Gionni Gioielli – Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare dell’estate

<<Mi chiede faccio musica, no baby questo è cinema/imprimo estate su pellicola>>

Quando, esattamente quattro anni fa, Gionni Gioielli pubblicava “5 bambole per la Luna d’agosto”, in certa misura nasceva un genere. L’artista di Caorle, sulla cui discografia in singolo e in gruppo non aggiungiamo nulla perché dovreste esserne già abbastanza edotti, si lanciava in una sfida in apparenza impossibile: realizzare un album Hip-Hop estivo, ma secondo i canoni Make Rap Great Again. Ovvero senza cafonate, ritornelli martellanti e concessioni all’easy listening, sempre e <<solo barre e sample>>; a intensificare il livello di difficoltà era però il riferimento diretto al cinema, ai suoni e all’immaginario di cinquanta e oltre anni prima, stagione – irripetibile – rievocata con un efficacissimo gioco di citazioni, indizi inequivocabili di una conoscenza reale, personale, della materia trattata. Spieghiamo meglio: intitolando il disco “5 bambole…”, non ci sarebbe stato nulla di strano nel ricorrere a dialoghi o musiche dal film di Mario Bava, punti cardine attorno ai quali fissare il concept dell’intera operazione e attenersi a questo; Gioielli ha invece usato quella cornice per omaggiare altre bambole (quella giusta, la Fenech, viene ricordata qui) e mischiare le tessere di un puzzle che ai più è risultato forse incomprensibile.

Perciò, se qualcuno scrive di beat Soulful un po’ ci viene da ridere: l’ispirazione origina dai vari Ennio Morricone, Piero Umiliani, Carlo Rustichelli, Armando Trovajoli, Bruno Nicolai, Piero Piccioni, Gianni Ferrio e così via, fino agli epigoni meno conosciuti, maestri – in senso letterale – di una fortunata trasversalità stilistica comprendente elementi di composizione classica, library, Jazz, psichedelia, Bossa, lounge e tanto altro. Fonti dalle quali Gionni Bongusto ha appunto attinto per “5 bambole…”, come per alcuni episodi dello spin-off eightiesFestivalbars”, “Mediterraneo” con Montenero e, fuori a fine luglio, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare dell’estate”, che in prima battuta era “…nel mare azzurro di luglio”. Il progetto si riallaccia al primo della saga e volge con decisione lo sguardo al passato, combinando ironia e nostalgia (<<un’altra estate tutti in fila per i tormentoni/ma non sei Bobby, non sei Rocky, non sei Tony>>) a un frasario nel quale cogliamo ulteriori spunti interessanti – ancora in “Gassman (Vittorio)”, che ha pure una strumentale pazzesca, il termine polibibita dovrebbe indurvi all’ennesima ricerca. E diciamo ciò dando per scontato che almeno sul capolavoro della Wertmüller ci sia poco da suggerire, essendo un cult assoluto.

Nei soli diciannove minuti di durata, di spazio per osare ce n’è e Matteo coglie l’occasione per alzare il tiro quanto basta. “Jenny Tamburi” riprende ad esempio la famosissima “Ho scritto t’amo sulla sabbia”, ritornello e melodia che accompagnano il racconto di un amore transitorio ma intenso (<<quando balla “Casatschok” sembra Dori Ghezzi/circondata dagli specchi, mi spia dai riflessi/se sorride fa una smorfia ingenuamente sexy/mi risveglia i sensi, mi rincolla i pezzi>>); “Edwige Fenech” si spinge tuttavia oltre, sorta di versione al femminile di “Dieci ragazze” di Lucio Battisti con linee gustosamente scorrette quali <<uno intelligente, che poi ti senti stupida/lo vuoi introverso e ti lamenti quando non comunica/lo vuoi geloso e dopo dici non hai spazio/l’amico tuo è perfetto, però gli piace il cazzo>>. Insomma, non delle cover in salsa Hip-Hop, delle canzoncine: in casa MxRxGxA l’attitudine è dissacrante, spigolosa, a prescindere da tutto e da tutti.

Parte del processo è dato altresì dalla velocità di realizzazione: “Travolti…” è instant, frutto di un’ispirazione contingente, non programmata – come “5 bambole…”. Di conseguenza, il solo featuring presente è quello di Gionni Grano in “Mazzola e Rivera”, abbinamento che funziona a occhi chiusi e rabbocca proprio il lato caratteriale di Gioielli che ammettiamo di preferire (<<non vorrei che tu pensassi che si tratti di arroganza/non sono il meglio rapper, sono il meglio e basta>>). Quell’egocentrismo sfacciato, pungente, forse più Tognazzi che “Mastroianni” (<<la mia penna non piange, pare, scrivo e splendo/che mica vado bene per il premio Tenco>>), se non davvero “Califano”, scelta perfetta per una storia che sta finendo male (<<e la mattina mi alzo presto/preparo il caffè e glielo porto fino a letto/ma sai che cosa sia, non è carineria/voglio solamente che si svegli e se ne vada via>>), su un sensualissimo beat di fiati e archi.

<<Non c’è niente come questo…>> – può piacervi o meno, ma è un dato di fatto. Gioielli ha dettato le regole di un campionato cui è difficile partecipare, chiunque intenda misurarsi è avvisato; dal canto nostro, ancora una volta, al gin tonic abbiniamo la colonna sonora più fresca e travolgente dell’estate. Buone vacanze, quindi!

Tracklist

Gionni Gioielli – Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare dell’estate (Make Rap Great Again 2024)

  1. Mastroianni
  2. Jenny Tamburi
  3. Gassman (Vittorio)
  4. Edwige Fenech
  5. Zeudy Araya
  6. Ornella Muti
  7. Mazzola e Rivera [Feat. Gionni Grano]
  8. Califano

Beatz

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