Dudley Perkins – Expressions (2012 A.U.)
<<How’d you get so funky, Dudley?…>>. Eh già, è lo stesso Declaime, in arte Dudley Perkins, a chiedersi nell’apertura di “Expressions” come faccia ad essere così dannatamente funky. E la stessa domanda tormenterà anche noi per tutta la durata del disco. Dudley è l’mc più strambo di casa Stones Throw, il che la dice già lunga: canticchia, fa del Rap, simula melodie come farebbe un ubriaco in preda al proprio delirio, si lancia in improbabili e lamentosi vocalizzi. Eppure stargli dietro è un vero spasso, i cambi di registro e le performance irriverenti sono anzitutto una parte essenziale della sua personalità artistica, ma a lungo andare diventano il motore di tutta l’operazione, il mezzo che ne rende estremamente scorrevole l’ascolto.
Il suo primo disco, “A Lil’ Light” (2003), si era rivelato un prodotto molto più intimo e autobiografico di quanto Perkins e Madlib volessero lasciar intendere, l’aria solare intrapresa da quest’ultimo faceva infatti da contrappeso a racconti e tematiche decisamente personali. In quanto a sonorità, “Expressions” segue quasi alla lettera quegli stessi binari, ma le rime di Dudley Perkins si fanno più aperte e scanzonate; resta invece invariata l’equilibrata intesa che deriva dall’unione delle due forze.
Madlib mette a disposizione un campionario che difficilmente Dudley avrebbe potuto sciupare, a differenza delle sue ultime fatiche “Expressions” presenta produzioni molto più ordinate (“Get On Up”) il cui filo conduttore è dato esclusivamente dal binomio Funk/Soul (basti citare “Come Here My Dear”, che utilizza lo stesso sample di “Navigherò la notte”, e “Dollar Bill”, che scava ancora una volta nel repertorio di James Brown): nell’insieme si tratta dell’ennesimo trionfo del conduttore del beat. Al contempo, Perk si conferma un anarchico del microfono, cavalca i beat a sua disposizione senza alcuna esitazione e se ne frega altamente delle possibili critiche ai danni della sua bizzarria espressiva, preferendo alla plasticità dell’R’n’B moderno una naturale spontaneità. L’argomento per eccellenza di “Expressions” è l’amata marijuana, il che traccia una fumosa linea di continuità coi compagni di scuderia MED e Quasimoto; tra i momenti migliori vi segnalo comunque “Funky Dudley”, il singolo che aveva anticipato l’album, la gustosissima autodescrizione di “Me”, “That’s The Way It’s Gonna Be”, “Dollar Bill”, la splendida “Inside”, “The Last Stand” e la conclusiva “Dear God”, rivolta come da titolo direttamente all’Altissimo.
Ma, al di là dei singoli episodi, la seconda fatica di Dudley Perkins stupisce per la facilità con cui riesce a coinvolgere l’ascoltatore, a dimostrazione (se ce ne fosse ancora bisogno) che l’Hip-Hop non ha bisogno di tanti fronzoli: sono sufficienti delle simmetrie semplici e infallibili. Ovvero due artisti capaci e nel pieno della loro forma.
Tracklist
Dudley Perkins – Expressions (2012 A.U.) (Stones Throw Records 2006)
- Funky Dudley
- Me
- Testin’ Me
- Get On Up
- Come Here My Dear
- That’s The Way It’s Gonna Be
- Domestic Interlude
- Separate Ways
- Dollar Bill
- Inside
- The Last Stand
- Coming Home
- Dear God/(Hidden Track)
Beatz
All tracks produced by Madlib
Bra
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