Flying Lotus – Yasuke

Voto: n.g.

Con Yasuke” ho dovuto creare una tavolozza. In pratica, mi sono imposto di utilizzare solo determinati strumenti. Strumenti che potevo sfruttare per creare un’atmosfera omogenea. Perché se ti concedi il lusso di utilizzare qualsiasi cosa, alla fine lo spettacolo non avrà una sua identità. Flying Lotus ha illustrato così, dalle colonne silicee del portale Screen Rant, l’approccio a cui si è affidato per musicare il suo debutto esecutivo su Netflix. E la sfida, per uno spirito ramingo che ha edificato la sua intera carriera sull’esplorazione priva di confini, stava tutta lì: riuscire per una volta a non sgocciolare (perlomeno non troppo) i suoi pigmenti al di fuori dei margini. Ma a quale costo?

Una doppia sfida, a dirla tutta, perché non si può in queste condizioni non mettere in conto la presenza di quell’antipatico spettro, intercessore di luoghi comuni, che non aspetta altro che sfruttare il passaggio obbligato per tendere la propria imboscata. Ellison, però, abituato com’è a fluttuare, non è inciampato nella proverbiale gamba tesa dagli stereotipi; e questa è una prima vittoria. L’effige in copertina parla chiaro: l’hakama decorato indosso, l’uchigatana sfoderata e adagiata sulla spalla, gli occhiali da sole scuri, incastonati tra i dreadlock. La strada per una volta sarà anche ben tracciata, ma si trova pur sempre nel bel mezzo del suo personale cosmo(gramma). Ed è lui a scrivere buona parte delle regole.

Quindi, riposti nell’armadietto il mixer con gli avanzi di palline da ping pong à la julienne e il brodino aromatizzato alla formaldeide, sul piano di ceramica rimangono quantità industriali di synth – che restano gli acidi nucleici della sua produzione – e un quanto basta da ricettario di batterie e percussioni varie, pronte da cospargere sul pentagramma quando l’adrenalina affluisce verso i pennini dello Studio MAPPA. I lineamenti sonori di “Yasuke” prendono forma così, da elementi che ricorrono ed evolvono su una propria linea temporale. E l’esercizio più divertente – e consigliato, se siete ancora in tempo – è stato proprio quello di prestare l’orecchio prima di premere il pulsantone con la scritta Netflix sul telecomando del televisore. Vedere coi timpani prima di farlo con gli occhi e immaginare i tratti di Yasuke mentre la sua forma viene tratteggia attraverso la lamina della nostra corteccia cerebrale. Con un unico e sottile filo di Arianna a guidarci: quelle particelle di vanità che FlyLo ha stillato tra una partitura e l’altra. E’ stato difficile capire quale sarebbe stato il suono. E poi c’erano in gioco anche le mie idee preconcette e le voci nella mia testa che dovevo soddisfare. Non l’ha nascosto neanche lui.

E quindi? Al pari di un loto chiuso, la presenza di Ellison si cela pur restando in piena vista. Come un glifo che onora solo l’occhio… pardon, l’orecchio che lo cerca. Black Gold è il biglietto da visita che emerge dal bagliore, sospinto dal falsetto celestiale di Thundercat. La fragranza di Kurosaka Strikes!” lascia percepire qualche nota di bushido prima che le sue striature prendano improvvisamente a brillare mentre attraversano i circuiti del Moog. Survivors trascina in profondità, citando in maestà il boom bap ovattato di Dj Krush. Lo sgocciolio di African Samurai disegna le stesse increspature di “Ready Err Not”, che passano inosservate mentre le attenzioni le reclama per sé Denzel Curry, affaccendato a levigare il filo del suo tanto nell’unica parentesi Rap in scaletta (<<the sword I touch been cursed by memories of war/every stroke from the blade left the enemies floored/challenge the lord who could afford to buy your life, clearly/let you commit seppuku, not worthy of harakiri>>). In qualche modo, quindi, lui è sempre lì.

Di tanto in tanto, tuttavia, la sua presenza si fa più rarefatta. Quasi fosse un osservatore piuttosto che l’architetto. E alla fine la grande sfida di cui parlavamo sopra è al tempo stesso anche il piccolo problema di “Yasuke”. Un dilemma che in fondo nasce dalla necessità, congenita a una colonna sonora, di dover imbottigliare il tutto senza che poi una parte si depositi sul fondo del recipiente, mentre un’altra rimane a galleggiare in superficie. Questo fortunatamente non succede, ma quel dover ricercare necessariamente un denominatore comune è quanto di più lontano ci sia dal cosmico scalpellare a cui Flying Lotus ci ha abituati. E un po’ si sente.

Tracklist

Flying Lotus – Yasuke (Warp Records 2021)

  1. War At The Door
  2. Black Gold [Feat. Thundercat]
  3. Your Lord
  4. Shoreline Sus
  5. Hiding In The Shadows [Feat. Niki Randa]
  6. Crust
  7. Fighting Without Honor
  8. Pain And Blood
  9. War Lords
  10. Sachi
  11. Your Screams
  12. Using What You Got
  13. African Samurai [Feat. Denzel Curry]
  14. Where’s The Girl?
  15. Kurosaka Strikes!
  16. This Cursed Life
  17. RoBomb
  18. Taiko Time//Sacrifice
  19. Your Day Off
  20. Your Armour
  21. Enchanted
  22. Mind Flight
  23. Survivors
  24. Your Head//We Won
  25. The Eyes Of Vengeance
  26. Between Memories [Feat. Niki Randa]

Beatz

All tracks produced by Flying Lotus.

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