, hanno restituito. Il messaggio che sta dietro “To The 5 Boroughs”, abbozzato fin dalla copertina disegnata da Matteo Pericoli, viene espresso in maniera inequivocabile nella dodicesima traccia intitolata “An Open Letter To NYC”, un personale affresco della Grande Mela vista attraverso gli occhi di chi da sempre ne fa parte (MCA e Mike D sono di Brooklyn, King Ad-Rock è del New Jersey) senza i soliti piagnistei del dopo 11 Settembre: <<…dear New York I know a lot has changed/two towers down but you’re still in the game/home to many rejecting know one/accepting peoples of all places, wherever they’re from>>.
Ma non si esaurisce tutto qui, ovviamente. “To The 5 Boroughs” ha (ed oramai la cosa non stupisce più) l’aspetto di una strana insalata mista in cui c’è finito un po’ di tutto, da “Star Trek” e i serial televisivi anni ’70 nella folgorante “Ch-Check It Out” alle arti marziali di “3 The Hard Way”, dagli innumerevoli riferimenti al cinema e alla società moderna fino alle riflessioni di “Right Right Now Now” (<<Columbine bowling, childhood stolen/we need more gun controlling>>) e “Time To Build” (<<By the time Bush is done, what will be left?/Selling votes like E-pills at the discothèque/environmental destruction and the national debt/but plenty of dollars left in the fat war chest>>). Pur confermando diverse influenze, musicalmente “To The 5 Boroughs” è meno Elettronico e sperimentale di “Hello Nasty”: da un lato continua un percorso compositivo cominciato nel disco precedente, dall’altro conserva il solito legame con la vecchia scuola, punto di riferimento per eccellenza del trio, concedendosi il lusso di riprendere un pezzo di storia dell’Hip-Hop, ovvero “Rapper’s Delight”, per “Triple Trouble” (e non so a quanti, oltre loro, fosse consentito azzardare una cosa del genere).
Il voto che leggete in alto resta dunque un elemento di contorno, non serve a molto stabilire se “To The 5 Boroughs” sia (o meno) l’album del 2004 né se risponda ai gusti e alle esigenze di ognuno di noi dal momento che, in ogni caso, resta un disco che stupisce, non tanto per la longevità dei tre, che forse quando saranno degli arzilli nonnetti muniti di dentiera avranno ancora il vizietto del microfono, quanto per la forza e la passione dimostrate in tutti questi anni. C’è chi non riesce a dire due cose sensate in dischi di un’ora tonda, chi dopo il primo album si monta la testa e propina porcate clamorose, gangster improbabili che fanno solo il cinema, chi non ha mai fatto niente di buono ma grazie alla spintarella di qualche major che ci mette il cash si ritrova ogni tre mesi sugli schermi con un nuovo video…tutta gente che dovrebbe imparare tanto, ma davvero tanto, dai Beastie Boys.
Tracklist
Beastie Boys – To The 5 Boroughs (Capitol Records 2004)
- Ch-Check It Out
- Right Right Now Now
- 3 The Hard Way
- Time To Build
- Rhyme The Rhyme Well
- Triple Trouble
- Hey Fuck You
- Oh Word?
- That’s It That’s All
- All Lifestyles
- Shazam!
- An Open Letter To NYC
- Crawlspace
- The Brouhaha
- We Got The/Ghost Track
Beatz
All tracks produced by Beastie Boys
Scratch
All scratches by MixMasterMike
Bra
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