Johnny Roy – Guerra santa
Il punto di forza di Johnny Roy, mc romano estremamente crudo e diretto affiliato alla crew Red Lights Entertainment, è senza alcun dubbio l’attitudine, lo stile molto sincero e pienamente Hip-Hop: una boccata d’ossigeno per chi è affamato di qualcosa di vero. Anche tecnicamente il membro della Carati Crew (sì, è anche lì) ci sa fare, efficace fin dall’intro del disco per la semplicità con cui riesce a creare incastri significativi che colpiscono l’ascoltatore – ma da apprezzare è anche il monologo posto alla fine della prima traccia di “Guerra santa”, nella quale ci viene spiegato il modo in cui Roy si accosta a questa Cultura, un approccio che mira a dare significato non solo all’Hip Hop stesso, ma a molteplici conflitti che toccano l’uomo da tempo, impegno che verrà assunto durante tutta la durata del disco in esame.
E proprio l’ampiezza delle argomentazioni dissipa molto efficacemente la noia che può attanagliare alcune uscite eccessivamente incentrate e costrette sulla difesa della Cultura di cui sopra. Così, il progetto si dipana tra argomenti politici in “Sindaco Quimby pt. 2”, temi religiosi in “Io & te, tu & Dio”, riferimenti all’Hip-Hop in “Non sempre” e attacchi contro le forze armate in “Soldato blu”. Il difetto principale di “Guerra santa”, tuttavia, è nell’aspetto prettamente contenutistico: Johnny non brilla per l’originalità dei propri testi e, seppur vasto il parco delle riflessioni offerte, molte di queste vengono dilapidate in una retorica abbastanza di maniera, che non dà spunti nuovi a discorsi già sentiti molte volte. E’ da apprezzare, ad ogni modo, la schiettezza dell’mc, il quale non distoglie mai gli occhi dalla realtà, descrivendo ciò che osserva per quel che è (<<scrivo rime con la weeda e con la penna/perché una mi fa volare e l’altra mi riporta a terra>>).
Le produzioni sono affidate a diversi beatmaker, la differenza la fanno soprattutto Don Plemo, Apoc e Nazo; in generale, comunque, il variegato numero di collaboratori cui Johnny Roy si affida (dieci per un totale di quattordici tracce) permette di apprezzare più stili, da un sound moderno a strumentali incentrate sul classico boom bap. L’episodio in assoluto più riuscito, sia per quel che concerne la componente musicale (a firma Danny Beatz) che la controparte lirica, è a mio avviso il singolo che ha anticipato la pubblicazione, ovvero “Flashbang“, pezzo nel quale l’artista tira fuori il meglio di sé da ogni punto di vista. I featuring non riescono invece a entusiasmare particolarmente, ritroviamo un Egreen un po’ sottotono rispetto ad altre uscite, così come Willie Peyote e Francesco Paura – cui viene, come al solito, affidato anche il ritornello (e il risultato non è affatto spregevole, ma personalmente continuo a non apprezzarne timbro vocale e flow); promossi, al contrario, Loop Loona, Blo/B e ancora Danny Beatz.
Per concludere, “Guerra santa” non è un progetto di mediocre qualità: si parla di un disco underground che risente di difetti spesso presenti nel genere e che, seppur solido nel suo complesso, fatica a emergere oltre i risultati già faticosamente guadagnati dal bravo mc.
Tracklist
Johnny Roy – Guerra santa (B.M. Records 2014)
- Intro
- Flashbang
- Transformerz [Feat. Francesco Paura]
- Io & te, tu & Dio
- Non sempre
- La rabbia conta
- Digital revolution [Feat. Blo/B e Willie Peyote]
- Hit.alia [Feat. E-Green]
- Te lascio qua
- Top
- Sindaco Quimby pt. 2 [Feat. Red Lights e Giudafellas]
- Peter Pan [Feat. Loop Loona e Danny Beatz]
- Soldato blu
- Il toro per le corna
Beatz
- Danny Beatz: 2
- Don Plemo: 3, 11
- Tony Hype: 4
- Apoc: 5, 10, 12
- Nazo e Tony Hype: 6
- Sonte: 7
- Ill Grosso: 8
- Turi: 9
- Ice One: 13
- Delgado: 14
Michele Garribba
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