Lanz Khan – Collana di perle

Tra la fine dello scorso anno e l’inizio di questo, la crew Mad Soul Legacy ha schierato al completo il proprio tridente d’attacco con altrettante uscite che manifestavano sfumature e peculiarità ben distinte: “Full moon confusion” di Jangy Leeon, “DDR in Colchide” di Silla DDR e “Collana di perle” di Lanz Khan – che andiamo appunto a commentare di seguito. A sigillo dei circa quindici anni di attività, trascorsi tra un buon numero di pubblicazioni e un fitto elenco di collaborazioni, il collettivo milanese si misura con le diverse anime della scena Hip-Hop italiana spaziando dall’hardcore più puro alle ibridazioni con la Trap, denso mix di sonorità che nel nuovo progetto di Francesco trova gli spazi più ampi. Se, infatti, per l’EP “Medusa” – risalente a due anni e mezzo fa – il timbro era quello abbastanza classico del solo Mr. Phil, in queste dodici tracce contiamo una decina di produttori alle macchine, con conseguente divaricazione delle atmosfere proposte e senza che ciò metta in difficoltà il protagonista.

Al contrario, la molteplicità di registri stilistici sembra stuzzicare Lanz, bravo a tenere la rotta pur dovendo gestire accostamenti parecchio marcati; come in “Street Louvre”, che ha anticipato l’uscita del disco: la strumentale di Yazee, sui cento bpm tondi, è minimale e vagamente old school, ma nel refrain (cui si aggiungono gli scratch di Dj Lil Cut) prende una direzione molto più fresca, contrasto ribadito da una strofa che contrappone elementi distanti (<<il mio Rap è Cartesio con un Cartier/nuovo Rotella, decoro banlieu/Acqua di Giò, acqua di Lourdes/ho sete ma di sapere, bottiglie che vanno giù>>) evidenziando il filo conduttore di un’operazione che, come lascia intuire già il titolo del brano, pone in contatto realtà spesso collocate su piani differenti, se non agli opposti. Di riflesso, da un’andatura sostenuta si passa a una titletrack – secondo estratto video – che Garelli ammanta di scuri synth e drum non campionate, sprofondando in un testo introspettivo, criptico (<<cuori di pietra si fanno smeraldi/l’anima brucia, emana raggi gamma nel vuoto/medito e scruto il mio dramma remoto/il perdono rinchiude una fiamma nel loto>>), sviluppo di un breve intro in cui Franco Battiato argomenta a proposito del rapporto con la morte.

A prescindere dal sound, come si nota dalle quotable, i suoi dividendi “Collana di perle” li stacca però grazie alla scrittura dell’mc, soddisfacente sia sul piano della tecnica che su quello dell’originalità. <<Ottomana in pelle, maschere sadomaso/io sono come luce negli occhi di San Tommaso/l’ultimo treno della notte, Aldo Lado/passa prima dell’alba e ti porta fino a Eldorado/paglie nell’attesa, il tempo è ricalcolato/i tagli sulla tela, bianco bicarbonato>>: le sei barre iniziali di “Kandinsky innamorato” sono un degno esempio della qualità espressa dalla penna di Lanz, che qui attinge da mito, cinema e arte per scattare delle istantanee che vanno a comporre uno scenario torbido, notturno, ambiguo, lasciando alla libera interpretazione dell’ascoltatore il compito di stabilirne le coordinate esatte – ci si riferisce a una donna, a una città (Milano) o a qualcos’altro? Ecco, la linearità e l’immediatezza non figurano certo tra gl’ingredienti principali dell’album, che richiede una lettura minuziosa e un’intensa immersione, tanto più di fronte a prove che potremmo quasi definire esperienziali, emergendo da una visionarietà lasciata semplicemente a briglie sciolte – mi riferisco a “Le chiese son chiuse di notte” e all’aggressiva “Aristotele vs Venom” (dal canto suo, come sempre, Weirdo è un cecchino di precisione).

Non che manchi qualche episodio di alleggerimento. Da “Tinta roja”, con un En?gma davvero ispirato, fino all’autocelebrativa “Keyser Söze” (<<napoleonico quando sto sul microfono/lancio il tuo disco a casa di Cristo come un discobolo/…/Carlo Crack, ti cucino la testa/666 flow, allucino la Bestia>>), passando per “Fishing Machiavelli”, bonus track della sola versione fisica la cui clip ha preceduto di oltre un anno “Collana di perle”. Il quale, nei suoi quaranta minuti complessivi, conserva un passo uniforme; magari con qualche incertezza in un paio di featuring (Warez e Zampa) e in “Fumi-e” per via di quel sample tratto dalla soundtrack di “Tenebre”, poco adatto – per gusto personale – a dare un tempo al Rap. Annotazioni comunque a margine per un lavoro che, al netto dei tanti spunti presenti e di un approccio che non ha nulla di emulativo, dà voce a un ottimo rapper, che dall’acerbo “I kill you” non ha mai gettato la spugna, raggiungendo di gradino in gradino la sua piena maturità artistica.

Tracklist

Lanz Khan – Collana di perle (No label 2021)

  1. Fumi-e
  2. Kandinsky innamorato [Feat. Eddy Veerus]
  3. Street Louvre [Feat. Warez e Jangy Leeon]
  4. Collana di perle
  5. Tinta roja [Feat. En?gma e Francikario]
  6. Mille baci con l’inox
  7. Gioielli rubati [Feat. Zampa]
  8. Aristotele vs Venom
  9. Keyser Söze
  10. Le chiese son chiuse di notte
  11. Notre Dame [Feat. Lexotan]
  12. Fishing Machiavelli (bonus track)

Beatz

  • Marz: 1
  • Yazee: 2, 3, 6, 11
  • Garelli: 4
  • St. Luca Spenish: 5
  • Flesha: 7
  • Weirdo: 8
  • Lanz Khan e 0%: 9
  • Vinnie Brown: 10
  • Wego FTS: 12

Scratch

  • Dj Lil Cut: 3, 6, 8
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