Bloody Monk Consortium – Bloodshed
Qualche mese fa vi ho segnalato un album molto interessante che, da un certo punto di vista, poteva rappresentare la rinascita del Rap horrorcore come non lo si sentiva da parecchio tempo – tanto per capirci, dagli esordi di Necro e compagni; ricordo di aver detto che quell’album (Bloodline, “Let The Blood Spill”) non aveva nulla da invidiare alle uscite Psycho+Logical e, anzi, brillava per una carica più underground ed hardcore. Bene, i Bloody Monk Consortium hanno portato il concetto al livello successivo. Come ogni gruppo amante delle tematiche splatter e truculente non poteva mancare il riferimento al sangue all’interno del nome, ma ciò che spiazza è l’atmosfera che si respira per tutte le ventuno tracce dell’album, intitolato “Bloodshed”.
Se Freddy Krueger avesse ascoltato musica Rap, sono certo che avrebbe posseduto tutta la discografia dei Bloody Monk e ai concerti si sarebbe messo in prima fila con la maglietta del gruppo, come una vera groupie… Leeroy Destroy e LABAL-S mettono infatti assieme un album che tocca le vette dell’oscuro e del diabolico, scatenandosi con rime al veleno e ricche di rimandi satanici, mistici e violenti, condendo il tutto con due flow e due vocine estremamente penetranti e perfettamente adatte a questo tripudio di orrori (in senso buono). Le produzioni musicali rimandano al sound degli anni ’90 e risentono indubbiamente di Necro come dei primi Gravediggaz; ogni traccia è ricca di batterie sorrette da bassi grassi che ti avvolgono, ti catturano e ti trasportano in un mondo ultraterreno, l’insieme di archi, ottoni scuri e sample provenienti dalla cinematografia horror più qualche synth danno il colpo finale aprendo definitivamente lo stargate per il regno del mistero, dove a regnare sono oscurità e violenza.
Non è certo l’album che ascoltereste nella serata tipo con la vostra fidanzata, ma l’energia prodotta è disarmante. Ok, niente di particolarmente innovativo o rivoluzionario, però me ne frego e mi godo uno dei pochi album ad avermi davvero colpito di recente: il repeat è assicurato! A stendere il tappeto musicale ci pensano una serie di produttori per lo più sconosciuti che tuttavia se la cavano egregiamente, dimostrando come l’unione d’intenti sia prioritaria per i Bloody Monk; tutti i beat s’incastrano infatti alla perfezione l’uno con l’altro, ma il vero tocco di classe è lasciato – in una metà delle strumentali – dall’apocalittico Lex Luger, il quale dipinge capolavori in ogni episodio in cui si ritrova coinvolto (“Blood Letter” è da grida e applausi). I due guerrieri sono poi sostenuti nella loro guerra brutale da una serie di comparse di tutto rispetto: PH (Pumpkinhead), LoDeck, C-Rayz Walz e Pacewon contribuiscono alle sorti dell’album dal punto di vista delle liriche, fornendo quella sana dose di varietà che in un album di settantadue minuti non guasta mai.
Inutile sarebbe sottolineare la migliore fattura di alcune canzoni rispetto ad altre, “Bloodshed” è un macigno da gustarsi tutto d’un filato e senza respirare; l’unica controindicazione è per coloro che hanno il cuore troppo debole o che temono l’oscurità: l’ascolto prolungato potrebbe indurre tachicardia ed incubi notturni di ogni sorta…
Tracklist
Bloody Monk Consortium – Bloodshed (Bloody Monk Consortium 2011)
- Call It Watchu
- B.M.C
- Logic Fly
- BANG!
- Blood Letter [Feat. Pumpkinhead and LoDeck]
- Fallen Angelz
- Burma Interlude
- Bloodshed
- Nightmare On Hemp Street
- Elesdee
- Driven Into Darkness
- Cooked Infection
- Run It [Feat. C-Rayz Walz, Damo and Teton]
- Creepers
- Shrink’s 3rd Eye [Feat. Pacewon and 2uGli]
- Axe Murder Blood Bros
- The Mission
- Dead Speaks
- The Curse
- Wrath Of The Gods
- Exit [Feat. Teton]
Beatz
- Illstar: 1
- Imperial Skillz Empera: 2
- Logic Fly: 3
- Lex Luger: 4, 5, 8, 10, 13, 14, 19
- FuckRICO: 6, 16, 18, 20
- Hemperor K: 9
- Niko “La” Tesla: 11, 17
- Kebo: 12, 20
- mag0wl: 15
Scratch
- Dj ShadowFIst: 3, 8, 11, 17
- AllanB: 13
Cazza
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