Dee Jay Park – The dustronomist
Abbiamo preferito far trascorre qualche settimana sia dall’uscita che dalla pubblicazione della nostra intervista – volutamente un po’ sui generis; tempo concesso anzitutto a voi (il disco girava nei nostri player già dallo scorso dicembre, dunque ci sbilanciamo a distanza da entusiasmi e clamori troppo di pancia), per entrare in confidenza con una prova che nel panorama italiano del beatmaking, come diremo avanti, al momento non ha eguali. “The dustronomist” è un esordio ufficiale che il triestino Dee Jay Park ha curato – e coccolato, a giudicare da come ne parla – con passione, minuzia e genuini tocchi di originalità, qualità sì presenti nei mixtape e nei mash-up che hanno contribuito a tracciare il profilo artistico di Giulio, ma qui sbocciate in un progetto – non intendendo sminuire questi ultimi – di tutt’altre dimensioni e rilevanza, ponendo al centro anzitutto la composizione. Chi ha apprezzato la serie “Miscellanea estiva”, il geniale “Domenico Modoom”, il tape “2020 is over” o le performance live per “Il figliol prodigo” di Il Guru, tanto per citare qualcosa, sa che il Nostro è solito abbinare un oggettivo talento nel djing/turntablism a un discreto eclettismo quando occorre reperire i sample da sminuzzare per il sequencer; nella tonda mezz’ora in oggetto, la programmazione dei pattern si arricchisce però notevolmente e l’insieme si colloca ben al di là di un’apprezzabile cartella di beat.
L’intento, esplicitato dallo stesso produttore, è di richiamare i suoni Mo’ Wax, che vuol dire guardare dritti verso Dj Shadow e Dj Krush. Ma in realtà la questione è più complicata: c’è un riferimento per nulla velato al Trip-Hop, perciò chi dovesse percepire echi di Portishead e Coldcut non la sparerebbe così grossa, e l’ascolto si avvia con un brano che paga il suo piccolo tributo a “The Cold Vein” dei Cannibal Ox e termina su note e batterie che, anche solo a livello subliminale, evocano la densità di “Endtroducing…..”; aggiungiamo infine lo scratch, elemento non secondario o di mero supporto alle strumentali, e il ricorso a corposi breakbeat utilizzati nella componente ritmica, con ciò perimetrando le coordinate principali di un lavoro articolato, sfaccettato, a suo modo ambizioso, frutto dell’estro e del talento del solo Park. Il quale traccia un percorso dai tratti scuri e ansiogeni, atmosfera resa uniforme dalla frequente combinazione di accordi di pianoforte e linee di fiati ossessive e rarefatte, schema base – o imprinting – cui si affiancano synth, routine ai piatti e switch, secondo una sensibilità che rappresenta la misura concreta delle abilità espresse lungo la tracklist.
E’ in questo senso che “The dustronomist” si eleva a unicum in un oceano di beat tape e affini, assieme a rare e ingiustamente sottovalutate eccezioni. Dee Jay Park non quantizza quattro battute di un campione Prog, si inventa “The taste of your soul”; dilata i neppure tre minuti di “The shape of your soul” attraverso un continuo rincorrersi di tagli, ingressi e sovrapposizioni; disegna “Traiettorie” spaziali per frastornanti viaggi a occhi chiusi; si posiziona alla console e graffia, graffia, graffia per l’intera durata di “The creators”; serba le energie che residuano per muoversi, per ballare, ma di cassa dritta in “Bombing” non ce n’è l’ombra. E allora, oltre a quanto abbiamo cercato di mettere in risalto, forse rimane ancora da annotare un pregio: il coraggio. Ce ne vuole tanto per realizzare un’opera prima che non abbia niente di ruffiano, che si ispiri a una tradizione, un modo di concepire l’Hip-Hop strumentale, come minimo desueto, che rispecchi in pieno le ispirazioni dell’autore, i suoi gusti, il suo background, esibito sempre in chiave molto personale.
Poi a parlare, in definitiva, è la musica; che nel caso specifico ha un linguaggio cristallino, immediato, ispirato. E dunque non serve girarci attorno: “The dustronomist” è sia in digitale che in vinile (formato che intrigherà particolarmente tutti i Dee Jay Park in erba), scegliete la modalità che più vi aggrada ma – se vi volete bene – non dormiteci sopra. Noi chiediamo subito a gran voce un volume due.
Tracklist
Dee Jay Park – The dustronomist (Orange Cut Records 2024)
- Next level
- Plug in
- The taste of your soul
- The shape of your soul
- The price of your soul
- It’s your soul
- Traiettorie
- Addio gatto rosso
- The creators
- Memories from operation lockdown
- Way too good
- Bombing
Beatz
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