Dj Muggs – Dust

Voto: n.g.

Muggs03500Dopo oltre una decade trascorsa a produrre i Cypress Hill (e loro affiliati), Muggs (che qui omette, non a caso, l’acronimo che di solito ne anticipa il nome d’arte) aveva decisamente bisogno di cambiare. Abbandonata temporaneamente la Columbia in favore della meno ingombrante Anti- e libero dalla presenza a suo modo ingrombrante di B-Real e Sen Dog, Lawrence Muggerud ha per la prima volta l’occasione di proporci qualcosa di completamente inedito rispetto agli ottimi beat realizzati in passato; non solo, il produttore di “Insane In The Brain” e “Illusions” sceglie di allontanarsi quanto più possibile dal genere musicale che l’ha reso famoso, l’Hip-Hop, conservandone solo alcuni aspetti come l’uso (molto elaborato) dei sample, la struttura ritmica in 4/4 e l’ausilio (minimo, per la verità) delle ruote d’acciaio.

Spazio, quindi, alle chitarre di “I Know” e “Cloudy Days”, alle crude acidità di “Chasing Shadows” e “Blip”, al timbro femminile di “Morta” e “Believer” (nota di merito per Amy Trujillo, che con la sua morbida voce colleziona ben sei presenze), ma soprattutto ad accostamenti inaspettati e che a qualcuno potrebbero perfino ricordare gruppi distanti anni luce da quelli cui siamo più abituati. Alla scelta funerea del titolo (dust sta per polvere, ma in senso lato anche ceneri), riproposta in diverse tracce (“Morta”, “Niente” – rigorosamente in italiano, proprio come alcune frasi recitate in vari punti – “Dead Flowers”, “Cloudy Days”), segue un dominio pressoché incontrastato di atmosfere malinconiche, sospese, fragili. “Dust” è infatti un album da ascoltare in assoluta solitudine e alla luce velata di una stanza silenziosa: percepirete un tocco e un carattere a oggi tenuti gelosamente fuori dai palchi.

Il passaggio dall’Indie Rock all’Elettronica, estremi di un percorso che però scalza definizioni precise, è sorprendente e sebbene la sfida non fosse delle più semplici, il nostro Muggs dimostra capacità insospettabili, rivoltando come un calzino la propria musica e uno stile giunto oramai da tempo a piena maturazione. Buone notizie, insomma: se Muggs risponde all’inesorabile scomparsa dei Cypress Hill con “Dust” e “Grandmasters” (firmato assieme a GZA), vuol dire che non c’è proprio nulla da temere.

Tracklist

Dj Muggs – Dust (Anti- 2003)

  1. I Know [Feat. Amy Trujillo]
  2. Rain [Feat. Josh Todd]
  3. Niente
  4. Morta [Feat. Amy Trujillo]
  5. Faded [Feat. Josh Todd]
  6. Chasing Shadows
  7. Tears [Feat. Amy Trujillo]
  8. Cloudy Days
  9. Fat City [Feat. Greg Dulli]
  10. Believer [Feat. Amy Trujillo]
  11. Gone For Good [Feat. Everlast]
  12. Blip
  13. Dead Flowers [Feat. Amy Trujillo]
  14. Far Away [Feat. Amy Trujillo]

Beatz

All tracks produced by Dj Muggs except tracks #4 and #10 co-produced by Reggie Stewart