J-Live – S.P.T.A. (Said Person Of That Ability)

Voto: 3,5

E rieccoci di nuovo alle prese col buon vecchio J-Live, uno dei pochi tuttofare internazionalmente noti. Giunto, se ho contato bene, al suo nono disco, la formula non è cambiata; ma se questo vuol dire da una parte nulla di nuovo, dall’altra significa che tutte le cose buone del caro J sono rimaste tali. A differenza di altri dischi dal taglio tradizionale o semplicemente non sperimentali, va anzitutto notata la capacità di J-Live di restare comunque piuttosto fresco nel modo di rappare e di avvalersi di preziosi collaboratori per ciò che riguarda l’aspetto strettamente musicale; qui hanno risposto alla chiamata signori come RJD2, Diamond D e Marco Polo, a integrare il già ottimo lavoro come producer dello stesso J-Live (che si diletta con risultati eccellenti anche nel djing, da tale aspetto deriva appunto il nome della sua etichetta Triple Threat).

“S.P.T.A.” è un album che suona molto bene, costituito da atmosfere differenti nonostante il tipo di produzione influenzi più o meno tutto il mood dell’album. Ho particolarmente gradito le tracce più irruente e con la sola presenza dell’mc, senza ospiti, nonostante John Robinson si sia comunque dato da fare in modo egregio, mentre ho trovato abbastanza scontata la sola traccia morbida dell’album, “The Me And You”, con tanto di ritornello (ben) cantato. In realtà, “Said Person Of That Ability” è un progetto che ha un milione di pregi e un solo difetto: non viene mai preso davvero il volo verso le vette dell’eccellenza, mantenendosi sempre su un buon livello e senza però restare particolarmente impresso nei ricordi dell’ascoltatore. Ciò, ovviamente, non fa di “S.P.T.A.” un disco da buttar via, perché le canzoni sono tutte di ottima fattura e lo spirito classico emerge in tutta la sua forza – un qualunque purista potrà facilmente innamorarsi di più di un brano in scaletta.

Quel che manca, forse, è un po’ più di tecnica nel Rap, nel caso siate degli amanti degli equilibrismi più complicati, viceversa il flusso regolare ma incisivo di J-Live vi soddisferà appieno. O, forse, manca un brano che abbia un’atmosfera diversa dalla vibra positiva che sembra circondare l’album. O, ancora, può darsi sia una questione più profondamente ideologica a non farmi accogliere del tutto un progetto come questo; è un po’ difficile da spiegare e perdonatemi la digressione, ma forse con una metafora potrei riuscire a spiegarmi meglio: trovo che la maggior parte degli mc’s siano dei supereroi, ma al tempo stesso mi sembra che i supereroi abbiano iniziato a essere un po’ ingombranti e terribilmente retorici, e forse si dovrebbe far qualcosa per cambiare il minimo necessario l’impostazione del vivere l’Hip-Hop in questo secondo decennio del duemila.

Lo dico perché mi capita spesso di ascoltare moltissimi dischi – italiani e stranieri – che hanno il medesimo difetto di rimanere ancorati a una concezione dell’Hip-Hop simile a quella degli anni novanta, in un periodo in cui oramai lo spettro del mainstream è stato sconfitto da un bel pezzo, con produzioni sufficientemente malate da vendere ancor meno dei prodotti underground di tanti anni fa. Cambiare un po’ le carte in tavola di questa bella cosa, intorpidire le acque, far emergere una coscienza che non sia immediatamente riconducibile a quella più canonica potrebbe essere un modo per dare nuova linfa al genere, ma posso capire perfettamente l’animo di coloro che preferiscono rimanere fedeli a un principio nel suo spirito originario.

A parte questa considerazione che mi sono sentito di fare per cercare di chiarire il mio atteggiamento nei confronti dei dischi che ho recensito e recensirò qui, non posso far altro che consigliarvi comunque di ascoltare “S.P.T.A.”, perché di artisti come J-Live ce n’è sempre bisogno e, al di là delle (mie) barriere mentali, siamo di fronte a un prodotto dotato di una grande cognizione di causa e una precisione invidiabile. L’interpretazione di J-Live, per dirne una, è davvero ottima: vi invito a osservare attentamente gli episodi in cui si fa i cori da dietro o sfrutta più canali, dando l’impressione di non essere solo al microfono; proprio come in “The Authentic”, registrata in maniera eccelsa, che dovrebbe essere un modello qualitativo per chiunque si avvicini a un microfono, dei piatti o un campionatore. O magari a tutte e tre le cose insieme, proprio come lui.

Tracklist

J-Live – S.P.T.A. (Said Person Of That Ability) (Triple Threat Productions 2011)

  1. As I Start
  2. From Scratch
  3. The Authentic/Interlude 1
  4. Watch Sun Watch [Feat. YC The Cynic]
  5. How I Feel Pt. 3
  6. The Me And You [Feat. Anneice Cousin]
  7. No Time To Waste/Interlude 2
  8. Pronounced Spitta
  9. Life Comes In Threes [Feat. Rasheeda Ali]
  10. Great Expectations/Interlude 3
  11. Poetry In Ertia [Feat. John Robinson and MarQ Spekt]/Interlude 4
  12. Home Or Away Remix
  13. Half A Glass [Feat. Lyric Jones]

Beatz

  • Korede: 1, 3b
  • Illastrate: 2, 13
  • Marco Polo: 3a, 8
  • J-Live: 4, 9, 10b, 12
  • Nicolay: 5
  • The Audible Doctor: 6
  • Diamond D: 7a
  • 808 Blake: 7b
  • RJD2: 10a
  • Floyd The Locsmif: 11a
  • Korede with the co-production by J-Live: 11b

Scratch

All scratches by J-Live

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