Blockhead – The Music Scene
Lo attendevamo per gennaio e inaspettatamente ce lo siamo ritrovati downloadabile dal sito della Ninja Tune ai primi di novembre. “The Music Scene”, il quarto disco di Tony (Blockhead) Simon e la sua fantomatica orchestra si pone, come i suoi predecessori, l’obiettivo di raccontarci storie senza parole e proiettare film senza immagini. Prendete il freddo e la malinconia di “Music By Cavelight”, le sperimentazioni e gli scenari eleganti e urbani di “Downtown Science”, la melodia e i cambi di tempo di “Uncle Tony’s Coloring Book”, applicategli il nuovo metodo Blockhead e avrete qualcosa di simile a “The Music Scene”, un lavoro che può essere definito l’apice dell’operato del produttore newyorkese. Probabilmente RJD2 sarebbe arrivato a questo punto, se solo avesse continuato…
Blockhead, ancora una volta, ci prende per mano e ci trascina attraverso scenari nuovi, provocandoci sensazioni contrastanti nel giro di pochi minuti, facendoci prima ridere di gusto e spezzandoci il cuore subito dopo, di nuovo con poche parole, se non quelle dei personaggi rievocati dai suoi polverosi vinili. Mai titolo fu più appropriato per un disco che in un’ora e poco più ci spinge in un’immersione musicale completa che va dal Jazz alla Bossanova, dal Rock alla Library Music, dal Soul alla lirica, dagli ELO (sentire il finale di “Farewell Spaceman”) a Jobim (“The Prettiest Sea Slug”), unendo i generi più disparati in un caleidoscopio che parte dai delay minimali di “It’s Raining Clouds” per arrivare al convulso finale orchestrale di “Farewell Spaceman”, un viaggio di sei minuti e mezzo che parte leggero e sognante per alzare progressivamente i suoi toni, arrivando a quello che rappresenta lo zenit del disco, la sua liberazione in un tripudio di violini, chitarre, scratch e sintetizzatori.
La bellezza di “The Music Scene” sta anche nella sua modalità di composizione che, come spiega l’autore, deve molto ad Ableton. Più che partire da un’idea, da un agglomerato di campioni che possono stare bene assieme annotati su un foglio, da un loop di batteria e da una linea di basso su cui edificare qualcosa, Blockhead ha sfruttato in studio il programma che usa nei suoi live, legando tra loro stralci di beat, loop e campioni, arrangiandoli al momento e immedesimandosi in un direttore d’orchestra che decide quando far partire una determinata sezione di strumenti. Se da un lato il taglio dei campioni e qualche loop un po’ esasperato fanno sembrare questo suo nuovo modo di produrre un po’ più macchinoso e meno spontaneo degli episodi precedenti, dall’altro è sempre più encomiabile la capacità innata di Blockhead di creare paesaggi suggestivi stravolgendo totalmente quello che appare il mood iniziale dei suoi pezzi, cambiando spesso e volentieri velocità e registro; basti sentire l’iniziale “It’s Raining Clouds”, in cui all’atmosfera cadenzata ed esotica dell’apertura sopraggiunge un loop di batteria quasi Jungle, o il mood Soul di “Only Sequences Change”, che devia verso atmosfere da film romantico degli anni ’50, ancora, lo splendido Jazz malinconico di “Which One Of You Jerks Drank My Arnold Palmer?” e la visionaria “Attack The Doctor”, le cui tinte downtempo fioriscono in un suggestivo finale lirico.
Destano altresì meraviglia “The Prettiest Sea Slug”, un tranquillo pezzo dall’andamento Bossanova con tanto di archi marini e sognanti, sax sofferente e chitarra latina (probabilmente uno degli episodi più riusciti del disco), “The Daily Routine” (<<the creepiest song I’ve ever made>>, secondo Tony), un tetro viaggio musicale dentro la dipendenza con tanto di stralci di vere discussioni e funebre chitarra distorta, e “Four Walls”, una piovosa marcia in 6/8 accompagnata da un cupo cantato al Talk-Box che rappresenta senza dubbio l’episodio più inusuale del pacchetto, su melodia pitchata di…sì, è “Sapore di sale” di Gino Paoli!
La mole di musica da ascoltare in “The Music Scene” è enorme e aggiunge un altro, sostanzioso tassello di dignità nel campo della sample-based music. Aspettandone la versione fisica, anche per poter godere più da vicino dello splendido artwork proposto da Omega One, è il caso di fare di nuovo i complimenti a Blockhead, un personaggio capace ogni volta di creare spazi enormi con mezzi ridotti.
Tracklist
Blockhead – The Music Scene (Ninja Tune Records 2009)
- It’s Raining Clouds
- The Music Scene
- Only Sequences Change
- Which One Of You Jerks Drank My Arnold Palmer?
- Attack The Doctor
- The Prettiest Sea Slug
- The Daily Routine
- Tricky Turtle
- Four Walls
- Pity Party
- Hell Camp
- Farewell Spaceman
Beatz
All tracks produced by Blockhead
Scratch
All scratches by Dj Signify
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