Kento – Sacco o Vanzetti

Qualche volta succede di trovarlo. Tra un mainstream assaltato da completi incapaci che si esaltano su strofe per dodicenni o ex virtuosi prostituiti al disco d’oro e un underground in cui l’ossessione per l’anticonformismo a ogni costo genera quotidianamente sedicenti rapper che non sanno andare oltre il più elementare autobiografismo, a volte capita di imbattersi nella speranza che qualcuno sappia come – e cosa – scrivere. Primo avvertimento: “Sacco o Vanzetti” è un disco che rasenta la perfezione, ma non saprei spiegarvi il perché. Potrei provare a dirvi che i testi sono maturi e ricchi di idee (la titletrack, dove Hyst, come sempre, non delude, “Nel mio mondo” e “La verità” sono gli esempi più lampanti), che la tecnica è curata in ogni singolo verso senza oscurare il messaggio (“Poeta laureato” è qualcosa di veramente spesso), che in ogni pezzo si trovano citazioni a non finire (stiamo parlando di uno che, in una sola traccia, infila riferimenti a De André, Guccini, Melville, l’arte Dada, Lovecraft, Michelangelo, Rossellini, la mitologia greca, Cervantes, l’epica romanza, Caravaggio, Nietzsche e Sinatra, senza contare quelli sparsi nel resto dell’LP).

Potrei anche provare a dirvi che è un disco intriso di cultura musicale (di ogni genere: dall’amore per il Reggae, si veda “E’ musica” che, solo al primo ascolto, può sembrare un semplice tributo a Bob Marley, a quello per l’Hip-Hop rivoluzionario, a quello per il cantautorato italiano più raffinato, a quello per il Jazz), che la metrica è pulita e precisa ma mai ripetitiva (il tempo terzinato di “La verità” ne è una dimostrazione), che sono praticamente inesistenti i luoghi comuni che affliggono la nostra scena (“Stalingrado” è il manifesto di un’arte iconoclasta, consapevole e – suona strano, di questi tempi – sociale). Potrei provare a dirvi che le tematiche trattate sono a dir poco varie (si passa dall’autobiografismo maturo di “All’orizzonte” all’irresistibile storytelling – poteva mancare un’altra citazione? – di “Avrà i tuoi occhi”), che i feautring sono sempre di alto livello (tutti appartenenti alla scena calabrese o al progetto Kalafro, esclusi Peight, che presta la sua bellissima voce per una carismatica partecipazione sulla romantica “Silenzio e parole”, Lord Madness, che sciorina punchline esilaranti in “Marchetti house president”, e Karma, che affianca Kento nell’onirica “Ciò che non siamo”), che i beat spaziano dal Soul (“So che ci sei” – la voce femminile di Martina May rende il ritornello una piccola perla) a vere e proprie cavalcate esplosive in quattro quarti (“Stalingrado” è una bomba a mano) senza calare mai di qualità (tanto di cappello a Peight, degno co-protagonista del disco).

Potrei provare a dirvi tutto questo e sarei ancora lontano dal descrivere il fascino che “Sacco o Vanzetti” sa sprigionare. In bilico tra vecchia scuola e modernità, quello di Kento è un Rap che trasuda amore per la musica e per mille altre cose. Forse, per capirlo, basterebbe ascoltare con attenzione la sesta traccia, “Un giorno mi hai chiesto di spiegarti cos’è”. Vale, da sola, il prezzo del disco. Secondo avvertimento: non si capisce quale sia il soggetto della canzone. Ma l’amore di cui parlavo, nel suo senso più universale, è, in questo pezzo, palpabile. Come soggetto metteteci quello che volete: non è questo, in fondo, il bello della poesia, il bello della musica, il bello dell’arte? Forse è proprio questo amore a rendere il disco, allo stesso tempo, così omogeneo e vario, così dolce e spietato, così amaro e ribollente di speranza, così disilluso e delicato, a tenerlo sospeso tra poesia d’autore e boom bap rivoluzionario, tra vocazione cantautoriale e impegno militante, tra versi d’amore ed esercizi di stile, tra Calabria e Jamaica.

Non c’è modo di spiegarlo: ascoltatelo e ve ne renderete conto, magari scoprendo quanto può essere gratificante un disco di Rap italiano contemporaneo, alla faccia dei detrattori e dei nostalgici degli anni ’90. Dimenticavo, terzo avvertimento: con poco più di una decina di euro e una mail alla Relief vi arriva a casa questo piccolo capolavoro, con booklet completo di testi. Perderselo è quasi un delitto.

Tracklist

Kento – Sacco o Vanzetti (Relief Records EU 2009)

  1. Intro
  2. Sacco o Vanzetti [Feat. Hyst]
  3. All’orizzonte [Feat. Martina May]
  4. So che ci sei
  5. Stalingrado
  6. Un giorno mi hai chiesto di spiegarti cos’è
  7. Poeta laureato
  8. Fine primo tempo
  9. La verità
  10. Nel mio mondo
  11. Marchetti house president [Feat. Lord Madness]
  12. Silenzio e parole [Feat. Peight]
  13. Avrà i tuoi occhi
  14. Il reale e l’astratto [Feat. EasyOne e Masta P]
  15. Outro – E’ musica [Feat. Pupa Albo]
  16. Ciò che non siamo (bonus track) [Feat. Karma]
  17. (A) (bonus track) [Feat. Indo, Chef Ragoo, Peight, EasyOne e Levante]

Beatz

  • Matteo “Peight” Vitagliano: 1, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 16, 17
  • Torpedo: 2
  • Dj Fuzzten: 8
  • Nello “One Drop” Nobile: 15

Scratch

  • Dj Fuzzten: 1, 5, 8
  • Dj Jack: 2
  • Dj Fakser: 17
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Riccardo Orlandi

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