Blo/B e Gionni Gioielli – MoMa
A neppure quattro mesi da quel gran disco che è “Young Bettino story”, Gionni Gioielli torna e ribalta nuovamente il tavolo, questa volta in coppia con Blo/B per uno strano concept, un tour virtuale all’interno del celebre Museo di Arte Moderna con in cuffia tanto Hip-Hop vecchia maniera, un minimale e asciutto assemblaggio di campioni – 100% a firma Gioielli – graffiato dal flow ispido, provocatorio e arrogante da mani in faccia di Blodi.
L’inedito ma affiatatissimo duo riparte dunque dal passato per colpire e affondare l’attuale scena italica senza pregiudizi né preconcetti, con un disco brutale e duro ma al contempo lucido e freddo, un colpo mortale studiato, preparato e tirato dopo un intenso e meticoloso lavoro ai fianchi. “MoMa” è un ritorno alle origini, però senza nostalgia né tantomeno rimpianto; Gioielli e Blo vogliono al contrario riaffermare valori e fondamenta alla base del genere, con forza, decisione e girando alla larghissima da tecnicismi e metafore cervellotiche.
Pochi ingredienti, quindi, tuttavia utilizzati in abbondanza in tutte le nove tracce. Nove bombe a mano infilate nei boxer griffati della scena attuale intesa come filiera, dal produttore al consumatore, contesto nel quale prevale la confezione, il formato e gli indicatori meramente quantitativi quali like, view e retweet, che assurgono a unità di misura qualitativa, a giudice unico e supremo. Per combattere questa follia collettiva l’unica soluzione pare essere un radicale ritorno alle origini, sound e stile sì, ma soprattutto coerenza e palle per fare ciò in cui si crede – e questo anche se significa scontrarsi contro tutto e tutti.
La scenografia è urbana, cupa e uggiosa (<<le tentazioni hanno gambe lunghe, calze parigine/sulla circonvalla fumo nero, le facce maghrebine/stagnole dietro la stazione, gambe e braccia magroline/hanno mogli da mantenere con dentro demoni da partorire>> – “Alberto Burri”). Ambientazione illuminata dalle barre incandescenti di Blo, a volte sganciate per irridere la scena attuale (<<Rap di lusso contro questi tre cantanti/io gli stacco il teschio, lo lucido e lo riempio di diamanti>> – “Damien Hirst”; <<lotto mentre questa musica di complessati affonda/chi è un Giotto di ‘sta merda non chiude cerchi, al massimo arrotonda/firmo muri, gli do un valore dopo che morirò/faccio baffi in faccia col bitume a ‘ste Gioconde snob/…/comandassi il mondo so bene cosa farei/chiederei la pena capitale per questo Rap game>> – “Marcel Duchamp”), altre invece puntando i riflettori su se stesso e sul proprio modo di fare e intendere arte (<<punto ad essere Vulcan, non un cazzo di Keith Haring>> – “Taki 183”; <<plastica bruciata, quando chiudo un pezzo puzza/è rosso sangue al prezzo di mezzo pupazzo fucsia/non voglio dire un cazzo, lo voglio dire da Dio>> – ancora “Alberto Burri”).
Se Blo/B si presenta motivatissimo e in forma smagliante, altrettanto possiamo dire per Gionni Gioielli, questa volta auto-segregatosi nel reparto macchine – a eccezione dell’unica pausa rime nella prima strofa di “René Magritte” – per dedicarsi esclusivamente all’attività sartoriale vecchia maniera, un taglia & cuci di sample su sample tanto semplice e ruvido quanto disegnato su misura per barre e, soprattutto, progetto.
Ecco, la bellezza di “MoMa” sta proprio nell’essere compatto, coeso e coerente dall’inizio alla fine, un vero e proprio piano di lavoro il cui senso è sintetizzato alla perfezione dall’outro di “Taki 183”, quando uno dei writer milanesi che hanno prestato la loro voce alla causa dice <<il messaggio è lo stile>>.
Obiettivo raggiunto e demolito.
Tracklist
Blo/B e Gionni Gioielli – MoMa (Make Rap Great Again 2018)
- Taki 183
- Marcel Duchamp [Feat. Jack The Smoker]
- Jackson Pollock
- Damien Hirst
- Alberto Burri
- Andy Warhol & The Factory [Feat. Jangy Leeon, Lanz Khan e Silla Dddictator]
- Jeff Koons
- René Magritte
- Giorgio De Chirico
Beatz
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Gabriele Bacchilega
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