Buck 65 – 20 Odd Years
Il tempo passa per tutti, anche per i rapper, una categoria troppo spesso destinata a estinguersi con l’arrivo dei primi capelli grigi. E se sei un mc bianco e per di più canadese la vecchiaia potrebbe diventare ancora più traumatica; ma questo non è mai stato un problema per Richard Terfry che, oramai brizzolato e sul ciglio dei quarant’anni, con alle spalle una solida carriera costellata da decine di dischi e progetti quasi sempre validi, ha deciso di celebrare i primi due decenni nell’industria musicale. E sono oramai venti (strani) anni che il nostro porta in giro la sua personalissima e indiscutibile visione dell’Hip-Hop, accompagnandola a un aspetto totalmente opposto alla classica action-figure del rapper e che non si addirebbe affatto a un personaggio che in tutti questi anni ha fatto dell’onestà artistica la sua bandiera.
Piaccia o non piaccia, Buck ha sempre evitato di apparire come ciò che non è, soprattutto perché ciò che rappresenta Buck 65 è solo Buck 65. Più narratore che mc duro e puro, costantemente teso a cercare l’effetto letterario e cinematico piuttosto che quello puramente tecnico; insomma, più Johnny Cash che Kool G Rap. Tutti questi aspetti hanno fatto sì che Buck 65, con la sua rappata pulita e senza fronzoli, il suo gusto per le storie e le sue influenze musicali inusuali, guadagnasse fama anche e soprattutto al di fuori dei circuiti Hip-Hop. “20 Odd Years” è il coronamento di tutto ciò. E’ Hip-Hop? Non è Hip-Hop? Chi se ne frega! Dopotutto basta dare un’occhiata preventiva agli ospiti presenti per capire che non avremo boom-bap e punchline. Ma, dopotutto, non potrebbe essere diversamente quando un disco ospita una così massiccia rappresentanza dell’intellighenzia Folk-Rock canadese nelle persone di Nick “Diamonds” Thorburn (Island), Gord Downie (The Tragically Hip), Jenn Grant, John Southworth e Hannah Georgas, che offrono le loro voci, e altri come Alfie Jurvanen, Buddy Peace e John Zytaruk, che contribuiscono nella creazione dei tappeti sonori.
“20 Odd Years” è senza dubbio il disco più accessibile di Buck 65, il primo dove si abbandona totalmente a quelle velleità Rock, Folk e Pop mai nascoste ma allo stesso tempo mai compiute totalmente, che si esplicano in maniera del tutto originale nella commerciabile “Zombie Delight” e anche in pezzi di grande intensità come “Paper Airplane”, “Cold Steel Drum” e “Who By Fire”, tutte e tre impreziosite dalla voce languida di Jenn Grant che, per dare un’idea, riporta alla mente una grande interprete come Norah Jones. In particolare nell’ultima, cover di Leonard Cohen, Buck 65 si abbandona a un leggero cantato in duetto, accompagnato da una chitarra acustica che lascia spazio solo verso la fine all’incedere della batteria e degli archi.
Insomma, c’è voglia di sperimentare ancora, di uscire da un territorio già calpestato abbastanza in questi vent’anni per misurarsi con nuove dimensioni musicali, come accade nella filastrocca Folk infantile di “BCC” con John Southworth, nel bell’esperimento smaccatamente Nouvelle Chanson di “Tears Of Your Heart” con ritornello in francese di Olivia Ruiz, nelle esplosioni Pop-Rock apparentemente ingenue di “Stop” e “Final Approach”, nell’azzecattissima rappata Blues di “Whispers Of The Waves”. “20 Odd Years” è un traguardo ma anche un punto di ripartenza per Buck 65, ormai capace di creare musica abbastanza longeva e adulta e che alle porte dei quarant’anni si spoglia definitivamente delle etichette e getta le basi per quelli che potranno essere altri strani vent’anni di buona musica.
Tracklist
Buck 65 – 20 Odd Years (Warner Music Canada 2011)
- Superstars Don’t Love
- Gee Whiz [Feat. Nick Thorburn]
- Whispers Of The Waves [Feat. Gord Downie]
- Paper Airplane [Feat. Jenn Grant]
- Stop [Feat. Hannah Georgas]
- Zombie Delight
- Tears Of Your Heart [Feat. Olivia Ruiz]
- Cold Steel Drum [Feat. Jenn Grant]
- Who By Fire [Feat. Jenn Grant]
- She Said Yes
- BCC [Feat. John Southworth]
- Lights Out
- Final Approach [Feat. Marie-Pierre Arthur]
Beatz
All tracks produced by Charles Austin and Graeme Campbell with the co-production by Buck 65 except tracks #1 by Jorun and #10 by Emily Wells
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