Dj Muggs and Crimeapple – Cartagena
Cieli grigi e gli sbuffi pungenti di Pampero. Se vi ci avventurate accompagnati da Dj Muggs e Crimeapple, già co-organizzatori un paio d’anni fa di un eccellente tour guidato in quel di Medellin, vi renderete presto conto che le strade di “Cartagena” possono essere glaciali quanto quelle di Toronto nella morsa dei mesi invernali. Vi risparmiamo l’ennesima filippica agiografica sul signor Muggerud dato che, anche prendendo in esame il solo anno in corso, sarebbe puro accanimento nei confronti dei suoi colleghi; qualche parola in più la spendiamo invece volentieri per la didascalia dell’mc (con sangue colombiano) del New Jersey che, dopo una raffica di pubblicazioni minori (con un comparto musicale spesso lontano dal top di gamma), mette la freccia per il salto di categoria definitivo. Il potere della sorpresa, efficacissimo catalizzatore di aperture mandibolari che forzano la soglia dei quarantacinque gradi, si è oramai dissipato. Ma Crimeapple non ne ha più bisogno: ora sì che si muove da predatore alpha. E l’incedere delle sue barre – così come puntualmente vediamo fare a lui nei suoi video – scruta tutti dall’alto.
“Medallo”, che a suo tempo abbiamo premiato con quattro stelle piene più mancia, è stato probabilmente l’attimo che più ha contribuito a scolpire nel cristallo l’identità musicale di Crimeapple. Un po’ per quella liaison culturale che lo rende così prossimo al santone fondatore dei Soul Assassins e per il resto, senza andare troppo lontano, perché è difficile non vedere (e sentire) in lui una sorta di erede naturale del florilegio lasciato in dote alla storia dall’ultratrentennale canone dei Cypress Hill. Non sorprende quindi (anzi, diciamo pure che qua ci speravamo tutti) che il sodalizio sia tornato a ricostituirsi, apponendo inoltre con “Cartagena” un ulteriore sigillo in ceralacca a un’annata che, parlando di scosse registrate nel sottosuolo, è tornata a tenere piacevolmente impegnati i sismografi. Strofe grassissime, check. Flow che scorre magmatico, check. Beat ignifughi per reggere l’urto, check. Ma la vera arma segreta sta nelle spire fittissime dello spanglish che il Nostro ha perfezionato al microfono; tanto intricato da mandare in crisi anche gli efficientissimi trascrittori di liriche del web.
L’incarnazione più pura di questo suo potere speciale prende le sembianze di “Peligrosisimo”; tre minuti serratissimi di import/export linguistico che troneggiano scortati da un afflato di sibili spettrali, come se Muggs avesse installato i suoi pulsantoni quadrati su un antico sarcofago maledetto. “Papas” trascina le temperature ancora più in basso con una raffinata citazione (versate due gocce di luminol sul pentagramma e vedrete che salterà fuori qualche chiazza col dna di Daringer), ma la parlantina colorita del rapper è ben attrezzata e non scivola sui ghiacci. Né tantomeno perde l’orientamento quando il beat di turno si ritrova orfano della segnaletica garantita dal salubre ruggire delle batterie. Tutto il contrario.
Siamo arrivati al punto in cui la catena della situazione appare costantemente in pugno alle corde vocali di Crimeapple. E, in tal senso, la prova del nove la mettono nero su bianco proprio le invertebrate “Mermaids”, “Grey Skies” e la più riflessiva “Kleenex”, enfatizzata da una spirale di slang bilingue, tra le cui schitarrate trovano alloggio prima il momento in cui l’mc ha rischiato di andarsene in cielo (<<in ‘03 my heart skipped a beat when I flipped the VTEC/but God had other plans, he wasn’t comin’ for me yet>>) e poi la previsione, con tanto di flexing celestiale incluso nel prezzo, dell’istante in cui sarà effettivamente chiamato a farlo (<<the day I die, God gon’ need some kleenex>>). Proprio come dicevamo: là dove le sezioni ritmiche sono sedate, ci pensa la sua cantilena. Un valore ancestrale, oggi un po’ sbiadito, dell’Hip-Hop.
Come fu per Medellin, anche quello per i vicoli di Cartagena è un giretto che credo in molti si troveranno a ripercorrere con una certa ossessività nei mesi a venire. E dunque la domanda sorge spontanea: non è che possiamo già prenotare i biglietti, che so, per un salto a Bogotà nel 2023 (o volentieri prima)?
Tracklist
Dj Muggs and Crimeapple – Cartagena (Soul Assassins Records 2021)
- Grey Skies
- Bathtubs Full Of Veuve
- Tony 2C
- Mermaids [Feat. Stove God Cooks]
- Papas
- Cheap Work
- Designer Label
- Reputation
- Some More Paper
- Kleenex
- Swish
- Peligrosisimo
- Fly Shit [Feat. RLX]
Beatz
All tracks produced by Dj Muggs
li9uidsnake
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