Czarface – A Fistful Of Peril
L’attesa per un nuovo disco marchiato Czarface equivale al recarsi dal proprio edicolante di fiducia belli carichi di entusiasmo e richiedere l’ultimo numero del proprio fumetto preferito, ben conoscendo il contenuto che si troverà all’interno ma trovandosi inevitabilmente attratti dalla possibilità di immergersi una volta in più all’interno di un mondo fantastico dominato da battaglie intergalattiche e bagliori di raggi laser. Il team capitanato dai due alfieri del microfono Esoteric e Inspectah Deck, coadiuvato dal team di produzione composto da 7L e Todd Spadafore, si è dimostrato particolarmente attivo in quest’ultimo quadriennio, periodo nel quale sono racchiusi tutti e tre gli episodi che compongono una saga costruita su infiniti riferimenti a qualsiasi cosa risulti attinente alla Marvel, facendo ruotare attorno ai medesimi citazioni che contrappongono nostalgico e moderno o accennando alla cultura degli anni ottanta nella stessa misura in cui viene menzionato il “Game Of Thrones” di turno. Il tutto, ovviamente, a suon di liriche ad alto tasso vizioso e beat che ricordano l’Hip-Hop nella sua essenza più cruda e pura.
Come già accadeva nel precedente “Every Hero Needs A Villain“, non si riscontrano grosse novità nel concept di fondo e nel metodo compositivo, la scelta è quella di percorrere la strada già battuta utilizzando una formula ben collaudata e che garantisce un’abbondanza di punchline, numerosi wordplay altamente infiammabili, frequenti tecnicismi attrezzati di rime doppie e multisillabiche, due flow scorrevolissimi che rinsaldano una capacità d’interazione che non scopriamo certo oggi. “A Fistful Of Peril” ci ha messo tuttavia non poco in confusione nel tentativo di ritrarne un quadro sufficientemente completo per un giudizio finale, perché se i momenti di esaltazione sono molteplici e se sul suo possibile acquisto ci sia ben poco da discutere, un po’ ci sfugge la causa delle sue continue oscillazioni qualitative, misteriose se rapportate alle ampie capacità degli artisti coinvolti – un difetto che, a nostro parere, era stato posto in evidenza fin dall’appena menzionato secondo disco del gruppo.
I primi sospetti nascono subito da “Two In The Chest”, il primo pezzo vero e proprio dell’album strutturato su un beat che ci pare lontanuccio dall’essere il migliore possibile – data la sua assenza di energia – per introdurre “A Fistful…”, anche se poi Deck fa ugualmente tutti contenti e la cosa passa in secondo piano (<<throw up the grind, snake eye, notice the shine/hit ‘em with a quick clip like I’m posting a Vine>>); ma il prosieguo del lavoro offre altri esempi che fanno comprendere questa parziale mancanza d’ispirazione. Pezzi come “Tarantula” mancano difatti di quel pizzico di personalità in più e si accontentano di riproporre costruzioni di beat molto simili a quanto già ascoltato sui più recenti lavori degli Army Of The Pharaohs (tutt’altro che soddisfacenti), mentre “Dust” offre una concezione produttiva di fatto uguale ad alcuni brani già proposti dagli stessi Czarface (l’utilizzo dell’hammond, il campionare pezzi di dialogo molto simili tra loro), oltre a far presenziare uno Psycho Les che sembra parecchio fuori forma (passaggi come <<yo it’s major when my pen touches the paper/I’m the fall guy lee majors/you minor, we major>> rappresentano l’anti-creatività al proprio apice…).
L’alternanza di sensazioni è avvalorata – per fortuna – da tracce di segno opposto come “Revenge On Lizard City”, la quale assembla sample dal taglio cortissimo facendoli convivere perfettamente con un loop di trombe, e quando Eso se ne viene fuori con eccellenti doppi sensi (<<you don’t really want shit, son, you a child of mine/no GNR, but I slash you like the lead guitar>>) ci si ritrova di nuovo teletrasportati in quella dimensione che spedisce in orbita la qualità di beat e liriche creando combo da autentico panico. Parliamo dello stesso artista che inanella porzioni di barre con assonanze da urlo (<<lines flying out my mind like I’m parademon in a dream sequence/zoning out like I’m Brad Stevens’ team defense>>, da gustare nell’ottima “Czar Wars”) e poi perde quasi totalmente la propria forza interpretativa (“Machine, Man & Monster”, “Dare Iz A Darkseid”), cedendo terreno a un INS sempre piuttosto pimpante e perciò creando i presupposti per un evidente disequilibrio nella resa delle singole prestazioni – quantomeno in una piccola parte del lavoro.
Quando si osa quel tantino in più, però, i risultati non mancano. Avremmo preferito una maggiore presenza di divagazioni alla “Sabers”, che svia dal seminato mettendo in campo sintetizzatori dal suono spaziale architettando finalmente qualcosa di diverso pur rimanendo nei confini del tema principale, ben accompagnando un testo che viaggia spedito tra citazioni di “Star Wars” e “Deadpool”; così come “All In Together Now” suona in maniera quasi cinematica, la sua cassa picchia forte sostenendo tutta la strumentale da sola, caratteristiche che fanno ben figurare il brano nella soundtrack del comic book “Black Panther”.
Per il resto, poco di nuovo sotto il sole – ma se non altro ci si diverte parecchio! “Steranko” ripropone una formula già utilizzata nei prodotti Czarface, quella del beat che muta ad ogni ingresso di un nuovo mc, fermo restando che le selezioni musicali sono riuscitissime (in particolare l’oscura parte di Deck) e il carisma di Mayhem Lauren è qualcosa di difficilmente rinunciabile; la sinistra “Machine, Man & Monster” offre un’interessante struttura di basso e un Conway assai poco palpabile (a proposito di ospiti, dov’è finito il Wu-Tang Clan?!); “Talk That Talk” ruba una bassline clamorosa dalle vecchie macchine di Muggs facendo istantaneamente muovere la testa su e giù con espressione soddisfatta, a conferma del fatto che quando il beat spacca davvero anche il livello qualitativo delle rime diventa più consistente.
Alla resa di conti, “A Fistful Of Peril” ci lascia una sensazione molto simile a quanto provato per il precedente lavoro del gruppo e il paragone che ci viene in mente attiene ai possibili seguiti di uno qualsiasi dei nostri film preferiti: indubbiamente bello e ben realizzato, eppure l’originale rimane imbattibile. In ogni caso, un posto nella nostra collezione di dischi glie lo riserviamo volentieri.
Tracklist
Czarface – A Fistful Of Peril (Silver Age 2016)
- Electric Level 1
- Two In The Chest
- Czar Wars
- Dust [Feat. Psycho Les]
- Revenge On Lizard City
- Machine, Man & Monster [Feat. Conway The Machine]
- Dare Iz A Darkseid
- Tarantulas [Feat. Blacastan]
- Sabers
- Steranko [Feat. Meyhem Lauren and Rast RFC]
- Talk That Talk
- All In Together Now
- Level Electric 1
Beatz
All tracks produced by 7L and Todd Spadafore and co-produced by Esoteric
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