Jedi Mind Tricks – Violence Begets Violence
Prima ancora di averlo ascoltato, ho pensato subito che sarebbe stato molto difficile recensire “Violence Begets Violence”; perché, da fan sfegatato di Vinnie Paz e in generale degli Army Of The Pharaohs, correvo il rischio di risultare poco oggettivo nell’analisi del progetto. Dopo qualche repeat, tuttavia, mi sono accorto che i timori erano del tutto infondati a causa del livello complessivo dell’album, al di sotto delle aspettative. Il nuovo parto dei Jedi Mind Tricks, celebre gruppo di Philadelphia oramai in attività da più di quindici anni, è il primo senza uno dei membri fondatori, ovvero lo storico beatmaker Stoupe The Enemy Of Mankind (a oggi totalmente preso da altre sonorità e concentrato nel progetto Dutch con la cantante Liz Fullerton). Toccherebbe quindi a Vinnie e al socio Jus Allah il compito di sopperire con rime e fotta alla mancanza del loro produttore di fiducia; ma uso il condizionale perché, secondo il mio parere, proprio Jus è una delle note negative di “Violence…”, non riuscendo a reggere i ritmi e la cattiveria del Diavolo della Pazmania che, da qualche tempo a questa parte, non sbaglia invece un colpo, pur avendo preso parte a svariati progetti nel corso degli ultimi due anni (il disco con gli AOTP “The Unholy Terror”, il suo primo solista “Season Of The Assassin” e, in collaborazione con Ill Bill, “Heavy Metal Kings”).
Come se non fosse sufficiente la scarsa vena di Jus per abbassare il livello del tutto, un attento seguace dei Jedi Mind Tricks incappa subito nella pesante assenza alle macchine di Stoupe (che nei dischi precedenti aveva amministrato sapientemente i tappeti musicali) e percepisce come il tentativo di sostituirlo con vari produttori (anche molto bravi, si vedano C-Lance e Shuko) non riesca in pieno perché, nonostante un’indiscutibile abilità nella composizione, questi non sono stati capaci di conferire al disco il classico suono JMT (ad esempio qualcuno mi spieghi cosa ci faccia qui dentro un beat come quello usato per “Chalice”). In mezzo a tutte queste critiche, tuttavia, non mancano alcune note positive; oltre allo stato di grazia di Vinnie, vanno segnalate le buone prestazioni di Demoz e King Magnetic, rispettivamente in “When Crows Descend Upon You” e “Imperial Tyranny”, e la riconferma di Shuko e C-Lance come produttori di indiscutibile livello. Ottime anche “F**k Ya Life” (in cui vengono scratchate le barre di Prodigy prese da un classico senza tempo come “Shook Ones Pt. II”) e l’ultima traccia, “Street Lights”, che chiude il disco in modo più che dignitoso.
A chi si avvicini solo ora ai Jedi Mind Tricks (mi chiedo dove siate stati finora…), il disco in sé potrebbe anche piacere; per quel che riguarda i fan di vecchia data della crew, invece, “Violence Begets Violence” potrebbe risultare atipico e di difficile assimilazione. Ci troviamo di fronte a un’uscita che segna un vero e proprio stravolgimento nelle sonorità che hanno reso questo gruppo un’imponente colonna portante del Rap hardcore underground statunitense, pertanto la scelta non può essere immune da effetti secondari.
Tracklist
Jedi Mind Tricks – Violence Begets Violence (Pazmanian Devil Music 2011)
- Intro
- Burning The Mirror
- When Crows Descend Upon You [Feat. Demoz]
- F**k Ya Life [Feat. Blacastan]
- Imperial Tyranny [Feat. King Magnetic]
- Design In Malice [Feat. Young Zee and Pacewon]
- Weapon Of Unholy Wrath
- Target Practice
- Carnival Of Souls [Feat. Demoz]
- Willing A Destruction Onto Humanity
- Chalice [Feat. Chip Fu]
- Bloodborn Enemy
- The Sacrilege Of Fatal Arms
- Street Lights
Beatz
- Scott Stallone: 1
- C-Lance: 2, 5, 10, 13
- Hypnotist Beats: 3, 8
- Junior Makhno: 4
- Mr. Green: 6
- Shuko: 7
- Grand Finale: 9
- Illinformed and Scott Stallone: 11
- Nero: 12, 14
Mistadave
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