Brother Ali – Us
Da “Rites Of Passage” fino a “The Undisputed Truth”, contando anche “Champion EP” e “The Truth Is Here” (ambedue sulla media distanza), Brother Ali ha progressivamente alzato il tono delle proprie liriche, passando dal Rap da battaglia (definizione che, in ogni caso, gli è sempre calzata stretta) all’analisi autobiografica (si veda l’ottimo terzo disco solista). “Us”, ultimo tassello di un percorso complessivamente apprezzabile, ad oggi è senz’altro il suo lavoro più ambizioso, poiché oltrepassa la sfera dell’individualità per giungere alla soglia della narrazione – non a caso, inizialmente il progetto doveva intitolarsi “Street Preacher”, richiamando il carattere sociale, politico ed altamente educativo dei testi.
Ali infatti ci racconta la storia di un ragazzino che, diviso tra due famiglie poiché i genitori hanno divorziato, non riesce a manifestare liberamente la propria omosessualità (“Tight Rope”), indossa i panni di uno schiavo strappato alla propria vita, analizzando poi le conseguenze della schiavitù nell’America del terzo millennio (“The Travelers”, tema sfiorato anche in “Breakin’ Dawn”), descrive il trauma di una ragazza che ha subito una violenza sessuale e la invita a superare questa terribile esperienza (“Babygirl”), lancia i propri ammonimenti contro l’uso e lo spaccio di droghe (“Slippin’ Away”, “Games”), più in generale offre numerosi spunti di riflessione su diversi argomenti; tutto ciò, però, senza dimenticare la passione per l’Hip-Hop e l’intrattenimento spicciolo (ecco perciò “Bad Mufucker Pt. II”, “Best@It”, con la buona partecipazione di Joell Ortiz e Freeway, “‘Round Here” e “Crown Jewel”). L’interpretazione dell’mc è sentita, cristallina, carica fino all’inverosimile di variazioni il cui scopo è quello di sottolineare concetti, passaggi o singoli termini, altrettanto puntuale la scrittura e la varietà (ampia) del lessico. In più, proprio come negli episodi precedenti, il sodalizio con Ant risponde adeguatamente alle esigenze di “Us”: il beatmaker degli Atmosphere mischia campioni e strumenti con la solita versatilità, scavando in particolare nel Blues, alcune soluzioni colpiscono per la raffinatezza complessiva delle composizioni (“House Keys”, “You Say”), altre per l’utilizzo efficace dei fiati (“The Preacher”, “Crown Jewel”), altre ancora per l’inaspettato cambio di registro (“Fresh Air”, “‘Round Here”).
Eppure… Eppure “Us” è un disco pressoché privo di colpi strabilianti, talvolta ostico, non del tutto immediato e che difficilmente vien voglia di ascoltare due volte di seguito. Per dirla in maniera più diretta, è un tantino noioso. Di fatto non sembrano esserci dei pezzi in grado di spiccare su tutti gli altri (forse “The Preacher”?) e qualcun altro, al contrario, restringe la qualità media del tutto (“Fresh Air”, “Bad Mufucker Pt. II”, “Slippin’ Away”), da un punto di vista tecnico la prestazione di Brother Ali è sì positiva, come tutto sommato lo è il contributo di Ant (anche se in altre occasioni ha fatto di meglio), resto tuttavia dell’idea che “Us” abbia colpito nel segno meno di quanto poteva. E, azzardo, stenterà a lasciare traccia di sé.
Tracklist
Brother Ali – Us (Rhymesayers Entertainment 2009)
- Brothers & Sisters [Feat. Chuck D and Stokley Williams]
- The Preacher
- Crown Jewel
- House Keys
- Fresh Air
- Tight Rope
- Breakin’ Dawn
- The Travelers
- Babygirl
- ‘Round Here
- Bad Mufucker Pt. II
- Best@It [Feat. Freeway and Joell Ortiz]
- Games
- Slippin’ Away
- You Say (Puppy Love)
- Us [Feat. Stokley Williams]
Beatz
All tracks produced by Ant
Scratch
All scratches by Ant
Bra
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