Kill The Vultures – Kill The Vultures
Già immagino qualcuno che a sentire “Good Intentions” pensa ecco i soliti bianchi che vogliono fare a tutti i costi gli alternativi. Ecco, ci tengo a fare una recensione dei Kill The Vultures senza usare la parola alternativo, fuori dal tradizionalismo malato e da quella brutta abitudine di dividere la musica in per tutti e per gli altri. Se proprio non ci entrate dentro limitatevi a lasciar perdere, dissi (vedi “Ecce Beast”). Io lo faccio con un sacco di musica. Provare a proporre una propria opinione, un altro modo di fare, criticare, ricercare, non è voler fare gli alternativi a tutti i costi. Basta con la parola alternativo. I Kill The Vultures non fanno Hip-Hop alternativo, ok? Neanche El-P, neanche gli Anti-Pop, Flying Lotus o i Dälek, no. Togliete questo concentrato di presunzione fonetica dal vostro dizionario quando parlate di musica perché la musica alternativa – rullo di tamburi – non esiste, non vuol dire nulla. E se cento persone ascoltassero musica alternativa e venti musica canonica/popolare/commerciale vi sentireste ancora in dovere di utilizzare questa parola? O vi unireste ai venti per poi invertire le categorie? Secondo questa logica idiota e snob anche Lil’ Scrappy proporrebbe musica alternativa se prendessimo come riferimento i Kill The Vultures.
Invece no, il povero Lil’ Scrappy per voi rimane un cialtrone che biascica quattro rime di dubbio gusto e che, se potesse, si metterebbe il vostro bloccasterzo attorno al collo. Alternativo è una parola che o si attribuiscono gli stessi artisti quando vogliono mettere in campo degli intenti musicali la maggior parte delle volte disattesi e delle soluzioni forzate, o chi pensa di ascoltare qualcosa di migliore rispetto agli altri, o, ancora, i critici musicali che si inventano i trend più beceri ed estemporanei. Io rimango dell’idea che solo se conosci i canoni puoi sorpassarli e che quando si riesce ad abbatterli settando un nuovo standard in maniera del tutto spontanea, come qualcosa che viene da dentro, da uno studio e da una ricerca veri, si hanno i frutti migliori. E il primo disco dei Kill The Vultures è così, un paletto importante nello sviluppo della musica Hip-Hop, cosciente e con il pregio della spontaneità. L’esordio dei quattro ex Oddjobs è qualcosa che costringe a rivedere le proprie posizioni in materia di Rap come sono riusciti a fare Crescent Moon, Nomi, Advizer e il produttore Anatomy nella costruzione del loro primo lavoro.
Il gruppetto di Minneapolis centrifuga senza nessuna presunzione Jazz, Rock, Blues e Hip-Hop in parti uguali fino ad arrivare a un risultato intenso e seriamente innovativo, anche a distanza di anni. Prendiamo di nuovo “Good Intentions”, un tappeto sonoro sporco di Jazz minimalista composto da qualche suadente nota di contrabbasso, da qualche fiato stanco e da un sottofondo impercettibile di batteria spazzolata, con i tre mc’s che si avvicendando a declamare le proprie impressioni; una traccia così lucida, così naturale che non sconvolge nemmeno. Per tutti i trenta minuti o poco più di “Kill The Vultures” si avvicendano momenti furiosi come la martellante “Lovin’ You Dangerous”, gli echi Industriali di “Hidden Signals”, le distorsioni in up-tempo di “7-8-9” e l’apocalisse di “Sick Days Are Upon Us”, poi episodi più fumosi e cadenzati dal sapore vintage come “The Vultures”, vero manifesto del gruppo, o la geniale “Howl N’Heal”, un altissimo momento di ironia e classe sia lirica che compositiva.
“Kill The Vultures” rimane una perla ancora nascosta, un concentrato di musica davvero retrofuturista, uno di quei momenti sempre più rari in cui la necessaria deviazione dalla norma è perfettamente riuscita senza forzature di sorta, senza concettualismi di contorno, senza troppi intenti pretenziosi. Un disco che semplicemente è venuto così. Ed è venuto davvero bene.
Tracklist
Kill The Vultures – Kill The Vultures (Jib Door 2005)
- Lovin’ You Dangerous
- Hidden Signals
- The Vultures
- 7-8-9
- Good Intentions
- Sick Days Are Upon Us
- Beasts Of Burden
- Howl N’Heal
- Behind These Eyes
Beatz
All tracks produced by Anatomy
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