Buck 65 – Talkin’ Honky Blues

Voto: 4,5

Buck652003500<<Wicked and wierd, I’m a road hog with an old dog/singing slow songs, tryin’ a hold on/wicked and wierd, I’m a rat fish/tryin’ a practice doin’ back flips on your mattress>>. “Talkin’ Honky Blues” segna il passaggio verso un nuovo capitolo nella progressione musicale di Buck 65, che nel suo ultimo disco, invece che prendere spunto dai grandi nomi dell’Hip-Hop, sembra quasi ispirarsi ai maestri della Beat Generation e alla loro poetica allucinata, condividendone atmosfere e stati emotivi. “Talkin’ Honky Blues” ha appunto l’aria di un disco on the road, racconto – più che esperienza – fuori dal tempo e solo in parte affine alla precedente discografia dell’autore, da cui si discosta in primis per la struttura meno arbitraria del tutto (penso a “Man Overboard”, privo di tracklist, e “Square”, diviso in quattro tracce di circa quindici minuti l’una).

<<The views are inspiring, bare and chameleon/reflections and shadows play on the ceiling/troubles are handled with propriety and no delay/all I have to do is pull the anchor up and float away>>. Più che un mc in senso stretto, Buck 65 si direbbe un moderno poeta Blues che piega il Rap alle proprie esigenze: la voce un po’ roca, pacata, malinconica, in alcuni momenti quasi sussurrata, i testi che affrontano tematiche personali (“Tired Out”, sulle conseguenze delle bugie rifilate a una donna: <<when I cheated on Sarah/there wasn’t a star in the sky/it was covered in clouds/and I started to cry […] I wanted to die/the future wasn’t awfly stable/photographs burned while I stared at the coffee table/the little dog laughed>>), attraversano scenari visionari (“Wicked And Weird”: <<not a care in the world, not a how and a why/no destination, not a cloud in the sky>>) e si rivelano particolarmente profondi (“Roses And Bluejays” mette a confronto le rispettive personalità di un padre e un figlio).

Musicalmente, la scelta può dirsi altrettanto insolita ma non meno riuscita: al posto del Funk e del Jazz abbiamo un largo utilizzo di strumenti a corda (in particolare chitarre acustiche) abilmente incrociati al turntablism e alle classiche batterie di Buck 65, influenze che imprimono a “Talkin’ Honky Blues” l’atmosfera rarefatta e polverosa di un Western vecchio stampo (<<a deaf violinist plays on the docks/he’s missing a tooth and he stands on a box>>), come in “Riverbed 3” e “Riverbed 5”. Non mancano, tuttavia, brani più vicini al sound obliquo del Nostro (“Leftfielder”, “Protest”, “463”) e il mood, pur con tutte le sue particolarità, rimane sempre saldamente agganciato all’Hip-Hop.

Cosa aggiungere? Nulla; se non avete ascoltato molto di quest’insolito artista è il momento giusto per rimediare.

Tracklist

Buck 65 – Talkin’ Honky Blues (Warner Music Canada 2003)

  1. Leftfielder
  2. Wicked And Weird
  3. Riverbed 1
  4. Sore
  5. Protest
  6. Riverbed 2
  7. Exes
  8. Roses And Bluejays
  9. Riverbed 3
  10. 50 Gallon Drum
  11. Riverbed 4
  12. 463
  13. Riverbed 5
  14. Killed By A Horse
  15. Riverbed 6
  16. Tired Out
  17. Craftsmanship
  18. Riverbed 7

Beatz

All tracks produced by The Entity (Buck 65, T.O.A.B. La Rone and Grӕmatter)

Scratch

All scratches by Buck 65

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