Emis Killa e Jake La Furia – 17
La prendo larga… A inizio millennio, quando l’Hip-Hop italiano era entrato in una crisi tale da poterne supporre l’assoluta estinzione, la realtà discografica di punta per il genere, cioè gli Articolo 31, si avventurò in un ribaltamento di paradigma che portò a “Domani smetto” e “Italiano medio”, operazioni di rara bruttezza, giustificate con l’intenzione di voler prendere le distanze da un percorso oramai carente di stimoli (economici?) per esplorarne di nuovi. Casualmente, in seguito al successo di Fabri Fibra, Club Dogo e Mondo Marcio tra gli altri, J-Ax ritenne fosse tempo di tornare all’ovile, regalandoci così ulteriori perle del trash come “Rap n’ Roll”, la combo Due di Picche e “Comunisti col Rolex” con Fedez. Intendiamoci, si tratta di un atteggiamento lecito, che non ci sconcerta più del dovuto: l’artista mainstream si allontana per forza di cose dal suo contesto di provenienza, ha bisogno di espandere utenza e orizzonti, salvo poi fare marcia indietro – con una certa nonchalance – quando si rende conto che il barile non è stato raschiato fino al fondo.
Perché questa premessa? Perché è ciò che sta accadendo: vuoi per un riflesso spontaneo in seguito alle quotazioni crescenti del team Griselda come di altre figure dell’underground statunitense, vuoi perché la Trap ha eroso spazi vitali alla scena nel suo insieme, in tanti hanno cominciato a reclamare una sorta di ritorno alle origini, puntualizzando sul ruolo del Rap e su aspetti tecnici che, fino a pochi anni fa, erano materia di conflitto tra i cosiddetti puristi (in senso spregiativo) e non. Il problema è che per entrare nel discorso occorre un pizzico di credibilità, qualità che – a mio avviso – Emis Killa e Jake La Furia hanno via via perduto. Sarò pure prevenuto, ma se fai il giudice a Miss Italia con Sandro Mayer, se sei un coach di The Voice of Italy, se concedi featuring a Gigi D’Alessio, se conduci Carpool Karaoke e Stra Factor, se ti accomodi nei salottini più Pop (impegni legittimi all’interno di un quadro professionale che trascende il fare musica), non puoi ergerti a paladino del vero Hip-Hop come se nulla fosse. Né basta collaborare (il corsivo è d’obbligo) con Westside Gunn per convincerci del contrario.
Ovvero, crudo e senza mezze misure (coerentemente, secondo molti addetti ai lavori, al tono di “17”): quella rudezza citata a destra e a manca l’ho cercata, ma mi sono imbattuto in ritornelli osceni, dosi bulimiche di auto-tune, synth a non finire, estratti di sceneggiature più che biografie; e – con clamoroso stupore dei bravi giornalisti di settore, pronti a elargire esclamativi sui social e titoloni nei rispettivi portali – ho trovato addirittura le barre! Eh già. Sarà mica che qualcuno, pronto a giustificare qualsiasi cantilena chiusa senza rime in nome di una presunta modernità, aveva dimenticato cosa fosse il Rap? Ebbene, nella loro prima combine – giunta a sigillo di numerosi brani realizzati in coppia – Emis Killa e Jake La Furia hanno l’ardire di non travalicare l’Hip-Hop, ricorrendo a sonorità attualissime e dando priorità all’autocelebrazione e a una fascinazione quasi romantica per la mala (oggi si può dire che ben due Dogo su tre siano figli della Milano bene, vero?). Dove sia la novità, me lo chiedo durante ogni singolo ascolto.
E pensare che l’album si apra con un agguerrito <<tu sappi che qua non si trappa, do calci nella faccia>>; peccato il duo si sia affrettato a raddrizzare la posizione in ogni intervista concessa, chiarendo subito che non ha un’avversione per la Trap – un messaggio chiaro, dritto e coraggioso, non c’è che dire. “Broken language”, comunque, rimane uno degli episodi migliori sul totale dei cinquanta minuti e passa, al fianco del solista di JLF, “Amore tossico”, riuscita descrizione di un rapporto nocivo sull’Elettronica di Big Fish (che pesca “Io e te” di Edda per il refrain) e delle gradasse “666” (<<gonfio questi rapper come il botox/li mando al tappeto come Lennox/lei la scopo anche se non fa detox/basta che respira tipo Geox>>) e “Maleducato” (<<quando me ne vado muoio di bamba/o faccio i soldi col Rap o col passamontagna/li spendo tutti di botto o li metto alle Cayman/io sono maleducato, maleducato/sputo per terra se passi di lato>>), entrambe prodotte da Young Satana e cariche di linee di basso che fanno bene il loro lavoro. Avremmo potuto dire lo stesso di “Renè & Francis”, però l’incalzante beat Eurodance di 2nd Roof è una scelta scellerata, che toglie atmosfera a un racconto – i cui protagonisti sono Renato Vallanzasca e Francis Turatello – necessitante di tutt’altra ambientazione.
Dopodiché, se il minimo da chiedere a due superstar come Emis Killa e Jake La Furia sono proprio gli incastri, allora “17” vive di rendita, animandosi solo quando l’ispirazione al microfono è alta e il contributo alle macchine non è irritante. Preparatevi quindi a un singolo penoso come “Malandrino”, alla solita penna spenta di Fabri Fibra tra le tre strofe di “Sparami” (si salva Salmo: <<sono ingrassato, zio, vado a rilento/se prima mi portava il vento/ora ho una pancia che pare sia cacato dentro>>), all’abbondante retorica di “Lontano da me”, “Gli amici miei” e “Medaglia”, infine all’immancabile tamarraggine di “Toro loco”.
In sostanza, l’insieme potrà far cascare la mascella a quelli di Rockol, ma da queste parti suona come l’ennesimo progetto mainstream ancorato a formule che vengono replicate in serie (e che prevediamo a cellophane integro): vuol fare brutto senza sporcarsi le mani, al riparo di una comfort zone che rende tutto un po’ più finto.
Tracklist
Emis Killa e Jake La Furia – 17 (Sony Music Italy 2020)
- Broken language
- Malandrino
- No insta [Feat. Lazza]
- Renè & Francis
- Amore tossico
- 666
- Sparami [Feat. Salmo e Fabri Fibra]
- Lontano da me
- Maleducato
- L’ultima volta [Feat. Massimo Pericolo]
- La mia prigione
- Toro loco
- Gli amici miei [Feat. Lazza]
- Medaglia
- Il seme del male
- Cowboy [Feat. Tedua]
- Quello che non ho
Beatz
- Dat Boi Dee: 1, 17
- Low Kidd: 2, 13
- Kid Caesar: 3
- 2nd Roof: 4, 7, 10
- Big Fish: 5, 8, 14
- Young Satana: 6, 9
- Boss Doms: 11
- Abaz e 2nd Roof: 12
- X-Plosive, Abaz e 2nd Roof: 15
- Chris Nolan: 16
Bra
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