Jack The Smoker – Sedicinoni
Negli oltre vent’anni di presenza fissa all’interno della scena Hip-Hop italiana, riuscendo a stare in equilibrio tra l’underground più irriducibile e le attenzioni di un mainstream che – vi risparmiamo l’elenco – ne ha reclamato più di qualche contributo, l’artista classe ‘82 Jack The Smoker si è distinto anzitutto quale liricista di razza, lasciandosi alle spalle una clamorosa scia di punchline. Ciò che talvolta gli è stato rimproverato, dato il potenziale posseduto, è di non aver incrementato a sufficienza la posta in gioco, misurandosi magari con prove di maggiore complessità tematica: nel suo piccolo, “Sedicinoni” inverte la rotta; e tuttavia il punto si presta a un equivoco che sarà bene sciogliere subito. Dopo l’esordio in duo come La Crème con Mace, entrambi già forti dell’esperienza in crew con gli Spregiudicati, nella traiettoria solista di Jack ha sovente prevalso la pazienza: trascorrono addirittura sei anni prima di “V.Ita”, quattro per “Jack uccide” e poi altrettanti per “Ho fatto tardi”, con un paio di EP e mixtape nel mezzo, ciascuno di questi presenta combinazioni variabili di tecnica, fotta, ego e, in dosi inferiori, riferimenti alla sfera personale, ricorrendo in media a circa una decina di produttori e transitando da TRB a Machete e infine a Sony. Operazioni che hanno riscosso apprezzamenti non necessariamente omogenei, diverse l’una dall’altra e comunque figlie del periodo in cui sono state rilasciate; mancava, al netto delle pur buone performance, un’impronta più identitaria, quella coesione che qui viene assicurata dal talento cristallino di Big Joe.
Salvo sviste, il beatmaker palermitano classe ‘87 collabora col Nostro da “Game over mixtape vol. 1”, intesa che in “Sedicinoni” viene amplificata, diventa co-autorialità, equilibrio grazie al quale i quaranta minuti proposti sono più della somma dei dodici brani realizzati. L’omogeneità del sound, la visione d’insieme, la tracklist concisa, la precisa simmetria tra episodi di pura narrativa, biografismi e secchiate di rime: è tutto al servizio di un album che fotografa la maturità – in senso lato – di entrambi i protagonisti, capaci appunto di coprire uno spettro umorale e musicale di notevoli ampiezza e coerenza. Non stiamo parlando, è opportuno sottolinearlo, di un’uscita noiosamente introspettiva, pretenziosa, che asciuga al terzo ascolto, bensì di un percorso che, appagando in prima battuta per la congrua qualità espressa, trova le giuste proporzioni tra leggerezza, carattere e dimensione quotidiana, un baricentro invitante anche a distanza di numerosi play.
Acceso il proiettore (ulteriore allusione al mondo del cinema), le immagini scorrono vivide a partire da “Bussola”, posizionando presto il racconto a ridosso della cronaca più cruda: <<qua i ragazzini gridano sappiamo il fatto nostro/in banca con pistole a salve senza il tappo rosso/corpi sotto un drappo rosso/ogni risveglio è come un’auto addosso/perché ogni notte sogno un altro posto>>; sempre, però, con una cifra stilistica di assoluto pregio, come accennavamo sopra: <<la paga quando in strada muovi un etto è lauta/per questo il fra’ non vuole muovere il muletto all’Auchan/lei usa il corpo tipo arma, lascia le gambe nude/poi scende più truccata del bilancio della Juve>> (“Come tutti”). A questo proposito, è – consentiteci l’aggettivo – semplicemente geniale “The show”, che all’avvio già gustoso (<<non ho studiato i versi del Decameron, ma Cam’ron/no scuola bigotta in Bicocca, io ho studiato Big Poppa>>) fa seguire uno switch e poi barre slegate l’una dall’altra, pescate in senso letterale da un taccuino che pare – o forse è – infinito.
Ok, fine del track-by-track: non ci piace, né è nostra intenzione diluire il discorso attraverso rigide elencazioni. Detto di una sintonia che costituisce la spina dorsale di “Sedicinoni”, le aspettative vengono soddisfatte in pieno da tracce di grande presa emotiva come “Da 0 a 18” (deliziosa la strumentale dal timbro Soulful) e la conclusiva “Spine”, che Jack dedica al tenero ricordo della madre (<<tu sei andata, lui è arrivato/è come un ciclo senza fine/lui si chiama come te, però al maschile/dopo una giornataccia immagino la tua faccia/con mio figlio fra le braccia>> sono parole che vanno dritte a segno), accendendo poi la miccia di “No problema”, in origine rilasciata a fine 2022 e qui in un remix che aggiunge la foga di Ensi, Louis Dee e Nerone, e “Funema”, che spende la carta Conway The Machine nel miglior modo possibile. In parallelo, nel mezzo di un disco denso ancorché privo di filler, si va dai featuring di Massimo Pericolo (continuo a digerirlo con difficoltà), Salmo e Gemitaiz in passaggi loro congeniali, fino ai consigli di “P.I.M.P.”, che sta per potessi incontrare me piccolo, dati a un se stesso bambino: ogni tassello è al suo posto, come in un meccanismo curato in ogni minimo dettaglio.
Non siamo in grado di dire se “Sedicinoni” sia o meno il massimo risultato raggiungibile da Jack The Smoker e Big Joe; possiamo sbilanciarci, invece, indicando la coppia come una delle meglio assortite e potenti di questo scorcio di Hip-Hop (e non soltanto).
Tracklist
Jack The Smoker – Sedicinoni (Epic Records/Sony Music Entertainment Italy 2024)
- Bussola
- Come tutti
- The show
- Quadrato [Feat. Massimo Pericolo]
- Yes yes [Feat. Salmo]
- Da 0 a 18
- No problema RMX [Feat. Ensi, Louis Dee e Nerone]
- Ogni notte due notti
- Don’t push me [Feat. Gemitaiz]
- P.I.M.P.
- Funema [Feat. Conway The Machine]
- Spine [Feat. Shari]
Beatz
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Bra
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