Il Turco – Rap’autore
Facciamola facile: se siete alla ricerca di un disco innovativo e super-ruffiano, “Rap’autore” non fa proprio al caso vostro, fate prima a lasciar perdere e cercare altrove; ma se la ricerca è orientata verso l’Hip-Hop più essenziale (nell’accezione positiva del termine) e genuino, allora concedete un po’ del vostro tempo al quarto lavoro solista (due a nome Sparo) de Il Turco, perché a dieci anni di distanza da “Musica seria” Pietro Clemente si è rimesso in gioco facendo un grosso regalo a tutti i fan della scena capitolina – e non solo.
Sull’mc non credo sia necessario spendere troppe parole introduttive: se state leggendo queste prime righe e non riuscite a collocarle con esattezza nello scacchiere del Rap italiano, suppongo sia giunto il momento di dire addio ai presunti artisti che rappano con l’auto-tune e gli occhiali da sole per recuperare i vecchi progetti del Nostro. Che siano le sue uscite in solitaria, quelle con Simo e Gufo/Supremo73 nei GdB o le varie collaborazioni rilasciate, poco importa: Il Turco non è mai cambiato, rimanendo fedele al proprio gusto stilistico e alle combinazioni più semplici. Di “Rap’autore” si nota infatti subito la tracklist accorciata rispetto alle precedenti prove dell’artista classe ‘77, il quale – da cuoco navigato qual è – sa perfettamente che per proporre un buon menù bisogna puntare anzitutto sulla qualità, non sulla quantità.
Il parallelo Hip-Hop/cucina qui è d’obbligo e Il Turco non perde occasione per sottolinearlo: <<sputo verde, guacamole, cerco ciò che dà calore/non serve lo stadio, va bene pure un capannone/il mio Rap a cannone su una mega produzione/è l’essenza del sapore come in una riduzione>> (“Leaders of the old school”). Con dieci tracce belle corpose e tutti gli ingredienti debitamente selezionati, i piatti in tavola sono di tutto rispetto e il denominatore comune è dato dal Rap diretto e quadrato, invariato e ben rappresentativo della scena romana più classica: il flow è quello e la metrica pure, senza troppi esperimenti metrici né inutili estrosità.
A supporto, sul fronte delle strumentali, ritroviamo una brigata di tutto rispetto (a dimostrazione della credibilità del protagonista) al cui interno spiccano l’onnipresente Mr. Phil, Big Joe, Kennedy e Dj Shocca, quest’ultimo come sempre di un altro livello in “Leaders of the old school”. Per quel che riguarda l’mcing, poi, è ovvio che ad appoggiare un massiccio occorrano degli ospiti non da meno: Simo, Er Costa e il Danno da una parte, Aban e Egreen dall’altra, in “Rap’autore” c’è un pezzo sostanzioso d’Italia a tributare il suo rispetto per Il Turco.
In poche parole, proseguendo nella metafora culinaria, non siamo certo davanti a un ristorante stellato e ai fornelli non c’è l’ennesimo aspirante MasterChef nostrano; siamo invece in una di quelle buone trattorie romane con le radici profondamente piantate nella tradizione locale, perciò non perdetevi le specialità della carta, da “Leaders of the old school” a “Sporco”, dalla titletrack all’inevitabile “Dessert”. E buona digestione!
Tracklist
Il Turco – Rap’autore (Tak Production 2016)
- Buona giornata (intro)
- Senza santi [Feat. Simo]
- Che te devo dì!?
- Troppo bravi [Feat. Er Costa]
- Ogni volta
- Rap’autore [Feat. Egreen]
- Leaders of the old school
- Sporco [Feat. Danno]
- Draghi [Feat. EasyOne]
- Dessert [Feat. Aban]
Beatz
- Mr. Phil: 1, 3, 6, 9
- Frenetik e Orang3: 2
- Dj Argento: 4
- Big Joe: 5
- Dj Shocca: 7
- Kennedy: 8
- Big Dega: 10
Scratch
- Dj Shocca: 7
- Dj Gengis Khan: 8
Blond Dee
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