Brotha Lynch Hung – Season Of Da Siccness (The Resurrection)
La vicenda legata a “Soulja’s Story”, beceramente incriminata dall’ex vice presidente americano Dan Quayle quale mandante dell’omicidio di un agente di polizia del Texas, è una lezioncina di storia nota più o meno a chiunque abbia approfondito un minimo la vita di Tupac Shakur. Molto meno nota alle cronache è invece la controversia attribuita a “Locc 2 Da Brain” di Brotha Lynch Hung, ascoltata in loop da un instabile giovanotto del Colorado (in piena crisi depressiva) poco prima di svuotare il caricatore della sua calibro nove nel cranio di tre amici inermi, restando poi a sua volta colpito a morte nello scontro a fuoco con le forze di Polizia accorse sul luogo. Premesso che, per quanto mi riguarda, nessuna canzone potrà mai essere ritenuta colpevole di aver premuto un grilletto, nessuno può negare che il triste bilancio di quattro anime abbia sicuramente contribuito ad alimentare l’aura oscura che avvolge uno dei dischi più macabri mai concepiti sulle coste della California.
“Season Of Da Siccness” costituisce infatti l’anomalia nell’identità sonora di quel breve periodo storico in cui furono le tinte rilassanti del G-Funk a farla da padrone. I suoi synth intrisi di sangue, l’atmosfera notturna in totale controtendenza rispetto ai grandi classici dell’epoca e l’incorporazione di tematiche estreme, dall’antropofagia allo smembramento dei cadaveri (<<You can’t see me for the fact that the inside of my strap’s in your sight/about to put some slugs in your throat and put your guts in my coat and hit>>), ne hanno decretato lo status di piccolo cult (è stato certificato disco di platino nel 2013), rendendo il suo autore uno dei pionieri storici dell’horrorcore. Le liriche di Brotha Lynch Hung si districano, in uno stile rapid-fire che ricorda da vicino quello di Spice 1, su un piano tematico i cui punti cardinali sono determinati da paranoia, vendetta, violenza e morte, come ben condensato nelle barre d’apertura di “Rest In Piss” (<<I was a dead man, walking they say, so every night I hit the J/load the AK and post up, in the window till come day, anyway/hey, I feel the payback simmering in my brain/the thoughts of death cloud my mind”), uno dei brani iconici del disco al fianco della già citata “Locc 2 Da Brain”, di “Gangsta Shit” (insolitamente solare, perlomeno nel sound – indicata anche come “Datz Real Gangsta”), “Liquor Sicc”, astioso tributo al cugino Q-Ball (caduto vittima nell’agguato di una gang rivale) e del P-Funk roboante di “Real Loccs”.
Tutti momenti musicalmente elevati e pienamente autosufficienti, che però non distolgono l’attenzione dall’atmosfera generale, la quale rimane il vero punto di forza dell’ascolto. Chi dovesse approcciarlo oggi per la prima volta potrebbe forse trovarlo un po’ datato, in particolare considerando le selezioni musicali (si sa, il G-Funk uperizzato è merce rara al di fuori del Braccio della Morte), ma ciò non è comunque sufficiente a destituire “Season Of Da Siccness” dal proprio ruolo di grande manifesto del lato più oscuro della west coast. Se siete cresciuti a pane e Geto Boys lo adorerete, in caso contrario…potrebbe comunque piacervi parecchio.
Tracklist
Brotha Lynch Hung – Season Of Da Siccness (The Resurrection) (Black Market Records 1995)
- Cusche Break
- Siccmade
- Dead Man
- Rest In Piss
- Get Da Baby
- Return Of Da Baby Killa [Feat. Sicx]
- Locc 2 Da Brain [Feat. Baby Reg, Big Dan, Hyst, Baby X and Zagg]
- Cue Ball
- Liquor Sicc
- 40 Break
- Gangsta Shit
- Deep Down [Feat. Mr. Doctor]
- Deadman Walking
- 781 Redrum
- Season Of Da Sicc
- Welcome To Your Own Death [Feat. Hyst]
- Real Loccs
- Smokin’ Weed With Da Devil
Beatz
All tracks produced by Brotha Lynch Hung
li9uidsnake
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