King Tee – At Your Own Risk
Nativo di uno dei posti più lugubri al mondo, Compton, King Tee è a tutti gli effetti un pioniere della west coast, essendosi destreggiato con abilità all’interno dei circuiti radiofonici e discografici in tempi non sospetti, antecedenti al boom portato dall’esordio dei concittadini Niggaz With Attitude. Luogo d’origine non significa necessariamente luogo comune, ecco quindi che ci si ritrova ad ascoltare un rapper che racconta l’ambiente in cui vive in maniera ben diversa dagli autori di “Straight Outta Compton”, accostandoci tanto divertimento, un minimo di riflessione, ma soprattutto lasciando da parte la rabbia espressa altrove.
Affermatosi nel circuito underground per effetto di combo del calibro di “Bass” e “Act A Fool”, quest’ultimo titolo anche del suo disco d’esordio, King Tee, al secondo tentativo, se ne viene fuori con un mix di sonorità dure, lontane dalla James Brown dipendenza caratterizzante il suo e molti altri lavori degli anni ottanta, proponendo in alternativa qualche campione furbetto per riconoscibilità e tentando, seppure in minima parte, la carta della Dance, mossa che in quell’epoca chiunque aveva provato per farsi conoscere da un pubblico più vasto.
Essendo in epoca precedente al G-Funk, “At Your Own Risk” martella molto duro con alcuni beat, occasioni nelle quali i testi coincidono col battle Rap più puro, come ad esempio nella titletrack e nel remix di “Can This Be Real”, non ricchissime a livello musicale ma apprezzabili proprio per la loro natura granitica. Simile approccio viene adottato pure in “Ruff Rhyme”, un macigno sonoro messo assieme dal fido Dj Pooh che campiona Rakim nel tema principale, e “Take You Home”, una rivincita nei confronti di chiunque avesse sottovalutato Tee in passato. “Played Like A Piano” è tanto elegante nella scelta del sample quanto è poi rozza nel contenuto, grazie alla presenza di Ice Cube e Breeze, che assieme all’artista principale formano un trio d’eccezione tutto targato Los Angeles. Di stampo diverso sono episodi come le consecutive “Jay Fay Dray” e “Skanless”, con la prima a presentare tanti giochi di assonanze sui quali viene costruito un breve racconto e la seconda a illustrare le scappatelle del protagonista con…la ragazza consenziente del migliore amico, dimostrando capacità di coinvolgimento dell’ascoltatore che hanno sempre fatto parte delle frecce presenti nella faretra dell’artista.
Il breve spazio per le considerazioni più profonde colpisce comunque alla grande, “Time To Get Out” parla di Bloods e Crips, della necessità di smetterla con le pallottole vaganti e di unirsi tutti assieme sotto la stessa bandiera per ritrovare il senso di appartenenza alla razza e lasciare un po’ alla volta violenza e degrado alle spalle; la base morbida nel campione e possente nella batteria fornisce il miglior equilibrio possibile, dando luogo al momento di gran lunga migliore dell’album. Non dimentichiamo, poi, che King Tee è anche sinonimo di Likwit Crew e ha aiutato gente come Xzibit e Alkaholiks a farsi un nome, “E Get Swift” è difatti – come intuibile dal titolo – uno spazio dedicato al mitico E-Swift, che qui mostra per la prima volta su disco la destrezza ai piatti e al microfono in egual misura, traccia resa irresistibile dal giretto di piano presente.
Inserire in questo contesto parti più orecchiabili è, in effetti, l’aspetto che stride maggiormente, facendo di “On The Dance Tip”, “King Tee Production” e “Diss You”, che campiona i Rolling Stones, un tentativo palliduccio di piazzare qualche copia in più presso l’utenza, riuscendo fortunatamente a non rovinare un disco forte e concreto sotto tutti i punti di vista analizzati in precedenza. Resta il fatto che ci si trova davanti a un album indispensabile per chiunque voglia ripercorrere a ritroso la storia della west coast, rappresentata da pionieri come King Tee ben prima di tutte le mode che seguirono.
Tracklist
King Tee – At Your Own Risk (Capitol Records 1990)
- Introduction
- At Your Own Risk
- Ruff Rhyme (Back Again)
- On The Dance Tip
- Jay Fay Dray
- Skanless
- Take You Home
- Diss You
- Time To Get Out
- Can This Be Real (Remix)
- E Get Swift
- Do Your Thing
- King Tee Production
- Played Like A Piano [Feat. Breeze and Ice Cube]
Beatz
- Dj Pooh, Bilal Bashir and King Tee: 1
- King Tee and Dj Pooh: 2, 13
- Dj Pooh: 3, 5, 6, 7, 9, 10, 12, 14
- Dj Pooh, J.R. Coes and Bronick Wrobleski: 4
- Dj Pooh and Bilal Bashir: 8
- Dj Pooh and E Swift: 11
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