Gensu Dean & Planet Asia – Abrasions
Le collaborazioni tra mc e beatmaker si possono sostanzialmente suddividere in due tipologie. La prima, a mio parere la più efficace, è quella costruita nel tempo, i due artisti coinvolti crescono assieme condividendo passione, evoluzione ed esperienze personali; la seconda è quella più diffusa e – in genere – qualitativamente inferiore, ovvero quella per cui i suddetti rapper e produttore si affiancano quasi per caso durante la loro carriera musicale, senza una vera (com)unione d’intenti, presupposti solidi e ben motivati. Dalla prima fuoriescono i classici senza tempo del genere, dalla seconda, spesso e volentieri, emergono prodotti dalle aspettative alte ma la cui somma delle parti si assesta un po’ sotto questo margine. “Abrasions” rientrerebbe nella seconda categoria e già dalle prime notizie trapelate in merito alla collaborazione in molti hanno storto il naso, considerando la combinazione tra un rapper californiano e un producer proveniente dal Texas, nonché esplicitamente di scuola Premier, un’idea alquanto bizzarra e soprattutto priva delle proverbiali fondamenta. Come al solito, però, mi sono dovuto ricredere.
L’incontro artistico tra Gensu Dean e Planet Asia non è affatto male e, soprattutto, supera brillantemente i sospetti legati alla possibile incompatibilità tra le due figure, le quali, limando qua e là qualche asperità, si uniscono in maniera pregevole dando vita a un prodotto variegato e piacevole. Che Gensu Dean fosse un producer con i numeri lo si è capito sin dal suo disco d’esordio, “Lo-Fi Fingahz LP”, ma qui conferma ancora più la sua caratura, stendendo un tappeto che viaggia dalle sonorità old school (“Aura”) a musicalità nettamente più moderne e dure (“Thoroughest”, “Time To Get Dough”, impreziosita dal featuring di Twin Gambino, e “Chichi, Get The Yayo”), sino ad arrivare a “Cochise” e “Dignity”, nelle quali il texano abbandona i rullanti e costruisce due tracce completamente imperniate su campioni ben tagliati e dal sapore solenne, accompagnati da casse profonde e linee di basso gommose sino all’estremo. Bel lavoro.
La produzione musicale raggiunge il massimo della varietà con le tracce sul finire dell’album, dove Gensu spolvera uno stile tipico da costa ovest mettendo Planet Asia a suo agio e riproducendo le sonorità tipiche della produzione di Alchemist, Evidence e tanti altri esponenti di quell’underground californiano che suona sempre morbido e classicheggiante (“Faces On The Dollar”, “God Hour”, “Reflections”). In mezzo a tutte queste produzioni dal sentore più tradizionale, ma dalle sfumature dettagliate, Asia si occupa del confezionare e distribuire rime e lo fa con capacità dialettiche e incisività metrica che gli sono consone; come già accennato per l’album dei Durag Dinasty, l’mc non si distingue certo per i temi conscious, tuttavia propone sempre una certa freschezza nel rappare e, grazie anche a una voce dai toni caldi e avvolgenti, mantiene l’ascoltatore ben attento senza risultare pedante e noioso. I vari comprimari che gli sfilano di fianco, quasi tutti provenienti dal sottosuolo losangelino, si comportano bene, contribuendo a variegare l’atmosfera e a conferire piacevolezza all’insieme.
Vi invito quindi all’ascolto di “Abrasions”, di cui sono certo apprezzerete le capacità alle macchine di Gensu Dean e la costante garanzia di Planet Asia al micro.
Tracklist
Gensu Dean & Planet Asia – Abrasions (Mello Music Group 2013)
- Abrasions Intro
- Thoroughest
- Bar Mitzvah
- Time To Get Dough [Feat. Twin Gambino, Killa Kali and Washey Choir]
- Cochise
- Dignity [Feat. Tristate]
- Aura
- Chichi, Get The Yayo
- Faces On The Dollar
- God Hour [Feat. AA Rashid and Tristate]
- Tough
- Do What I Want [Feat. Larina and Washey Choir]
- Chuck Berry [Feat. Shawn Pen]
- Listen
- Reflections [Feat. Rogue Venom]
- Thyself [Feat. David Banner and Tragedy Khadafi]
- Coup De Grace [Feat. Gold Chain Military]
Beatz
All tracks produced by Gensu Dean
Cazza
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