Freeway & Jake One – The Stimulus Package 2

Voto: 4 +

Ma quanto sono belli i sequel, quando escono così? E’ vero, quello di seguiti, ritorni e parti due è un tema che abbiamo già affrontato in passato, non sempre per tracciare delle lodi; ma qui, concedetecelo, il discorso è un po’ diverso. E per un paio di buoni motivi, peraltro assai annodati tra loro: il primo è che The Stimulus Package 2″ è quel disco che, al momento del suo annuncio, non ci aspettavamo; il secondo – innesco del primo – è che la prima collaborazione tra Freeway e Jake One, vecchia oramai di una quindicina d’anni, è uno di quei dischi di cui si parla troppo poco, un duetto che era arrivato nel momento perfetto della carriera di entrambi. Il fatto che un giorno quel prezioso sodalizio – ve lo ricordate il package? Era cla-mo-ro-so! – potesse guadagnarsi un prolungamento è stata quindi, a lungo, una fantomatica suggestione per pochi con la memoria buona. Pochi che però oggi sono stati ricompensati; anche se tocca riconoscere che la sola speranza ha un peso ben più leggero da sopportare rispetto a quello di una più formale attesa (e bene se lo ricorderanno quelli che c’erano quando, poco più di tre lustri fa, mettevano le mani per la prima volta su “Only Built 4 Cuban Linx… Pt. II” dopo anni di è quasi pronto).

<<We from the ghetto, we keep metal, we keep Prada whiffers/you can stuff at least a half a brick inside a woofer>>. L’equivalente di due sole barre, le primissime in Time, e la scenografia è subito bella e servita, mentre il boom bap scorre dolcissimo sullo sfondo, come il paesaggio da un finestrino, e Freeway e Conway fanno la loro cosa. E’ un Rap che, anche se non ne ha bisogno perché è inevitabile fare altrimenti, chiede di essere ascoltato. Un Rap che ha un cuore; in cui questo non più ragazzino di Philadelphia – che sta sulla mappa da un buon quarto di secolo – non lesina il sangue tra una goccia d’inchiostro e l’altra. <<Then I took a bigger loss: my daughter lost to cancer/my son to the streets and my dad to dementia>>, rappa sul cambio di beat in Crystals And Keys. <<Turned into a savage, had to bury my own child>>, insiste nella conclusiva Family Tree, a memoria di una vita che non è facile pensare di mettere in rima.

Certo è che quando l’intesa con chi sta dietro le macchine si muove su questi livelli, anche a distanza di tanti anni, è più facile tirare fuori pezzi del calibro di una Price Of Fame. E vale qui la pena di soffermarsi un istante sulla scelta delle sete e sui ricami che Jake One opera per cucire il beat: delicato, molto elegante, ma come può star bene addosso al flow ruvido di uno come Freeway? Eppure… Chapeau, Jake. Un discorso simile lo si potrebbe fare per Keep Winning, un altro di quei momenti che, per definizione, fomentano le aspettative, come avviene ogniqualvolta ci si ritrova a leggere il nome di Black Thought – uno che in fatto di asperità delle corde vocali non ha rivali – in una tracklist. E già che siamo in tema, ci tocca nominare anche l’anthem, nonché singolo dell’album, Ringin. Bella dritta e ruggente, accoglie sulle sue frequenze una sentenza di nome Jadakiss (<<guess that’s the gift and the curses/all about perception, making a big purchase/they don’t have to know us, they just googling they searches/I ain’t been home since the day after Verzuz/ah! Same results any day Numbers shot up to where they should’ve been anyway/yeah, I just caught the paper/and rest in peace Biz Mark, they just caught the Vapors>>), che continua imperterrito a essere quel rapper capace di trucidare qualsiasi guest spot gli venga offerto dai tempi di “Banned From TV”.

Tornando al grande disegno, l’abbiamo detto, la sinergia è integra. E se proprio bisogna trovare una virgola da criticare, a maggior ragione in virtù di tale intesa, questa sta forse nella scelta di affastellare subito in sequenza in apertura quattro dei sette featuring presenti nel disco. Nel senso: prima largo spazio ai padroni di casa, poi siano benvenuti anche tutti gli altri. E qualcuno – che magari non ama le vocine – potrebbe avere qualcosa da ridire sulla palette di colori che Jake One ha scelto per tinteggiare i giri del disco. Ma sono francamente problemi da primo mondo, indicati tanto per; “The Stimulus Package 2è un sequel di cui il suo illustre predecessore può andare fiero (e, per i più giovani, un ottimo motivo per andare a rispolverare il primo capitolo).

Tracklist

Freeway & Jake One – The Stimulus Package 2 (White Van Music/Freedom Thinkers Academy 2024)

  1. Time [Feat. Conway The Machine]
  2. Philly [Feat. Peedi Crack]
  3. My Own [Feat. Sauce Walka]
  4. Keep Winning [Feat. Black Thought]
  5. Price Of Fame
  6. Lord Forgive Me
  7. Freezer
  8. Ringin [Feat. Jadakiss]
  9. Heartbreaker
  10. Nothin They Can Do
  11. Crystals And Keys [Feat. Scholito]
  12. Bearded Legend
  13. Surgery [Feat. Symba]
  14. Family Tree

Beatz

  • Jake One: 1, 2, 3, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 13, 14
  • Jake One with the co-production by Daoud: 4
  • Jake One with the co-production by Mario Luciano: 11
  • Jake One with the co-production by Sam Wish: 12
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