Eminem – Revival

Voto: 2 –

A scuola avrebbero detto: ha grande potenziale, ma non s’impegna abbastanza. Anche i suoi più pertinaci detrattori, che siano disposti ad ammetterlo o meno, non possono negare che da un punto di vista tecnico Eminem sia (stato) uno tra i rapper più dotati di sempre a stringere un microfono nel proprio pugno. Flow, cadenza, velocità, controllo della respirazione, struttura delle strofe: potenzialmente un’arma perfetta all’interno del booth, capace di giustiziare all’istante qualunque beat passasse in cuffia. Un’arma che però, nel corso degli ultimi anni, ha perso l’unico combustibile in grado di alimentarla: la rabbia.

Tornando alla scuola, se durante l’appello qualcuno chiedesse will the real Slim Shady please stand up?, con ogni probabilità il buon Marshall oggi resterebbe seduto al suo banco. Se non ci fosse stato un Mr. Hyde, nessuno avrebbe mai sentito parlare del mite Dr. Jekyll; lo stesso discorso vale purtroppo per Eminem, che soffocando parte dei suoi conflitti interiori e riedificando quei ponti bombardati a ripetizione agli albori della propria carriera, ha di fatto seppellito definitivamente il suo alter-ego. E quel purtroppo non è chiaramente una critica alla persona, che anzi ha ceduto alla maturazione scegliendo di vivere più serenamente rispetto ai tempi in cui camminava quotidianamente sul filo dell’overdose da idrocodone, quanto al fatto di non aver appreso nulla in quasi un ventennio di convivenza con quello spirito malefico che un tempo rendeva graffianti gli acuti che oggi suonano striduli.

“Revival”, per quanto sia urlato nella confezione, è la flebile voce proveniente da quel limbo in cui la sua arte, incapace di evolversi, è rimasta intrappolata. Un disco che cerca di proporre soluzioni a nuovi problemi attraverso vecchi e ritriti cliché, relitti delle sue opere passate, il tutto incorniciato dalla scelta di utilizzare una cadenza sconnessa, una sorta di stop & go verbale che si limita a concedere qualche fiammata improvvisa, salvo poi azionare gli idranti sul più bello, amputando l’unico comparto dell’album che si sarebbe potuto altrimenti salvare. Il singolo “Walk On Water” mette immediatamente nero su bianco questa scelta stilistica, peraltro già testata nelle sue recenti apparizioni, e il risultato è un brano che sembra non partire mai, in cui strofe, beat e ritornello viaggiano su tre binari differenti. Il fatto che una fetta del pubblico (inizialmente) l’abbia celebrato come un grande manifesto lirico è solo il barometro della deriva a cui l’ascoltatore medio di Hip-Hop nel 2017 si è purtroppo abituato. In un mondo in cui nove rapper su dieci nella top 10 del momento biascicano invece di rappare, è oramai sufficiente canticchiare una filastrocca per guadagnarsi l’etichetta di nuovo Rakim…

Ad affiancare il flow a singhiozzo troviamo inoltre una penna più che mai scarica, che troppo spesso colpisce a salve scarabocchiando rime al limite dell’imbarazzante, per chi le pronuncia e per chi le ascolta, come nel caso della scialba “River” con Ed Sheeran (<<and guess who just happens to be movin’ on to the next/actually, just shit on my last chick and she has what my ex lacks>> – ex-lax…), una ballata Pop che nulla aggiunge al discorso ma che sicuramente permetterà di macinare un bel po’ di grano grazie agli Ad TrueView di YouTube. Il concept di “Untouchable” è poi ammirevole, ma il brano soccombe a causa di un’esecuzione strillata che lo rende quasi inascoltabile (per non parlare dell’insostenibile paragone con la coetanea “I’m Not Racist” di Joyner Lucas).

L’orrida Need Me è invece il perfetto cocktail di tutto ciò che non si vorrebbe mai trovare in un disco Rap, a partire dall’abusivismo edilizio di Pink (che si prende i riflettori per la maggior parte della canzone) fino all’insipida composizione firmata da Alex Da Kid. E in termini di esperimenti falliti al campionatore è d’obbligo citare In Your Head, ultimo episodio di una serie di deleteri campionamenti anni ’90 iniziata nel 2010 con “What Is Love” di Haddaway, Heat e Remind Me, che oltre a contenere alcune tra le rime più tragiche del disco assesta un (auto)gancio al mento a un Rick Rubin (dispiace sottolinearlo) sempre più povero di idee.

Coloro che, stoici, riusciranno a districarsi coi timpani illesi tra le varie Believe, Chloraseptic, Offended, Framed e Bad Husband, alla fine del percorso, sepolte sotto una settantina di minuti di robaccia, troveranno finalmente le ottime Castle e Arose, che non si capisce bene se siano una sorta di achievement videoludico in stile Xbox per ricompensare chi ha completato l’ascolto o più una presa per i fondelli dell’ex biondino per ricordare a tutti che in fondo ci sa fare. I due brani sono legati e ripercorrono, attraverso alcune lettere, tre momenti storici per l’Eminem padre, fino a ritornare a quella vigilia di Natale del 2007 trascorsa in rianimazione all’ospedale a causa di una tremenda overdose da farmaci, per poi riavvolgere il nastro e – grato della seconda chance avuta – riscrivere simbolicamente quei tormentati istanti, gettando nel gabinetto le pillole che gli costarono quasi la vita.

E il fatto che, ironia della sorte, l’ascolto si chiuda con il suono di uno sciacquone, incornicia probabilmente il disco meglio di quanto possa fare qualsiasi voto.

Tracklist

Eminem – Revival (Aftermath Records 2017)

  1. Walk On Water [Feat. Beyoncé]
  2. Believe
  3. Chloraseptic [Feat. Phresher]
  4. Untouchable
  5. River [Feat. Ed Sheeran]
  6. Remind Me (Intro)
  7. Remind Me
  8. Revival (Interlude)
  9. Like Home [Feat. Alicia Keys]
  10. Bad Husband [Feat. X Ambassadors]
  11. Tragic Endings [Feat. Skylar Grey]
  12. Framed
  13. Nowhere Fast [Feat. Kehlani]
  14. Heat
  15. Offended
  16. Need Me [Feat. Pink]
  17. In Your Head
  18. Castle
  19. Arose

Beatz

  • Rick Rubin with the co-production by Skylar Grey: 1
  • Eminem with the additional production by Luis Resto and Mr. Porter: 2
  • Mr. Porter: 3
  • Eminem, Mark Batson, Emile Haynie and Mr. Porter: 4
  • Emile Haynie: 5
  • Dr. Dre, Theron Feemster and Trevor Lawrence Jr.: 6
  • Rick Rubin: 7, 14, 19
  • Frequency and Aalias: 8
  • Just Blaze with the co-production by Eminem: 9
  • Alex Da Kid with the co-production by Eminem: 10
  • Alex Da Kid: 11, 16
  • FredWreck with the co-production by Eminem: 12
  • Rock Mafia and Hit Boy: 13
  • Illadaproducer with the co-production by Eminem: 15
  • Scram Jones: 17
  • Dj Khalil: 18

Scratch

  • Rick Rubin: 1, 7, 14, 19
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