Posted 22 March 2007 by Mistadave in USA

Fort Minor – The Rising Tied

Voto: 4,5

Frutto della passione per l’Hip-Hop di uno dei pilastri dei Linkin Park, nientemeno che Mike Shinoda, i Fort Minor si sono presentati sulla scena un paio d’anni or sono forti della notorietà del loro inventore e leader, includendo il costante apporto di Ryu e Tak, meglio conosciuti come Styles Of Beyond, e contando per questo disco d’esordio su collaborazioni illustri (Black Thought e Common su tutti), come già accadde in passato per un altro progetto nato dalla mente di Mike, quel “Reanimation” che raggruppò diversi rapper della scena underground a interpretare i remix dei brani del primo album dei suddetti Linkin.

“The Rising Tied” è un lavoro molto interessante, interamente prodotto dal geniale Mike che per l’occasione si occupa di beat, campionamenti e del suo pezzo forte, le tastiere, in parte aiutato dal fido Mr. Hahn, dj del suo gruppo principale. Questo progetto parallelo vuol essere un tributo all’Hip-Hop stesso, non nel senso più puro del termine ma secondo lo stile tutto personale di Mike, fatto di beat potenti, tastiere pulite, loop azzeccati e orecchiabili senza esagerare, bassi pronti a frantumare vetri in giro per il mondo. Tra le tracce più belle – ce ne sono davvero molte – troviamo “Remember The Name”, primo featuring a firma S.O.B., dove l’abbinamento basso/tastiera del ritornello è degno di un connubio perfetto, “Petrified” usa in modo vincente le tastiere e un campione breve e stridulo che proviene direttamente da “Insane In The Brain” dei Cypress Hill, “Feel Like Home” è di grande atmosfera, “In Stereo” è un puro bombardamento sonoro steso su una base spaziale, da provare ai massimi volumi, “Back Home” gode della presenza di Common e parla della vita distante da casa, tanto divertente quanto a volte malinconica, tanta è la distanza dal proprio luogo d’origine per la maggior parte del tempo a disposizione di questi artisti.

Molto valide anche “High Road”, breve ma intensa e premiata dal featuring di John Legend nel ritornello, “Right Now”, altra dimostrazione delle capacità produttive di Mike, e “Kenji”, che scava attraverso le radici della famiglia Shinoda per raccontarne l’arrivo negli Stati Uniti dal Giappone in tempi di guerra, fatto che spiega i tratti somatici e il cognome del ragazzo. Per gli amanti del New South, infine, nell’edizione limitata del CD è presente anche “There They Go”, stilosissima avventura attraverso le sonorità tipiche di Atlanta.

Il disco è molto compatto e fila via che è un piacere, contiene episodi di più facile ascolto rispetto ad altri come i singoli “Believe Me” e “Where’d You Go“, quest’ultima tra l’altro ben cantata da Holly Brook, ma lo spirito Hip-Hop che trasuda viene alla luce senza problemi, ascolto dopo ascolto. Mike Shinoda è un rapper di buon livello e nulla più, come produttore è invece dotato di un talento immenso ed è molto creativo, tutto da ascoltare nelle piacevoli basi confezionate per questo “The Rising Tied”. Come denuncia lui stesso tra le righe di diversi brani, una volta gli avrebbero raccomandato di suonare le tastiere e non inserirsi come rapper nei Linkin Park e più di qualcuno, a suo avviso, gli sconsigliava d’intraprendere il progetto Fort Minor perché sarebbe stato un flop; in entrambi i casi, per Mike la scommessa è stata vinta in pieno.