Dice Raw – Jimmy’s Back
Non ho mai seguito molto i Roots, forse perché non ho vissuto in prima persona il loro primo periodo (il migliore), e di questo me ne pento amaramente, ho quindi deciso di proporre un inciso per uno dei membri che figuravano nella band – difficile chiamarla tale, sarebbe meglio dire famiglia, una sorta di polis greca del Rap che ha visto passare in formazione davvero tanti nomi. Dice Raw gli diede un importante contributo lirico soprattutto nella seconda metà degli anni novanta, cioè nella fase più intensa del gruppo, quella di “Illadelph Halflife” e “Things Fall Apart” per intenderci; da solista, invece, non pare tanto produttivo: “Jimmy’s Back” è solo il suo secondo lavoro in circa vent’anni di attività.
Difficile proporne una recensione come tutte le altre, perché Dice vuol inquadrare l’album in un progetto più grande il cui fine è di promuovere e divulgare il dibattito riguardo al problema delle carceri in America, della criminalità e di tutto ciò che gravita in questo raggio. Il concept, meglio definirlo così, si ispira al libro scritto dalla dottoressa Michelle Alexander, “The New Jim Crow”, e parallelamente al prodotto musicale il rapper rilascia anche un documentario in cui diversi rapper che hanno avuto a che fare col sistema giudiziaro offrono il loro parere sui temi in oggetto. Veniamo però a “Jimmy’s Back”.
L’anima del tutto è l’Hip-Hop nudo e crudo, ricorrendo a un suono che viene dal basso con rime ruvide, dirette e a tratti violente, esprimendo tutta la rabbia causata da reclusioni ingiuste e discriminazioni razziali. Molti gli argomenti trattati, ad esempio quello del reinserimento degli ex carcerati nella società e di come vada gestito il loro futuro. Musicalmente, tuttavia, l’operazione non sempre convince (né dispongo dell’elenco completo dei produttori, il che mi impedisce di argomentarne in maniera precisa): come nella trama di un film, alle varie scene corrispondono brani cantati, intermezzi parlati e ottimo Rap, anche se il sound si rivela un po’ confuso, pezzi che offrono elementi molto tradizionali e poi sonorità più moderne. Il contenuto, come detto, è delicato e si arriva a riflettere sulla spersonalizzazione dovuta alla reclusione, intesa fisicamente ma anche mentalmente come nella fortissima “Run”.
Nulla da dire, poi, a livello tecnico, Dice è potentissimo in ogni traccia, si vedano “Looking Glass” e “Marching To The Beat”, peccato convincano meno le batterie di “What’s Goin On” e il ritmo di “Never Be A Gangsta”, assestandosi su un livello complessivo un po’ piatto. Altro tratto importante è l’ambiente citato, Philadelphia, rievocata da scenari e suoni, oltre che dal tributo verso l’amico d’infanzia Jimmy Davis, ucciso di recente. Idee positive ed efficaci, d’altronde il Rap è per sua natura un mezzo in grado di veicolare messaggi forti; se però analizziamo “Jimmy’s Back” sotto il solo profilo musicale, l’impressione è che da Dice Raw ci si poteva aspettare qualcosina in più, soprattutto nella gamma dei beat. In una parola? Impegnato!
Tracklist
Dice Raw – Jimmy’s Back (Rawlife/Soulspazm 2013)
- Clockwork
- Animal
- Never Be A Gangsta
- Run
- Suprised To Be Alive
- What’s Goin On
- In The Heart
- Looking Glass
- Thin Air
- Wake Up
- Marching To The Beat (Fin)
- It’s Over
- Dolla Signs
Paolo HCM
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